Mondo

Strage di Crotone, Link 2007: «Il gesto di Mattarella riconcilia con le istituzioni»

Il presidente Sergio Mattarella ha reso omaggio a Crotone alle vittime del naufragio a poche decine di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. «La sua presenza all'ospedale San Giovanni di Dio dove sono ricoverate le persone rimaste ferite nel naufragio, il suo incontro con i bambini sopravvissuti alla tragedia», spiegano da Link 2007 - cooperazione in Rete, «sono gesti che riconciliano i cittadini con le istituzioni repubblicane»

di Redazione

Il presidente Sergio Mattarella ha reso omaggio a Crotone alle vittime del naufragio a poche decine di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro che è costato la vita delle 68 persone ad oggi accertate. Molti i bambini, le mamme, i padri, i giovani in fuga da gravi situazioni di pericolo in Afghanistan, Iraq, Iran, Somalia, Siria e in cerca di protezione nella speranza di migliori condizioni di vita.

«La sua presenza all'ospedale San Giovanni di Dio», sottolineano da Link 2007 – cooperazione in Rete, «dove sono ricoverate le persone rimaste ferite nel naufragio, il suo incontro con i bambini sopravvissuti alla tragedia donando loro giocattoli, il raccoglimento davanti alle 67 bare adagiate nel palazzetto dello sport, l’ascolto dei parenti delle vittime, il ringraziamento al personale sanitario, ai sindaci di Crotone e Cutro e alle comunità che hanno accolto i naufraghi e che chiedono ora “giustizia e verità” sono gesti che riconciliano i cittadini con le istituzioni repubblicane. L’indagine giudiziaria avrà il suo corso per accertare le responsabilità e rispondere all’esigenza di “giustizia e verità” manifestata dalla cittadinanza crotonese anche a nome di tanti italiani rimasti scioccati dall’evitabile naufragio. Oggi vogliamo ricordare l’immagine di amore, commozione e dignità che Crotone ha saputo esprimere con i tanti fiori portati quotidianamente al palasport e quelli adagiati su ogni bara, i pupazzi davanti a quelle bianche dei bambini. Dignità che deve rimanere per tutti di esempio».

“Questa tragedia non deve lasciare indifferenti" aveva subito affermato il presidente Mattarella dopo il naufragio, sollecitando “un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico” e l’indispensabilità “che l’Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive".

«Facciamo nostre le parole di Mattarella», afferma il presidente di Link 2007 Roberto Ridolfi. «Nel nostro impegno di Ong di solidarietà e cooperazione internazionale, che ci accomuna a tante altre realtà che agiscono concretamente e direttamente sia in Italia che nei paesi da emigrazione e di fuga, ci adopereremo perché esse possano trovare attuazione. Anche se la mobilità umana non potrà essere fermata, come dimostrano secoli di storia, compresa quella italiana, il rinnovato annuncio di piani di sviluppo per i paesi più poveri, innanzitutto per ragioni di equità e giustizia, è certamente un
segnale incoraggiante. Sperando che non rimanga ancora una volta un insieme di parole al vento. Ricordando che la serietà, l’affidabilità e la coerenza delle istituzioni rimangono fondamentali per potere nutrire il nostro sistema democratico».

L’Ue dovrebbe indubbiamente fare di più e assumere impegni nelle politiche migratorie. Ma i governi rimandano ad un’unità di intenti europea che non c’è. Non perché l’Ue non sappia e non voglia agire ma perché gli Stati membri e i loro governi sovrani non si mettono d’accordo. L’Unione europea non è uno Stato federale ma un’entità basata su trattati e accordi tra Stati che intendono salvaguardare la propria sovranità e i propri interessi, talvolta contrapposti. Per potere chiedere all’Europa di agire serve una rinnovata visione che porti all’avvio di un cammino federale con una progressiva cessione di spazi di sovranità all’Ue. A partire dalle politiche migratorie.

Credit foto: Alessandro Serranò-Avalon/Sintesi

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.