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Bambini e adolescenti: così il 5 per mille ha fatto la differenza

Salute, povertà, ambiente, cooperazione e accoglienza dei migranti, bambini, adolescenti e sostegno alla genitorialità: queste cinque aree negli ultimi anni sono state cruciali per l'Italia. Cosa sarebbe cambiato senza il 5 per mille? Come starebbero oggi bambini e famiglie? Scopri come in tutti questi ambiti le risorse destinate dai contribuenti attraverso la firma per il 5 per mille ha fatto (e faranno) la differenza. Ogni firma conta, anche la tua

di Sara De Carli

Dal 2006 ad oggi, gli italiani hanno destinato oltre 7 miliardi di euro con il 5 per mille, ossia dicendo allo Stato dove "spostare" una piccola parte della loro Irpef, che comunque avrebbero versato. Una delle aree che hanno beneficiato di questa opportunità è stata quelle delle associazioni che si occupano della promozione e della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. All’interno del Gruppo CRC – un network che riunisce oltre 100 associazioni che si occupano di minori nel nostro Paese – ci sono molte associazioni che usufruiscono di questa possibilità e per molte quanto ricevuto grazie al 5 per mille ha rappresentato un contributo decisivo, soprattutto in questi anni di crisi economica. Abbiamo chiesto ad Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC, di raccontarci come e perché il 5 per mile ha fatto la differenza per bambini e adolescenti d’Italia. L’analisi è stata fatta sulla base delle risposte ad un sondaggio ad hoc realizzato fra le 100 associazioni aderenti al Gruppo CRC. Sul nuovo sito 5×1000.vita.it abbiamo analizzato l'impatto delle risorse destinate a cinque aree che negli anni recenti sono state cruciali: parliamo quindi di salute con Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva; di povertà con Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà; di ambiente con Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente; di cooperazione e accoglienza dei migranti con Silvia Stilli, presidente di Aoi-Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale. Su 5×1000.vita.it scopri cos'è, a cosa serve e come fare per destinare a chi vuoi tu il 5 per mille della tua Irpef [Sara De Carli]


di Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC

La condizione dei minori, anche nel nostro Paese, è ancora molto preoccupante a causa di povertà, diseguaglianze, dispersione scolastica, difficoltà di accesso agli spazi educativi e culturali. In Italia quasi un milione e 400mila bambini vivono in povertà assoluta: una percentuale del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno. La pandemia ha amplificato l’intreccio tra diseguaglianze e salute: le bambine, i bambini e gli adolescenti colpiti dalle disuguaglianze socioeconomiche, educative e territoriali, ne subiscono l’impatto anche sulla salute e il benessere psico-fisico penalizzando chi maggiormente avrebbe bisogno, nel proprio territorio, dei servizi di cura, prevenzione e promozione della salute.

Le aree di intervento

I contributi del 5 per mille sono destinati ai finanziamenti dei progetti sul campo e sono liberi, cioè non destinati a una specifica area di intervento geografica o tematica: questo dà flessibilità alle organizzazioni, che così hanno avuto la possibilità di destinare i fondi dove c’era più bisogno. In tal senso il 5 per mille si è rivelato uno strumento fondamentale per garantire la sostenibilità di molti progetti, sia in Italia che all’estero.

In Italia sono stati diversi i campi di intervento, soprattutto in ambito educativo e sociale, con progetti di contrasto alla povertà, di accoglienza e di promozione della salute e dello sport. Negli anni sono state realizzate svariate attività, che vanno da attività di supporto nello studio al sostegno e all'integrazione dei minori stranieri non accompagnati fino al sostegno ai percorsi di avvio all'autonomia o alla genitorialità per le famiglie fragili non in carico ai servizi sociali; dal sostegno al lavoro delle comunità di accoglienza mamma bambino a interventi di accessibilità e ampliamento dell’offerta in servizi 0-6 anni; da eventi di sensibilizzazione su adozione e affido alla formazione per futuri genitori e insegnanti; dalla distribuzione di kit d’accoglienza nei reparti pediatrici presidiati dai volontari al sostegno psicologico, con colloqui psicologici gratuiti o a tariffa sociale calmierata; dal supporto in caso di pronto intervento che risponde a situazioni di urgenza determinate dalla indifferibilità delle richieste di collocamento da parte del Servizio Sociale alla donazione di arredi per la ristrutturazione o l'aggiornamento di spazi dedicati ai bambini e agli adolescenti ricoverati in ospedale. E ancora, azioni a sostegno dei centri socio-educativi nelle periferie svantaggiate delle grandi città italiane per offrire opportunità educative gratuite a bambini e adolescenti; per il supporto materiale e il sostegno alla genitorialità; per la creazione di spazi diurni dedicati ad accompagnare il percorso di integrazione dei minori stranieri non accompagnati. Il 5 per mille è stato, inoltre, determinante nel 2022 negli interventi di accoglienza di famiglie ucraine. Infine è stato impiegato per facilitare il coinvolgimento in attività sportive di minorenni a rischio, attività volte a colmare digital divide e attività di outdoor education.

Alcune attività sono state realizzate anche in Paesi in via di sviluppo, soprattutto in ambito educativo e sanitario. Per citare alcuni esempi, i fondi sono stati impiegati per il supporto all'accesso scolastico e alle cure mediche, per la scolarizzazione in campi profughi, per interventi per il contrasto dell'abbandono scolastico, per sostegno ai bisogni primari in situazioni di emergenza, come ad esempio durante la pandemia da Covid-19, attraverso la distribuzione di alimenti e medicine.

Sfide per futuro

In un mondo sempre più “emergenziale” a causa della pandemia, delle guerre, dei cambiamenti climatici estremi o dei recenti devastanti terremoti, il contributo del 5 per mille consente di intervenire tempestivamente e in situazioni differenti e non preventivabili. Molte associazioni sottolineano come la parola chiave sia quella della “continuità”, cioè il fatto che questo contributo permettere di dare continuità alle azioni intraprese e di potenziarle. La sfida reale infatti è la sostenibilità e la continuità delle azioni, al fine di rendere stabile la presenza e ampliare la portata degli interventi, coinvolgendo un numero maggiore di utenti e/o un incremento del numero di ore in cui vengono offerti i servizi. Il contributo è tanto più prezioso proprio perché permette di coprire aree e beneficiari non finanziati altrimenti e non coperti da altri bandi.

Come migliorare il sistema

Se si guarda in prospettiva a come migliorare il sistema, le criticità che ricorrono maggiormente riguardano la lunghezza dei tempi e la burocrazia. Le organizzazioni e le associazioni chiedono, inoltre, maggiore velocità nell'erogazione del contributo. Molte evidenziano anche l’importanza dell’accesso alle informazioni anagrafiche di chi ha destinato loro il 5 per mille, che consentirebbe di ampliare la relazione con il sostenitore oltre il prezioso contributo del 5 per mille.

La possibilità di un contatto diretto con chi dona il proprio 5 per mille riveste un’importanza sempre maggiore nel rapporto di trasparenza che si instaura fra l’organizzazione e il sostenitore. Le organizzazioni sottolineano, infatti, che sarebbe fondamentale far arrivare a coloro che hanno donato tutte le informazioni sull’impiego dei fondi derivanti dal 5 per mille da parte dei singoli enti che li percepiscono, in un’ottica di rendicontazione: al momento organizzazioni e associazioni affidano queste informazioni ai propri bilanci, ma ovviamente in questo modo non si raggiungono tutti i contribuenti che hanno scelto di destinare a quell’organizzazione il loro 5 per mille.

Foto Unsplash

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