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Ridateci lo statuto e salveremoil lavoro

Presentato più di un anno fa al Senato, il disegno di legge s’è perso in Parlamento.Eppure contiene norme innovative per lo sviluppo delle aziende sociali e dell’occupazione.

di Francesco Maggio

Che fine ha fatto lo statuto del socio lavoratore di cooperativa? In quale secca si è incagliata la navigazione parlamentare del disegno di legge n. 3512 presentato oltre un anno fa in Senato allo scopo di regolamentarne lo status giuridico? Perché non è ancora cominciata la discussione in aula? Sono diversi gli interrogativi che suscita il silenzio pressoché assoluto calato su questo provvedimento molto atteso dal non profit, che si propone di disciplinare la figura del socio lavoratore delle cooperative di produzione e lavoro. Di colui il quale, cioé, svolge al suo interno un?attività lavorativa essendo al contempo anche contitolare dell?impresa. Questo vuoto legislativo ha alimentato per lungo tempo un acceso dibattito tra i sostenitori della tesi che il socio lavoratore fosse da considerarsi un lavoratore subordinato a tutti gli effetti e quelli che invece, ponendo l?accento sugli aspetti legati alla natura associativa del rapporto, ritenevano non vi fossero affatto i presupposti giuridico-economici per giungere ad una simile conclusione. Col risultato finale che non di rado, l?assenza di regolamentazione ha finito con il tradursi in un pretesto per molte cooperative per approvvigionarsi di manodopera a basso costo con conseguenze alquanto prevedibili in termini di lavoro sommerso, precaria qualità dei servizi erogati, disincentivo all?autoimprenditorialità, mortificazione degli stessi ideali del movimento cooperativo. Per tali ragioni il governo aveva deciso, dapprima di istituire agli inizi del ?98 una commissione che elaborasse in tempi brevi una proposta per disciplinare la materia e poi di emanare nel settembre dello stesso anno, sulla scorta di quanto emerso dai lavori della commissione, un disegno di legge ad hoc, appunto il ddl n. 3512 (vedi box) che il Terzo settore considera quantomai utile e innovativo. «Il disegno di legge rappresenta una valida mediazione tra i diritti dei lavoratori e la necessità che la cooperativa possa svolgere al meglio la sua attività imprenditoriale», sottolinea l?onorevole Vasco Giannotti, presidente della Commssione ?Non profit e Occupazione? operativa dal luglio scorso presso il ministero del Lavoro. «Inoltre», continua, «il nuovo statuto potrebbe rappresentare il perno attorno al quale far ruotare tutta la riforma dell?impresa sociale che si prefigge di estendere l?applicabilità di alcune norme del codice civile in materia societaria anche agli enti non lucrativi». Gli fa eco il professor Carlo Borzaga, membro della Commisione istituita dal Governo nel ?98: «La regolamentazione giuridica del socio lavoratore apporterebbe tutta una serie di vantaggi al mondo cooperativo come per esempio la definizione pattuita dei salari di ingresso, delle varie forme di lavoro, si eliminerebbe la distorsione anacronistica dei salari cosiddetti convenzionali, si chiederebbe alle cooperative una maggiore consapevolezza nella gestione dei rapporti di lavoro. Ne deriverebbe un importante impulso alla creazione di nuova occupazione». Anche oltre confine, poi, il consenso non manca. La Cecop (confederazione europea delle cooperative di produzione e lavoro associato) infatti, si avvia a concludere un progetto di ricerca, denominato proprio ?Progetto Cecop?, finalizzato alla stesura di uno statuto del socio lavoratore ispirato a linee guida comuni ai vari Paesi dell?Unione ed a tal fine guarda con grande interesse al modello italiano previsto dal ddl n. 3512. Insomma, ci sarebbero tutte le condizioni per far bella figura anche con l?Europa. Ma da circa quindici mesi il disegno di legge langue in Parlamento, ha passato solo il vaglio della Commissione Lavoro del Senato e deve ancora essere calendarizzata la discussione in aula. Di fatto, questo significa che si assottigliano sempre di più le probabilità che esso venga approvato entro la fine dell?attuale legislatura, peraltro senza che l?impianto originario venga stravolto. Tutto ciò non è semplicemente incomprensibile? Sette articoli in attesa di un voto Il disegno di legge n. 3512, intitolato ?Revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del socio lavoratore?, si compone di 7 articoli e ruota, fondamentalmente, attorno ai seguenti tre capisaldi: a) il riconoscimento di una doppia natura giuridica del socio lavoratore, a seconda dei casi, subordinato, autonomo, collaboratore coordinato e continuativo o di altro tipo; b) l?applicabilità per i soci di cooperative di lavoro di alcuni articoli dello Statuto dei lavoratori in materia di libertà sindacale e di trattamenti economici ulteriori rispetto a quelli minimi previsti, che l?assemblea dei soci potrà discrezionalmente deliberare; c) la previsione di una procedura di certificazione dei regolamenti adottati dalle cooperative per disciplinare i rapporti di lavoro, da effettuarsi ad opera delle Direzioni provinciali del lavoro, in cui saranno presenti le organizzazioni cooperative e le associazioni sindacali. Al riguardo, poi, il ddl n. 3512 delega al governo il compito di emanare le disposizioni di legge in materia di certificazione, necessarie a garantire la trasparenza della duplice attività contrattuale posta in essere dalla cooperativa e dal socio.


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