Cultura

San Bellino e Castel del Giudice, vietato non copiare

Due sindaci di due piccoli comuni leggono le reciproche interviste della nostra rubrica "Piccoli comuni, grandi Sindaci" e decidono di ritrovarsi dopo qualche anno dal loro primo incontro. Nord chiama Sud. E Castel del Giudice (Is) apre le porte a San Bellino (Ro). Il sindaco rodigino: «Vietato non copiare! Sono venuto a capire come portare a San Bellino alcuni modelli di Lino Gentile»

di Gabriella Debora Giorgione

Si erano conosciuti anni fa durante una manifestazione dell’Associazione Comuni Virtuosi. Dopo l’uscita delle reciproche interviste nella nostra rubrica “Piccoli comuni, grandi Sindaci”, Aldo D’Achille (nella foto copertina, maglioncino marrone), sindaco di San Bellino, provincia di Rovigo, e Lino Nicola Gentile (nella foto copertina, al centro), sindaco di Castel del Giudice in provincia di Isernia, si sono incontrati.
È stato il sindaco rodigino a far visita al collega molisano, colpito dai progetti che hanno consentito al piccolo comune di Gentile di rinascere e ridare ai suoi 300 abitanti una speranza di futuro resa ancora più forte dall’aggiudicazione a febbraio del bando borghi del Pnrr per un importo di 20 milioni di euro. Visione lunga, determinazione, lo strumento della public company, la cooperazione di comunità, ma soprattutto gli “imprenditori affettivi”: queste le chiavi del successo molisano che Aldo D’Achille ha voluto conoscere da vicino a Castel Del Giudice.

«Vietato non copiare! Mi sono incuriosito leggendo nell’intervista tutte le cose che Gentile ha fatto e sono venuto a capire come poter portare a San Bellino alcuni dei suoi modelli di innovazione sociale e di sviluppo territoriale», ci ha risposto D’Achille quando gli abbiamo chiesto il motivo del viaggio.
È soprattutto sull’idea degli “imprenditori affettivi” che i due sindaci hanno ragionato insieme a Ermanno D’Andrea (nella foto copertina, giacca a quadri marrone), l'imprenditore che a Castel del Giudice ha messo cuore e azienda.
San Bellino è nel cuore del Polesine, un corpo umano che per cellule ha 50 comuni ed è irrorato da 2050 chilometri di acqua. Una “Mesopotamia” italiana che chiede di essere ripensata non solo per il disastro dell’alluvione ma per le potenzialità che può esprimere.

Aldo D’Achille sogna un Polesine «Tra acqua terra e cielo», che metta a sistema tutte le sue potenzialità per attirare l'attenzione sul territorio della provincia di Rovigo. E tra acqua, terra e cielo ci sono anche un distretto ittico e un distretto della giostra che occorre rivalutare e ripensare.
«Dobbiamo essere capaci di una nuova narrazione del nostro Polesine in cui lento non significa monotono ma evidenzia uno sguardo, una visione che potrà essere assaporata vivendo il territorio a piedi, in barca o in bicicletta, una visitazione intensa e lenta in cui il turismo religioso si fonde con le eccellenze del territorio. Speriamo che qualche imprenditore abbia voglia di “affezionarsi” a San Bellino come è accaduto a Castel del Giudice», conclude D’Achille.

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