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Come parlare della guerra a bambini e ragazzi?
Nel libro “Guerra - le parole per dirla”, Stefano Vicari, Daniela Lucangeli, Alberto Pellai e Dario Ianes offrono a genitori e insegnanti spunti, indicazioni e risposte a domande difficili, con l’obiettivo di suggerire un’educazione allo spirito critico, alla resilienza e alla pace. Con un’intervista a Liliana Segre
di Redazione
A quattro mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, esce il libro “Guerra. Le parole per dirla” (Erickson) in cui Stefano Vicari, Daniela Lucangeli, Alberto Pellai e Dario Ianes, tra i nomi più illustri della psicologia, della pedagogia e della neuropsichiatria italiana, offrono a genitori e insegnanti spunti, indicazioni e risposte a domande difficili, con l’obiettivo di suggerire le strategie più indicate nell’immediato, e allo stesso tempo di spingere a lavorare in una prospettiva più ampia di educazione allo spirito critico, alla resilienza e, in definitiva, alla pace.
A introdurle legandole in un percorso di senso comune, le preziose parole della Senatrice a vita Liliana Segre, e a corredo le indicazioni operative diffuse da realtà come l’UNICEF e l’American Psychological Association (APA) sui modi di parlare della guerra con i minori e di riconoscerne i segnali di disagio.
«Nella mia trentennale opera di promozione e diffusione della memoria della Shoah ho certo incontrato migliaia di ragazze e ragazzi (…). Il mio è sempre stato uno sforzo di non trasmettere la memoria come fatto nozionistico, semplice «narrazione» di fatti: ho sempre cercato di stimolare giovani e adulti (…) a essere attivi protagonisti della Storia stessa, a prendersi responsabilità, a non girare mai la testa dall’altra parte, ad accogliere chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni. Solo così la Storia diventa coscienza civile.»
Liliana Segre
Stefano Vicari riflette sul rapporto fra l’informazione e le giovani generazioni: di fronte a una quantità inedita di stimoli contraddittori, ragazze e ragazzi dimostrano di avere sorprendenti capacità di riflessione e azione, anche attraverso un attivismo sano e ponderato.
Alberto Pellai spiega come i minori, soprattutto nella prima infanzia,fatichino a collocare nello spazio e nel tempo gli input che li terrorizzano.
Daniela Lucangeli si concentra sulla comprensione e la corretta gestione del meccanismo psichico che contrappone all’empatia la paura, il pregiudizio e l’aggressività. Incoraggia genitori e insegnanti a disconoscere la polarizzazione nel presentare i fatti e a lavorare sulle emozioni.
Dario Ianes e Sara Franch osservano il problema nell’ottica concreta del lavoro in classe, sottolineando come la scelta di portare a scuola questioni controverse costituisca un ottimo strumento per aiutare alunne e alunni a sviluppare le capacità di pensiero, di relazione e discussione.
Giovedì 30 giugno, ore 18,
un webinar gratuito con Vicari, Pellai, Lucangeli e Ianes
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