Volontariato

Sì lo dico, la droga è merda

Dalla "tournée dei profumi" Jovanotti risponde a chi l'aveva accusato di non assumersi responsabilità davanti al dramma dell'ecstasy.

di Tito Gilberto

«La droga è merda. È decisamente merda. E l’ecstasy è la merda più grande di tutte». Parla Jovanotti. E dopo le polemiche parla anche di droga. Senza esitazioni: Lorenzo Cherubini prende posizione contro. Lo avevano accusato di essersi sottratto alla lotta. Lo volevano per uno spot rivolto ai giovani, lui non era disponibile. Eppure Jovanotti ha molto da dire e da spiegare, e lo ha fatto al microfono di “Verissimo”, il programma di Canale 5 curato da Carlo Rossella per cui lavoro. Eravamo a Genova, dietro le quinte della tournée. Le dichiarazioni, in un montaggio serrato, sono durate pochi minuti, ma sufficienti per trasformarsi in un forte messaggio antidroga: Cristina Parodi va in onda alle 18, i ragazzi la guardano. Per “Vita” invece ecco qui il testo integrale dell’intervista, in cui Jovanotti parla sì di droga ma anche di musica, famiglia, volontariato, gioia di vivere. Jovanotti in tournée. Di’ la verità, tu ti diverti un sacco, da sempre. Quando ti sei accorto dell’ispirazione musicale, da ragazzino? Non l’ho ancora scoperto in realtà. Spero di scoprirlo prima o poi. (ride). La musica per te è allora ancora un hobby? È una ricerca continua. Non credo all’ispirazione. Credo nel lavoro, nell’impegno. Nell’applicarsi su qualcosa che ti piace, che ti appassiona. L’ispirazione è qualcosa che viene dopo, una specie di premio finale a un lavoro intenso e costante. Tu hai due fratelli. Due fratelli e una sorella. Che fanno? Mio fratello grande, Umberto, lavora in banca. Però la sua vita è dedicata più che altro al volontariato. Si occupa di adozione a distanza nei paesi africani e sudamericani. Dedica tutto il suo tempo libero a questo. Invece mio fratello Bernardo lavora in tv. Una volta per Canale 5, adesso per un’emittente via cavo. Cerca anche lui qualcosa nel mondo dello spettacolo dopo vent’anni di esperienza nei villaggi vacanza. E tua sorella? Mia sorella scrive “Vivere”, la telenovela italiana che sta andando benissimo. È autrice e sceneggiatrice. Complimenti… alla famiglia. Tutti creativi. Lei ha fatto il centro sperimentale di cinematografia e si è laureata in lettere, con una tesi in sceneggiatura. Ha trovato questo lavoro a Mediaset, si diverte, la pagano bene, “Vivere” ha un successo strepitoso. E il merito è anche un po’ suo, credo. Poi nella tua vita arrivò un raggio di sole. Ne sono arrivati diversi. Uno grandissimo che ha illuminato completamente il mio spazio… è l’amore, mia moglie Francesca… che poi ha seminato e fruttato una bellisima bambina, Teresa. Come sta? Bene, è con i nonni in Toscana. Portarla con noi in tournée sarebbe una fatica. Soprattutto per lei. Quando torni a casa com’è? È allegra. Vicino a casa nostra c’è un maneggio. Guarda i cavalli, i cani. Adesso cammina. Si va in giro, si gioca. Io le suono la chitarra, lei sta cominciando a picchiare sulle percussioni. Sai la mia casa è cosparsa in ogni angolo di strumenti musicali. Vorresti altri figli? Mi piacerebbe avere tanti bimbi. Ma chi ha figli sa che per la mamma, specialmente, è un impegno intenso. Credo che sia in assoluto il lavoro più impegnativo del mondo. Prima pensavo che fosse il mio. Ma poi mi sono ricreduto: fare la mamma lo è di più. Insomma sei un ragazzo fortunato? Grazie a Dio sì. Ti va tutto per il suo verso? Con alti e bassi. Non in senso assoluto. Come, proprio tu: non pensi positivo? I momenti bassi ci sono per tutti, anche per i più fortunati. Come li superi? A volte non li supero. Si superano da soli. Passano. Dei giovani che vengono a sentirti, cosa pensi? Bella gente. Mai una rissa, mai un incidente. Facce simpatiche. Questa è una tournée particolare, la tournée dei profumi. Sì, anche dei profumi, però delle canzoni, della danza, della festa. Poi ci sono anche i profumi, che vengono vaporizzati sul pubblico durante le canzoni. La gente impazzisce: è un’emozione. Profumi di che? Sono sei aromi diversi: borotalco, cappuccino, arancia, incenso indiano, rosa e fiori. Veramente curiosando tra i camerini ho sentito profumo di spaghetti all’amatriciana e poi di canfora. L’amatriciana non la mangio perché non mangio carne e lì c’è la pancetta. Però il suo profumo mi piace. La canfora serve per i massaggi prima e dopo i concerti. Una fatica. Ogni sera perdo quattro chili, dall’inizio della tournée ne ho persi sette. Ve la consiglio come dieta… Tu hai scelto i profumi, eppure c’è una puzza che gira per l’Italia: è la puzza di ecstasy. In realtà l’ecstasy non ha odore. È una droga senza odore, tecnologica, fredda. Per un mondo freddo, che ha l’illusione di trovare soluzioni facili ai problemi, soluzioni immediate. Perciò l’ecstasy è una droga bugiarda, la più bugiarda di tutte le droghe. Io non sono un esperto perché non ne ho mai usate. Anche se lavorando per tanti anni nelle discoteche e nei locali sono stato testimone, a volte, dell’uso. Ma io non fumo sigarette, né bevo alcol, figuriamoci le pasticche. L’ecstasy è una droga micidiale. Ma la droga puzza? Cosa significa la droga puzza? Significa che la droga è merda. O no? Sì. La droga è merda. È decisamente merda. Ma è abbastanza facile liquidare la droga così. La droga è un problema. Ci sono circostanze che portano un ragazzo ad avere bisogno della droga. Bisogna studiare e capire il perché. Naturalmente la droga è la più grande merda. Perché è la grande bugia, il grande inganno. Perciò non si può non essere contro la droga. Il problema è però è essere a favore di qualcos’altro, qualcosa che faccia vivere e non morire. Cantanti, smettetela «Cari cantanti, se non volete fare gli spot, almeno non drogatevi». Questo l’invito-shock rivolto da don Antonio Mazzi, fondatore dei Exodus, dai microfoni di Radio 24 nel corso della trasmissione “Senza fine di lucro”. L’argomento di domenica 21 novembre era proprio la droga, e le pasticche di ecstasy in particolare. E don Mazzi è andato giù duro. «Ho tanti amici nel mondo dello spettacolo» ha detto. «Alcuni sono impegnati socialmente, altri no. Io non contesto le loro scelte, ci mancherebbe: se uno non se la sente di fare il testimonial per una campagna, nessuno lo obbliga. Ma è anche vero che c’è tanta ipocrisia. A parole nessuno è a favore della droga, ma poi qualcuno la prende, anche dietro le quinte degli spettacoli. E allora io dico: se non vuoi fare prediche, almeno smetti di drogarti». “Senza fine di lucro”, condotta in studio da Riccardo Bonacina e Gabriella Meroni (in redazione Francesco Maggio) va in onda su Radio 24 ogni domenica mattina dalle 9 alle 10 (per intervenire, n°verde 800.28. 12.12).


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