Welfare

Puglia, la legge tradita da chi non rispetta il collocamento mirato

Attraverso i dati pubblicati sui portali dedicati delle sei province pugliesi, emerge una regione che fatica ancora molto a garantire il rispetto della legge 68/99 sul collocamento mirato e a promuovere l’inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Tante scoperture tra le aziende pubbliche e private

di Emiliano Moccia

Acciaierie Italia è il più grande gruppo siderurgico italiano. Dall’automotive alle costruzioni, dalla manifattura al settore alimentare, produce l’acciaio necessario alle imprese operanti nell’industria italiana ed europea. Inaugurato il 27 novembre 1964, lo stabilimento siderurgico di Taranto è il più grande d’Europa e al mondo. Nonostante questo, però, oggi conta 562 scoperture di quote di lavoro destinate a persone con disabilità che secondo la legge 68/99 sul collocamento mirato, dovrebbero essere assunte e occupate. Nello stesso territorio, lo stabilimento Leonardo Spa di Grottaglie è impegnato nella produzione delle fusoliere per gli aerei civili Boeing 787. Nel 2023 registra 75 scoperture di posti lavoro che per legge spetterebbero a persone con disabilità. Non va meglio all’Arsenale Militare Marittimo di Taranto del Ministero della Difesa, che di scoperture ne conta 11. I dati pubblicati sul sito Sintesi della provincia di Taranto aiutano a conoscere in tempo reale l’attuale fotografia sulle scoperture delle aziende pubbliche e private obbligate all’assunzione in base alle “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, la legge 68 del 1999, che disciplina il collocamento delle persone con disabilità.

Sintesi è l’acronimo di Sistema INTEgrato dei servizi per l’impiego dell’Agenzia regionale politiche attive del lavoro della Regione Puglia. L’Arpal è nata per svolgere funzioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, garantendo l’erogazione dei servizi per l’impiego. Tra le sue articolazioni operativo-funzionali rientrano anche i Centri per l’impiego e gli Uffici per il collocamento mirato disabili. I portali Sintesi delle sei province pugliesi, quindi, non solo offrono tutte le informazioni possibili per accompagnare i cittadini nella ricerca attiva del lavoro, ma sono anche di supporto alle aziende pubbliche e private in cerca di personale. Ed ogni sito provinciale pubblica, in modo trasparente, l’elenco delle aziende obbligate all’assunzione obbligatoria. L’immagine che ne viene fuori, dunque, è quella di una regione che fatica ancora molto a garantire il rispetto della normativa e a promuovere l’inserimento e l’integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro attraverso il cosiddetto collocamento mirato.

Elenco scoperture delle aziende obbligate alle assunzioni di cui alla legge 68/99
Provincia di Foggia
Provincia di Taranto
Provincia di Brindisi
Provincia di Barletta-Andria-Trani
Provincia di Lecce
enti pubblici
enti privati
Provincia di Bari

«Le aziende preferiscono ancora oggi pagare la sanzione anziché assumere le persone in base alla quote previste dagli obblighi normativi» spiega Federica Guidacci, operatrice dell’ufficio collocamento mirato disabili di Foggia. «L’articolo 3 della legge 68 prevede che l’obbligo occupazionale di lavoratori con disabilità insorge, per i datori di lavoro pubblici e privati, nei seguenti casi: da 15 a 35 dipendenti, un lavoratore; da 36 a 50 dipendenti, due lavoratori; con più di 50 dipendenti, il 7% dei lavoratori occupati». Eppure, c’è chi preferisce pagare le sanzioni per la violazione degli obblighi di assunzione dei lavoratori con disabilità, anziché assumere con una delle forme contrattuali previste. Il contributo versato al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili è pari a 39,21 euro al giorno per ciascun lavoratore con disabilità non assunto.

Le imprese con più di 35 dipendenti possono, dunque, chiedere al servizio provinciale del lavoro di essere parzialmente esonerate dall’obbligo di assumere l’intera percentuale di lavoratori con disabilità prescritta. Senza contare, le altre sanzioni amministrative che scattano in caso di mancata presentazione nei termini del Prospetto informativo disabili. Ma le aziende, approfondendo lo sguardo sui dati pubblicati dalle province pugliesi sul portale Sintesi, sembrano non essere particolarmente spaventate da queste sanzioni.

