Non profit

Soldi e volontari? Clicca sul sociale.

Ecco una mappa per navigare sicuri nel mondo senza scopo di lucro.

di Carlotta Jesi

«Lavora duro. Divertiti. Cambia il mondo». Questo motto di Jeff Bezo, l’inventore di Amazon.com, riassume il succo di molte imprese on-line. Comprese quelle senza fini di lucro, che nel cyberspazio stanno realizzando progetti un tempo ritenuti impossibili.
Come far incontrare la domanda e l’offerta di volontari negli Stati Uniti con annunci vocali, impresa in cui dal 1997 si cimenta la http://volunteermatch.org/di Palo Alto, California. Che su Internet ha intrecciato bisogni e disponibilità di 78 mila persone: immigrati con problemi di lingua e insegnanti d’inglese, psicologi e gruppi di auto aiuto contro l’esclusione sociale, parchi inquinati e attivisti verdi. Possibile? Di più: facilissimo.
Digitando sul sito il proprio codice postale, i cybernauti disposti a dedicare un po’ del loro tempo agli altri si trovano di fronte una lunga lista di opportunità tra cui scegliere indicando le attività per cui ci si sente più portati o la distanza da casa che si è disposti a percorrere ogni giorno. Non trovare il sito è praticamente impossibile: la Volunteermatch ha stretto accordi con i principali portali di Internet, Yahoo! in testa, che dalla non profit ricevono una percentuale dei profitti pubblicitari del sito.
Una strategia vincente che non stupisce dato che Volunteermatch.org può contare su figure chiave del business in rete come Vinton Cerf di Mci, l’amministratore delegato di Novell Eric Schmidt, il direttore scientifico di Sun John Gage e il capitalista John Fisher.
Non meno interessante è la sfida che si gioca a www.PlanetFinance.org, fondato nel 1998 da Jaques Attali. L’ex dirigente della Banca per la ricostruzione e lo sviluppo che sulla rete ha lanciato una società di rating per il microcredito in favore dello sviluppo.
Una sorta di Standard & Poor’s del settore non profit, che per la prima volta consente agli investitori tradizionali di misurare l’affidabilità degli istituti di microcredito. Finora sono stati testati 15 istituti in Africa, Asia e Sud America pubblicandone i risultati sul sito.
Dove si trova anche una biblioteca online con 300 documenti, 2000 riferimenti bibliografici e link a 1500 siti di interesse. A dirigere il sito, di fatto un po’ avaro di informazioni immediate per visitatori casuali, oggi è un pool di banchieri, finanzieri e business leader, specialmente europei e francesi, tra cui figura anche l’ex primo ministro israeliano Shimon Peres.
Economia, informazioni e opportunità di business sociali in tutti i Paesi europei è invece la principale ricchezza di www.aries.eu.int. Un sito web lanciato nel 1992 a Bruxelles dalla Confederazione europea delle cooperative sociali (Cecop), l’Euro Citizen Action Service e il European Foundation Centre che oggi undici Paesi europei aggiornano personalmente ogni settimana con informazioni su proposte, dibattiti e nuove leggi sul Terzo settore.
Tra le rubriche più visitate da economisti e operatori non profit, quelle dedicate ai fondi strutturali per il nuovo millennio e a far incontrare finanziamenti e progetti di economia sociale in Europa. Forum di discussione, informazioni finanziarie e cataloghi aggiornati di bandi e iniziative comunitarie, insieme a una rassegna stampa mensile in inglese e francese delle più importanti notizie sociali del vecchio continente inviata via posta elettronica, sono tra le offerte più interessanti di Aries. Che per facilità di navigazione, ricchezza di contenuti e grafica è un ottimo punto di partenza per viaggi virtuali nell’Europa sociale.

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