Cultura

Il laicato cattolico rilancia il proprio impegno

Presentato il documento PRENDIAMO IL LARGO !

di Redazione

E’ stato oggi presentato “PRENDIAMO IL LARGO!” manifesto promosso e sottoscritto da 94 credenti, variamente impegnati nell?associazionismo, nel sindacato, nel volontariato, nella cooperazione e in altre istituzioni sociali, civili ed economiche, che hanno inteso rilanciare il proprio impegno a servizio del paese, in un momento così delicato e decisivo. Le 100 adesioni arrivano da molte anime del mondo cattolico, da Giorgio Vittadini presidente della Compagnia delle opere a Pio Cerocchi ex Ppi. Come hanno evidenziato i relatori presenti (Savino Pezzotta, Edo Patriarca, Luca Jahier, Luigi Bobba, Felice Scalvini e Luisa Santolini, Riccardo Bonacina), il documento è stato frutto di un lavoro iniziato da oltre un anno “da un gruppo di 15 amici che, in incontri mensili, sono andati avanti nel solco dell?esperienza giubilare, seguendo l’invito del Papa a “prendere il largo”, ad impegnarsi nella società”. “Il lavoro ? ha illustrato Luca Jahier ? si è via via allargato, coinvolgendo sempre più persone e non sigle: il documento che presentiamo è firmato da 100 promotori ai quali se ne stanno aggiungendo altri ora dopo ora. Non volevamo più che il fatto religioso continuasse ad essere ridotto a fatto privato. Non ci sembra politicamente corretto agire come se Dio non esistesse. Vogliamo ripartire dalla “causa cattolica”, offrendo con passione e sacrificio i valori di cui siamo eredi e portatori, senza scadere in un nuovo fondamentalismo cattolico e senza assolutamente essere la premessa di un nuovo partito, semmai un modo quanto mai moderno di fare politica”. “Siamo in un momento in cui ? ha detto Luigi Bobba ? la società italiana ha bisogno di risposte. I laici cristiani forse non hanno la verità in tasca, ma è chiesto loro di affrontare con responsabilità le nuove sfide che abbiamo di fronte. Nostro compito è quello di sostenere l?autonomia sociale, resistere alle richieste di arruolamento. La società, la cultura, non possono essere bipolarizzate. I corpi intermedi, diversamente organizzati, sono un elemento qualificante della democrazia del Paese. Volerli cancellare sarebbe, oltre che un?illusione, uno sbaglio enorme”. “Non siamo sigle – ha ribadito Edoardo Patriarca – ma amici, animati e radicati in una fede che vuole essere vissuta e pensata. Abbiamo l?ambizione di provare la sfida di incarnare i valori del Cristianesimo misurandoci con la storia concreta, senza per questo voler rappresentare i cattolici o la Chiesa. Siamo chiamati ancora una volta a giocarci, a prendere il largo. Vorremmo che questa rete costruisse percorsi per i nostri giovani, c?è una nuova generazione che aspetta solo di incontrare adulti capaci di dare risposte non precostituite, ma siano in grado di dire e fare qualcosa di significativo”. Per Savino Pezzotta, è abbastanza chiaro chi siamo e cosa vogliamo essere. Siamo persone che si incontrano e che condividono, senza coinvolgere le nostre organizzazioni, non solo un’amicizia personale profonda, ma anche una fede aperta. La fede è un fatto pubblico, non privato, e come tale si manifesta nel fare. Incontrarsi significa testimoniare questo fatto. Siamo laici, e questo è importante in un momento in cui i diversi clericalismi (tra l’altro irrelisgiosi) tendono a lavorare il mondo. Vorremmo contribuire al dibattito politico e civile di questo Paese, partendo dall’autonomia del sociale. Il pluralismo sociale non può che arricchire la democrazia. Noi ci collochiamo dentro questa rete, e su questo terreno noi crediamo di poter dare il nostro contributo”. “Il nostro intento – hanno concluso i relatori – è la creazione di un una “opera delle reti”, (da cui RETINOPERA) che crei raccordo e valorizzazione di quanto già esiste, alla quale far seguire un lavoro di riflessione su alcuni temi: già domani saremo impegnati a Verona in un Convegno sul tema “Lavoro e sussidiarietà”, al quale seguiranno il tema dell?Europa e quello della scuola”.


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