Volontariato
Afghanistan: solo a Nahrin recuperati mille corpi
Le mine ostacolano i soccorsi
di Paul Ricard
Si scava anche con le mani e i soccorritori hanno estratto finora un migliaio di corpi dalle macerie di Nahrin, la città del nord dell’Afghanistan al centro dell’area colpita dai forti sismi di lunedì e martedì che, stando a fonti del governo, potrebbero aver fatto 3.000 vittime. ”Finora sono mille le salme recuperate fra i detriti” ha dichiarato stamane da Kabul il tenente dell’aviazione Tony Lawrence del corpo di sicurezza internazionale Isaf, al rientro da un volo di ricognizione sulla città rasa al suolo. Accessibile da un’unica via a causa del crollo delle altre strade, Nahrin si trova in un’area disseminata di mine, che ostacolano i soccorsi. Nell’area stamane si è recato il premier ad interim Hamid Karzai, che scendendo dall’elicottero è stato circondato da folle di gente, cui ha assicurato che la sua amministrazione farà il possibile per portare a chiunque l’assistenza necessaria. Con l’aiuto, ha rilevato, della comunità internazionale alla quale ha rivolto un appello per nuovi aiuti. Dopo un incontro con il ministro degli interni Yunus Qanooni fra le macerie della città ridotta a un polveroso paesaggio lunare, Karzai ha indicato che nella regione i senza tetto potrebbero essere 20.000. Stando a fonti del governo, le scosse di assestamento di ieri potrebbero aver aggravato il bilancio della distruzione causata dai forti sismi di lunedì notte e martedì mattina. Voci non confermate continuano a indicare in alcune migliaia il numero dei morti, mentre le stime ufficiali rimangono a 2.000 circa. Un funzionario stamane ha tuttavia detto di temere che alla fine il conto sarà intorno a 3.000. Fonti dell’Onu hanno confermato che almeno 600 salme sono state già sepolte a Nahrin, altrettante nei villaggi vicini ed altre 750 circa nel resto dell’area interessata dal terremoto. Ci vorrà comunque tempo per avere un’idea più precisa della realtà poiché, spiegano gli esperti dell’Onu, molti dei villaggi interessati dal terremoto si trovano in anguste valli difficilmente raggiungibili. L’area è stata peraltro disseminata di mine l’anno scorso, quando per alcuni mesi si è trasformata nella linea del fronte lungo il quale si era attestato il grosso delle forze dell’Alleanza del Nord, impegnata da una grande offensiva taleban.
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