Salute
La salute si fa anche al telefono
Da 35 anni, l'impresa triestina Televita offre servizi di teleassistenza, telemedicina e ascolto per le persone fragili, anticipando quanto prescritto dal Pnrr e lavorando con il non profit e il pubblico in un'ottica di rete territoriale, per favorire il benessere dei cittadini
Durante la pandemia, i benefici della telemedicina e dell’assistenza a distanza sono diventati chiari a tutti. C’è chi, però, questa visione l’aveva avuta molti anni prima: è Televita, impresa di vocazione sociale con sede a Trieste che da oltre 35 anni punta sull’innovazione nei servizi sociosanitari telematici.«L’idea è nata quando lavoravo in un ufficio che faceva telesoccorso», ricorda Michela Flaborea, presidente e amministratrice delegata dell’impresa. «Là vicino abitava Franco Rotelli (l’ex direttore dell’Azienda sanitaria triestina, ndr), con cui andavo spesso a bere il caffè. Lui mi parlava di territorio, di domiciliarità, di ospedali in cui si dovrebbe stare il meno possibile, per essere poi seguiti a casa. Io ho iniziato a documentarmi e a leggere di quello che si stava facendo in giro per venire incontro a questi bisogni».Oggi, Televita è molto cresciuta: ha formato oltre 200 persone e cinque centrali operative, si sta espandendo anche in altre Regioni, come l’Emilia Romagna, la Lombardia e la Sicilia. I settori in cui interviene sono principalmente tre: telecare, centro serivizi e call contact center.
Il primo ambito comprende attività di teleassistenza, domotica e telemedicina, che hanno l’obiettivo di garantire alle persone fragili – anziani, disabili e pazienti affetti da patologie croniche, per esempio – «Il Friuli Venezia Giulia è una delle due Regioni ad avere da tempo una legge molto completa sulla teleassistenza», spiega Flaborea, «che ha anticipato quanto si legge oggi nel Pnrr». L’impresa ha fatto rete con tutta una serie di attori sul territorio, con cui è in contatto per gestire le emergenze di chi è più in difficoltà. «Può capitare che un anziano chiami per chiedere aiuto», racconta la presidente, «perché magari è caduto e non riesce ad alzarsi. Ma succede anche che la persona lanci un allarme perché si è sentita male e poi non ce la faccia a rispondere. Noi ci siamo convenzionati con gli istituti di vigilanza più importanti della Regione in modo da aiutare le persone ad aprire la porta». Dalla teleassistenza alla telemedicina il passo è breve. «Diamo ai pazienti con patologie croniche dei device semplicissimi che misurano i parametri e mandano i dati alla centrale operativa, dove c’è una persona formata che controlla che non ci siano alert», spiega Flaborea. «Se invece ci sono dei risultati che destano preoccupazione, l’operatore richiama l’assistito, gli chiede di ripetere la misurazione, gli spiega come farlo al meglio, per poi allertare i medici nel caso in cui serva».
Questa attività, risultata utilissima durante la pandemia, è in realtà cominciata a Televita già nel 2008, attraverso un progetto, «Dreaming», condiviso con altri sette Paesi europei. Ora le iniziative di telemedicina dell’impresa sono tre, di cui una, avviata assieme al reparto di neurologia di Trieste, è particolarmente rappresentativa di una relazione vincente tra pubblico e privato. «Durante l’epidemia di Covid-19 gli ospedali avevano la necessità di mandare a casa il prima possibile le persone colpite da ictus, ma, allo stesso tempo, i medici dovevano riuscire a tarare giornalmente i farmaci sulla base delle analisi e dei valori riscontrati», dice la presidente. «Grazie al progetto che abbiamo avviato, i pazienti hanno potuto tornare a casa, con tutta una serie di dispositivi per le misurazioni; un operatore chiamava tre o quattro volte al giorno, per i controlli come indicato dal reparto. Se così non era, veniva subito contattato il medico». Il personale di Televita si aggiorna continuamente con nuovi corsi di formazione, in modo da poter dare una risposta il più possibile completa e multidisciplinare ai bisogni degli utenti. Anche supporto sociale e psicologico, quando serve. «Io stessa faccio tantissime ore di formazione ogni anno», commenta Flaborea. E, da qua, va da sé il salto al secondo settore di intervento dell’impresa, un centro di servizi telematici che supportano il sistema welfare e salute, facilitando la presa in carico dei soggetti più fragili. Le attività sono molteplici, dai centri informativi a quelli di ascolto, passando per la gestione informatizzata dei progetti assistenziali e il monitoraggio dei soggetti a rischio.
«Abbiamo iniziato circa 26 anni fa con il progetto Amalia, volto a contrastare l’isolamento sociale delle persone anziane», afferma la presidente, «poi ci siamo resi conto che, ad avere momenti di particolare fragilità, non è solo chi è più in avanti con gli anni». Così i servizi si sono moltiplicati. La linea d’ascolto, a cui rispondono persone altamente formate dal punto di vista dell’assistenza psicologica, è aperta 24 ore su 24. Soprattutto dopo la pandemia, però, a destare preoccupazione è lo stato mentale degli adolescenti, tra cui è cresciuto il numero dei disturbi alimentari e di quelli legati all’ansia. Per questo motivo Televita sta sperimentando una chat – forma di comunicazione che può essere congeniale ai giovanissimi – che possa dare supporto a quei ragazzi che si trovano in condizioni di particolare sofferenza. «Stiamo pubblicizzando questo servizio, che è completamente anonimo, anche all’interno delle scuole», dice Flaborea. «Per noi è importante anche aiutare i giovani a capire quale sia il servizio pubblico più indicato per aiutarli: quando si parla di welfare e salute, tutti siamo importanti. Più siamo, meglio assistiamo le persone fragili». Da due anni, inoltre, Televita gestisce il centro di ascolto per l’Arma dei carabinieri a livello nazionale, dal 2023 allargato anche ai familiari. Ora, l’impresa collabora anche col Comune di Trieste in un progetto, «Pass», nato per facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi socioassistenziali e supportare i professionisti dei servizi sociali nelle attività di informazione, orientamento, sostegno psicosociale, prima valutazione e presa in carico.
Televita permette anche alle cooperative di migliorarsi, grazie al progetto «Global service», con cui vengono monitorati e messi in rete tutti gli attori che, nel Comune di Trieste, si occupano di portare dei servizi a domicilio alle persone anziane. «Monitoriamo gli input che ci vengono dati per alzare l’asticella dei servizi, in un’ottica di supporto e personalizzazione dell’intervento», spiega Flaborea. «Per fare un esempio, se la signora Maria non mangia la carne perché non riesce a masticarla, facciamo sapere alla realtà che porta i pasti a domicilio che è inutile che gliela serva. Oppure, se per caso l’autista del furgoncino che porta il cibo ha un problema, avvisiamo subito l’utente che il suo pranzo arriverà a breve e la cooperativa del fatto che deve mandare un sostituto».
L’ultimo settore di attività dell’impresa è il call contact center, una serie di servizi multilingue e multicanale che facilitano il contatto tra istituzioni e cittadini. È Televita, infatti, che gestisce il Centro unico di prenotazione per l’intero Friuli Venezia Giulia, un numero telefonico grazie al quale i cittadini possono fissare visite ed esami, ma anche ottenere informazioni, in maniera integrata e su tutto il territorio regionale.
«Sicuramente siamo stati dei pionieri», conclude Flaborea, «ma sono convinta che le buone pratiche vadano condivise e portate anche in altri luoghi».
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