Famiglia

Natalità, il Papa: «Alimentare la speranza»

Agli Stati generali, stamane, l'atteso intervento di Francesco: «La famiglia non è parte del problema, ma della sua soluzione». La presidente del Consiglio gli fa eco: «I figli sono la prima pietra della costruzione di qualsiasi futuro». De Palo: «Un piano Marshall per far ripartire la natalità»

di Redazione

«Il futuro non pare incerto, lo è. In un contesto di incertezze e fragilità le giovani generazioni sperimentano una sensazione di precarietà per cui il domani sembra una montagna da scalare. Ma dalla crisi non si esce da soli: o siamo tutti uniti o non lo siamo». Parola di Papa Francesco: il suo intervento è il momento più atteso della terza edizione degli Stati generali della natalità, la due giorni in programma all’Auditorium della Conciliazione a Roma (forze dell’ordine in allerta, pedonalizzate le strade intorno a San Pietro). La crisi è quella della natalità: l’inverno demografico.

Dopo l’apertura di giovedì (con il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i numeri dell’Istat, le riflessioni di Gian Carlo Blangiardo e della politica), gli occhi erano puntati su Papa Francesco. Voce ferma, sereno. «Non tollero dolore» dice prima del suo intervento (alla fine del quale si è alzato in piedi, prima di ricevere un bonsai in omaggio).

La famiglia, sottolinea il Papa, «non è parte del problema, ma della sua soluzione». Sul palco insieme alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (vestita di bianco), e Gigi De Palo, il presidente della Fondazione per la natalità (che ha promosso l’evento) e già presidente del Forum delle associazioni familiari alla testa del quale ha condotto per anni un'intensa battaglia per sensibilizzare la politica. Accanto a loro un gruppo di giovanissimi studenti dell'Istituto Paritario Villa Flaminia (erano posizionati alle spalle di questo parterre e hanno ascoltato con attenzione gli interventi, senza battere ciglio, con curiosità, quasi rapiti), il Santo Padre è stato accolto da una vera e propria ovazione.

«La sfida della natalità è questione di speranza, che non è illusione o vago ottimismo, è una virtù concreta, è un atteggiamento di vita, si nutre dell'impegno e cresce quando siamo partecipi e coinvolti nel dare senso. Alimentare la speranza è un'azione sociale, intellettuale, artistica nel senso più alto della parola ossia mettere le proprie risorse al servizio comune. La speranza non delude».

Approccio sussidiario

Per la presidente del Consiglio «i figli sono la prima pietra della costruzione di qualsiasi futuro. Qualcuno dirà che vogliamo uno Stato etico, no: vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro». Nel suo intervento Meloni sottolinea: «Noi vogliamo restituire agli italiani un Paese in cui essere padri e madri sia un valore socialmente riconosciuto e non un fatto privato. Una nazione in cui fare un figlio è una cosa bellissima, che non ti toglie niente e non ti impedisce niente e che ti dà tantissimo. Per decenni la cultura dominante ci ha detto il contrario, io penso sia il momento di invertire la tendenza. Noi vogliamo una nazione nella quale non sia più scandaloso dire che qualsiasi siano le legittime, libere scelte e inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e da una donna».

Dal piano Marshall per la natalità al sostegno alle imprese

Ad aprire la seconda tappa dell’iniziativa ancora una volta, come ieri, un emozionato Gigi De Palo. «L’obiettivo di questi Stati generali della natalità era quello di provare a fare in modo che in Italia si parlasse di natalità per due giorni. E ci siamo riusciti. Adesso – aggiunge – è il momento della sintesi. Questo è il momento di combattere insieme contro un nemico più grande».

De Palo lancia anche una sorta di piano di azione in quattro punti. «Provare a darci un obiettivo strategico di Paese per i prossimi 10 anni capace di andare oltre i Governi. Una campagna sociale, culturale, economica, politica, mediatica e sanitaria. Una sorta di Pnrr italiano. Un piano Marshall per far ripartire la natalità. Un patto che ci coinvolga tutti. Quale? Arrivare a quota 500 mila nuovi nati entro il 2033». Il secondo passaggio fa leva, come detto nella giornata di apertura da Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle famiglie, sul istituzione di un assegno unico «più sostanzioso», da inserire «già nella prossima legge di bilancio», all’interno «di una riforma fiscale che tenga conto della composizione familiare e del numero dei figli, e modificare dell’Isee».

Per De Palo occorre poi dare «certezze ai giovani. Diamogli contratti di lavoro certi. Diamogli la possibilità di prendere un mutuo per la prima casa senza dover ricorrere ai genitori come garanti». Da ultimo è necessario aiutare «le aziende», «per fare in modo che le donne non siano mai costrette a dover scegliere tra il lavoro e la famiglia. La maternità è un valore aggiunto e non una diminutio per chi lavora».

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