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Caro Ministro Abodi, non basta uno spot di Fiorello per (ri)conquistare noi giovani
Fiorello chiama all’appello i giovani per l’imminente chiusura del bando del Servizio civile. Ma non basta un appello a rimettere in carreggiata il bando più grande da oltre 71mila posti. l giovani della Consulta del Servizio civile chiedono «ascolto e confronto per mettere a punto nuove idee per il servizio civile e strumenti differenti da quelli di oggi che rendano più agile e attuali le proposte»
di Luca Cereda
Fiorello, celebre personagio tv che non ha bisogno di presentazioni, dalla tribuna televisiva “W Rai 2” ha fatto un appello ai giovani tra i 18 e i 28 anni: «Avete la possibilità di candidarvi ad una delle 71.550 posizioni aperte per il servizio civile, è possibile fare domanda fino al 20 febbraio».
Il video di Fiorello su "W Rai 2" promuove il bando di servizio civile. QUI la puntata
Questo per via di una proroga voluta dal dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile visto che al 10febbraio, data originaria della chiusura dell’invio delle domande – come abbiamo raccontato nella nostra recente inchiesta – le domande dei giovani per il bando in corso scendono fino a punte del 40% rispetto al 2022. E tra le 10 principali realtà che mettono a bando posti, molte hanno indugiato sulla fatica a comunicare che cos’è il Servizio civile, come funzioni e che tipo di proposta formativa sia. «Non può essere certo il "comico" siciliano sul “gong” della chiusura del bando a cambiare la situazione e a tirare la voltata alle iscrizioni dei giovani», chiosa Tamir El Bendary, referente del Lazio e il Centro Italia per la consulta dei giovani del Servizio civile.
Fiorello inoltre parlando in Tv, dirige l’appello ai nonni, tutt'al più ai genitori dei ragazzi. «Noi “giovani che stiamo disertando il Servizio civile” siamo gli stessi che in prima persona nella pandemia quando ai nostri nonni e genitori era chiesto di stare a casa per il rischio di contrarre forme gravi di Covid, abbiamo inondato di richieste le organizzazioni di volontariato, con la nostra disponibilità».
Secondo il rappresentante dei volontari in servizio civile «bisogna creare un tavolo degli enti del Servizio civile insieme al Dipartimento, senza escludere i giovani per capire dove lavorare per migliorare il servizio civile e i progetti presentati».
Il servizio civile inoltre è appesantito da molta burocrazia. Oggi per un permesso di una giornata per un esame universitario, è enorme la modulistica da compilare per l’ente e il ragazzo stesso per ottenere una manciata di ore. Inoltre la partenza dei progetti a maggio spesso esclude i giovani delle superiori che finiscono il percorso di studi in estate: anche il servizio civile potrebbe partire da settembre per dare l’estate ai ragazzi di pensare cosa si vuole fare. Noi speriamo che si possa lavorare per avere un comunicazione efficace fra gli stessi enti del servizio civile, che permetta ai giovani di potersi interfacciare con la pubblica amministrazione in maniera più agile e poter poi, da un lato contribuire alla costruzione dello spirito di comunità e l’acquisizione di competenze e capacità relazionali, dall’altro, permettere agli stessi, di potersi mettere a disposizione di altri giovani. Stiamo lavorando per un primo spazio, mai esistito ad oggi per la rappresentanza in cui si crei un primo punto di ascolto, delle postazioni ed un call center, i giovani che aiutano altri giovani. Occorre dare avvio a una nuova era, la rappresentanza dei volontari del servizio civile è il primo passo per mettere nelle condizioni i ragazzi di darsi al servizio al prossimo e imparare al meglio da questa esperienza», conclude Tamir El Bendary.
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