Famiglia

Aprire l’adozione a single e coppie omosessuali? Il Ciai dice sì

Dopo più di dieci anni di studio ed esperienza sul campo, seguendo affidi di coppie dello stesso sesso e avendo organizzato dieci corsi per operatori, l'assemblea dei soci del Ciai ha approvato un documento in cui scrive nero su bianco che l’adozione e l’affidamento familiare da parte di coppie omogenitoriali e di single sono una risorsa. Per un bambino rappresentano «la stessa valida opportunità di avere una famiglia stabile e degli affetti sicuri che potrebbe sperimentare con una coppia eterosessuale»

di Sara De Carli

Persone single e coppie omogenitoriali sono una risorsa per bambini e bambine soli. È chiara e senza ambiguità la posizione del Ciai sulla possibilità di affido e adozione da parte di single o coppie dello stesso sesso: una posizione maturata attraverso un percorso di studio e di pratica avviato nel 2012, che ha portato ora l’assemblea dei soci Ciai, riunitasi a Cervia il 23 aprile 2023, a stendere un documento in cui si scrive nero su bianco che l’adozione e l’affidamento familiare da parte di coppie omogenitoriali e di single sia per un bambino «la stessa valida opportunità di avere una famiglia stabile e degli affetti sicuri che potrebbe sperimentare con una coppia eterosessuale». «Ciai proseguirà il suo impegno nell’accompagnare e sostenere con competenza, passione e amore tutte le famiglie, riconoscendo le specificità di ciascuna, in un tempo che cambia e che ancora cambierà», dicono i soci (in allegato il documento).

L’esperienza di coppie omosessuali che hanno avuto dei figli è una realtà ormai diffusa nel nostro Paese, ma il dibattito in merito alla possibilità che queste coppie possano adottare un bambino continua a suscitare perplessità e polemiche. Nell’affido familiare – dove non ci sono vincoli formali all’accoglienza di un minore da parte di un single o coppia omosessuale – le esperienze in questo non mancano (due testimonianze le abbiamo raccontate anche su VITA nei mesi scorsi, quella di Enrico e Samuele che da quattro anni hanno in affido due fratelli e quella di Marcello e Dante che hanno in affido una ragazzina del Sudamerica, arrivata in Italia come migrante sola) ma anche in questo campo sono forti le resistenze e i dubbi sia dell’opinione pubblica sia di operatori psicosociali e giudici minorili.

Fin dal 2012 il Ciai ha avviato un percorso di approfondimento scientifico e normativo, seguendo da vicino le esperienze sul campo e confrontandosi con operatori e Servizi Territoriali. «L’Associazione Italiana di Psicologia già nel 2014 ha chiarito che le affermazioni secondo cui i bambini e le bambine, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre non trovano in realtà riscontro nelle ricerche internazionali, mentre le stesse ricerche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che la famiglia assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attuano al suo interno», ricorda il Ciai. «Il benessere di bambini e bambine non dipende in modo significativo dal fatto che in famiglia i genitori siano sposati, separati, single o dello stesso sesso. A garantirlo è invece la qualità della relazione familiare».

Dal 2020, quindi, Ciai organizza il Corso di Formazione per Operatori psicosociali “Omogenitorialità nell’affido familiare e nell’adozione”, giunto oggi alla sua decima edizione, a cui hanno ormai partecipato circa 200 operatori in meno di tre anni. Ciai ha promosso anche un gruppo di supervisione formato da 20 operatori che periodicamente si sono confrontati sulle situazioni che i diversi servizi territoriali stavano incontrando: sempre più bambini e bambine infatti stanno vivendo in questi nuovi contesti familiari ed esiste un forte bisogno da parte degli operatori di essere formati e acquisire specifiche competenze per accompagnare al meglio queste famiglie. Da qui la decisione di Ciai di dare vita a un servizio online appositamente dedicato a fornire consulenza psicologica a persone omosessuali che intendono prendere in affido o adottare un minore o lo abbiano già fatto (al numero 02 8484 4448) e a organizzare momenti di formazione e consulenza per le figure professionali che operano nell’ambito dell’affido e dell’adozione.

«Ciai concorda con l’Associazione Italiana di Psicologia che dichiara che “i bambini e le bambine hanno bisogno di adulti in grado di garantire loro cura e protezione, insegnare il senso del limite, favorire tanto l’esperienza dell’appartenenza quanto quella dell’autonomia, negoziare conflitti e divergenze, superare incertezze e paure, sviluppare competenze emotive e sociali”. Avendo fatte proprie queste convinzioni e con il consenso della propria base associativa, Ciai continuerà nel percorso di conoscenza e di apertura a nuovi progetti di intervento su queste tematiche e sui nuovi modelli familiari, mantenendo saldi i propri principi e con uno sguardo sempre rivolto al superiore interesse di tutti i bambini e le bambine. Proseguirà il suo impegno nell’accompagnare e sostenere con competenza, passione e amore tutte le famiglie, riconoscendo le specificità di ciascuna, in un tempo che cambia e che ancora cambierà».

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