Formazione
FMI: per il Nobel Stiglitz è tutto da riafare
Sono necessarie profonde riforme del Fondo Monetario Internazionale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che devono spostare l'attenzione sulle politiche di sviluppo per i paesi più poveri.
di Paul Ricard
Sono necessarie profonde riforme del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che devono spostare l’attenzione sulle politiche di sviluppo per i paesi più poveri. Lo ha affermato il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz lanciando un duro j’accuse contro l’Fmi che in Argentina starebbe ripetendo gli stessi errori commessi con la crisi asiatica del 1997, risparmiando sacrifici alle classi medio alte e non alle fasce più povere della popolazione. Il professore della Columbia -che è stato chief economist della Banca Mondiale fra il 1997 e il 2000 oltre ad aver lavorato all’Fmi e alla Wto stessa- e che è stato insignito del Nobel per la scoperta delle ‘asimmetrie dell’informazione’ ha accusato la Wto di ”politiche molto infelici” nei confronti dei paesi in via di sviluppo. A giudizio di Stiglitz l’Fmi e la Wto devono essere ”più aperte e trasparenti: dovrebbero essere istituzioni democratiche ma spesso, nonostante queste istituzioni siano finanziate con denaro pubblico, è assai difficile avere informazioni sui programmi in corso”. In particolare sarebbero necessarie politiche più orientate alla crescita dei paesi poveri, con un forte accento sull’educazione, la salute e maggiori opportunità per tutti. ”Il Fondo Monetario prende decisioni che riguardano la vita di milioni di persone ma le uniche voci che vengono ascoltate sono quelle della comunità finanziaria. Il mondo del lavoro, dell’ambiente, il sindacato e gli stessi ministri non vengono interpellati” ha detto ancora l’economista che è diventato uno dei ‘guru’ più ascoltati del movimento no-global, nonostante non si sia mai espresso contro la globalizzazione che, a suo giudizio, ”avrebbe una grande forza per portare benefici, ma viene spesso applicata in modo da nuocere ai più poveri”.
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