Secondo i dati riferiti al 2022, l’Azienda sanitaria locale di Foggia, per esempio, ha 119 scoperture; l’azienda ospedaliero-universitaria Ospedali Riuniti ne conta 46. La Industriamec srl ha 10 posti vacanti. In totale nella sola provincia di Foggia sono 448 le scoperture e coinvolgono 124 aziende, tra pubblico e privato. «Per quanto riguarda la provincia di Foggia, le mansioni che sponsorizziamo maggiormente, perché in base alla nostra esperienza sono quelle che garantiscono maggiori possibilità di incrocio tra domanda ed offerta di lavoro, sono quelle da impiegato contabile ed amministrativo, addetto alle vendite, operaio generico, operatore pluriservizi» evidenzia Guidacci. «Qualifiche, capacità e competenze di lavoratori che vanno messe a valore per favorire l’inserimento occupazionale».

«A distanza di 24 anni dalla legge sul collocamento mirato parliamo ancora dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità come se fosse un’eccezione e non la normalità. Ci sono ancora tante aziende che devono adempiere agli obblighi di legge e noi le stimoliamo affinché possano farlo» aggiunge Michele Foglio, di Anpal servizi, l’agenzia nazionale politiche attive del lavoro. «Per andare oltre l’obbligo normativo serve soprattutto un nuovo approccio culturale, un’analisi del bisogno complesso, serve la cooperazione di tutti gli attori principali per realizzare percorsi integrati a sostegno dell’autonomia delle persone. E’ necessario mettere al centro degli interventi i cittadini più fragili». Del resto, anche nelle altre province della Puglia si registrano scoperture di un certo peso, che riguardano sempre aziende pubbliche private.

A Brindisi la Avio Aereo, con sede legale a Rivalta di Torino, ha una scopertura di 20 unità lavorative. Nella provincia di Barletta-Andria-Trani la Universo salute ne ha 13, mentre l’Asl Bt ne registra 61. L’elenco delle aziende della provincia di Bari è quello meno aggiornato, perché fermo al 2019, ma anche qui emergono aziende di media e grande dimensione con scoperture diverse. E’ il caso dell’Acquedotto pugliese che ne ha 11, della Birra Peroni con 7, della Bridgestone con 16, o dell’Azienda ospedaliera universitaria con 38. Quella di Lecce sembra la provincia più virtuosa, almeno per quanto riguarda gli enti pubblici, dove secondo l’elenco risultano meno scoperture. Mentre tra i privati la Gda di Galatina ne ha 16, la Leo shoes ne registra 15, la Manifattura Salento ha 10 posti vacanti.

A volte la mancanza di controlli facilita la vita delle aziende, che fino a quando non vengono pizzicate possono evitare di dichiarare il numero di quote di lavoro previste per le persone con disabilità e di mettersi in regola. Anche se la Regione Puglia sta sollecitando le imprese pubbliche e private a stipulare delle convenzioni secondo l’articolo 11 della legge 68/99. Come hanno iniziato a fare molte aziende che – anche negli elenchi pubblicati – risultano aver avviato questa importate opzione.

«Le convenzioni di programma sono degli accordi stipulati tra impresa e Agenzia del lavoro per la copertura della quota d’obbligo tramite il graduale inserimento delle persone con disabilità» prosegue Guidacci. «Le convenzioni accompagnano le aziende in questo percorso, aiutandole a calibrare gli inserimenti su mansioni semplici o conseguibili anche mediante l’utilizzo di specifici interventi formativi». Nel 2022, per dare un’idea, in provincia di Foggia sono state effettuate 20 convenzioni che si sviluppano tra stipula, monitoraggio, effetti. Perché al termine del programma previsto, i datori di lavoro devono aver assunto al loro obbligo di legge. La sfida, quindi, è quella di trovare la persona giusta al momento giusto. «Nessuno chiede alle aziende di assumere personale che non serve. Non c’è l’imposizione di un soggetto qualunque, perché l’azienda può scegliere il profilo iscritto nella lista dei collocamento mirato più adeguato alle sue esigenze» conclude Foglio.

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