Welfare

L’intelligenza artificiale per l’inclusione 3.0

Da circa tre anni il centro Orizzonte della Cooperativa sociale il Faro di Macerata, grazie al progetto “Come a casa” utilizza la tecnologia per supportare l’équipe di professionisti, nel trattamento dei bambini con diagnosi dello spettro autistico. Un’iniziativa che ha portato anche a dei riconoscimenti a livello nazionale e internazionale

di Antonietta Nembri

Si chiama “Come a casa” ed è l’acronimo di “Centro Orizzonte Metodi Educativi Analisi Comportamentale Applicata Sindrome Autismo”, il progetto che da circa tre anni il centro della cooperativa sociale Il Faro di Macerata ha messo in campo per migliorare nella regione Marche la qualità della vita dei bambini con autismo e delle loro famiglie, potenziare i servizi, introdurre nuove tecnologie, costruire una comunità educante con finalità inclusive, rafforzare le "soft-hard skills" dei professionisti.

Grazie alla realizzazione di laboratori educativi nel Centro diagnostico "Orizzonte" a Macerata e in altri centri delle Marche, gli operatori del Faro pongono attenzione alle diverse aree della disabilità per lo sviluppo del bambino: cognitiva, comportamentale, comunicativa, relazionale e affettiva.

Attraverso Abaco, il nome del portale online di Presa Dati Aba, i dati – grazie anche all’utilizzo di tablet che ne consentono l’immissione in tempo reale – sono immediatamente accessibili a tutta l’équipe che ha in carico il bambino, dal terapista al logopedista, ma anche l’analista del comportamento che, spiegano alla cooperativa, in base all’andamento degli stessi, può decidere se modificare o far rimanere invariate le procedure o i programmi di insegnamento, così da rendere più efficiente l’intervento. Gli algoritmi Ai (intelligenza artificiale), permettono l’analisi automatica di alcuni target come lo svolgimento della sequenza necessaria al lavaggio mani e/o il rilevamento di stereotipie durante la sessione, grazie all’utilizzo di telecamere intelligenti e l’aiuto fornito dal terapista.



Qui e in apertura alcuni momenti di attività della cooperativa il Faro, in basso il momento della premiazione

Tra i vantaggi che derivano dall’uso delle tecnologie vi è la fruizione immediata dei dati che si ricavano durante la sessione; inoltre si favorisce il dialogo tra tutti i professionisti sui dati ricavati che fotografano di volta in volta, in maniera fedele ed univoca, i progressi del bambino, così da cucire programmi educativi su misura per ciascuno.

Ed è proprio per il progetto Come a Casa che la cooperativa sociale Il Faro ha vinto il “Premio Inclusione sociale 3.0” che, giunto alla sua quinta edizione, è promosso dall’Università maceratese per valorizzare realtà nazionali e internazionali che operano per attivare percorsi e progetti volti all’integrazione di persone con disabilità.
Il Premio dell'Università ha riconosciuto il lavoro che viene portato avanti riguardo all'accoglienza del bambino e della famiglia nella comunità, per facilitarne l'integrazione sociale, umana e scolastica.

«Per noi la persona è il bene più prezioso: per questo con passione, professionalità e responsabilità ci adoperiamo per valorizzare la dignità di chi incontriamo, e per restituire sollievo e speranza a chi si affida a noi» sottolinea Marcello Naldini, project manager della cooperativa che, nata nel 1990 per offrire sul territorio marchigiano servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi, da oltre trent’anni si riconosce nello slogan “Insieme dove c’è bisogno”.

Immagini fornite da Ufficio stampa

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