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Legge 185: Vi fidate dei deputati che avete eletto?

Alessandro Marescotti (Peacelink) commenta per noi il percorso in Commissione del disegno di legge 1927

di Alessandro Marescotti

Se non avete votato, la risposta è di per sé chiara ed evidente. Se invece avete votato ecco qualcosa che vi farà un po’ male, sempre che siate elettori amanti della pace e vogliate dare filo da torcere ai mercanti di armi.
Ed ecco il nostro piccolo e amaro scoop: abbiamo semplicemente consultato tutti i passaggi del disegno di legge 1927 che favorisce l’export di armi.
Bene, il disegno di legge 1927 è passato – per ricevere il parere di approvazione – nelle seguenti commissioni parlamentari della Camera senza NESSUNA opposizione:

  • Commissione I – Affari costituzionali (parere) 30.1.2002
  • Commissione V – Bilancio (parere) 23.1.2002
  • Commissione VI – Finanze (parere) 16.1.2002
  • Commissione IX – Trasporti (parere) 23.1.2002
  • Commissione X – Attività produttive (parere) 22.1.2002
  • Commissione XIV – Politiche dell’Unione europea (parere) 15.1.2002

    In media il tempo dedicato è stato di 10 minuti: c’è quindi da pensare che le relazioni siano state depositate ma non lette. Che valore ha il parere favorevole di una commissione dove non si legge neppure la relazione e dove i deputati dicono di sì senza neppure conoscere la questione?
    Facciamo l’esempio della VI Commissione della Camera dei Deputati. Sotto riportiamo il resoconto di mercoledì 23 gennaio 2002 sulla “Ratifica accordo internazionale in materia di ristrutturazione industria europea della difesa. C. 1927 Governo”. Ma prima c’è da notare qualcosa che – se non è grottesca – è comica. Infatti la ratifica avviene in dieci minuti, precisamente dalle ore 16.30-16.40. E fin qui siamo nella media delle altre commissione, come si è detto. Il bello è che la VI Commissione in quei dieci minuti riesce non solo ad esprimere il proprio parere di approvazione per la ratifica del disegno di legge sull’export di armi ma ad esaminare anche la:

  • ratifica trattato doppia imposizione con il sultanato dell’Oman;
  • ratifica trattato protezione investimenti con il Messico;
  • ratifica Convenzione repressione finanziamento del terrorismo.
    Con tanto di relazioni lette, “discusse” e approvate: il tutto in soli dieci minuti!!!
    Ecco il resoconto per il ddl 1927 e immaginatevi i deputati che “ascoltano” La Malfa dire che vi saranno “rilevanti modifiche alla legge n. 185 del 1990”. Nessuno pensa di fare nulla: incredibile!
    Ma leggete con attenzione almeno voi che siete collegati a Internet e non prendete lo stipendio da onorevole….

    Giorgio LA MALFA, presidente relatore, illustra il contenuto del disegno di legge di ratifica, volto a stabilire un comune quadro giuridico-normativo al fine di accelerare il processo di razionalizzazione e concentrazione dell’industria per la difesa, anche al fine di concorrere a definire l’identità europea nel campo della sicurezza e della difesa. In tale quadro, l’Accordo prevede uno sforzo congiunto dei Paesi aderenti per omogeneizzare, attraverso un meccanismo di consultazione dei Governi e delle amministrazioni, le rispettive azioni in sei campi al fine di facilitare la ristrutturazione e le attività dell’industria europea della difesa.
    Richiamate alcune rilevanti modifiche alla legge n. 185 del 1990 contenute nel provvedimento e rilevato che il disegno di legge in esame non contiene profili problematici per gli aspetti di competenza della Commissione, propone di esprimere sullo stesso parere favorevole.
    Giorgio BENVENUTO (DS-U) concorda con la proposta di parere. Giorgio LA MALFA, presidente relatore nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.
    La Commissione approva.

    Se deputati DS come Benvenuto intervengono – c’è da immaginarlo – facendo cenno di sì con la loro testa piena di idee chiare e distinte (per riprendere la terminologia di Cartesio nel suo “Discorso sul metodo”), è difficile immaginare invece come stessero usando la testa in quel momento i deputati di Rifondazione o del Sole che Ride.

    Certi studenti in classe si tirano le palline o fanno le boccacce mentre il professore spiega e poi – se vengono interrogati – dicono che non hanno capito niente. Caro professore (o professoressa) che leggi queste righe, ricordati di essere clemente con loro: c’è di peggio.

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