Formazione
OGM: per Coldiretti a rischio controlli su import
Controlli di campionamento e diagnostica solo sul 15% dei carichi allo sbarco nei porti italiani. A rischio la semina Ogm free per soia e mais
di Redazione
Il conflitto di competenze sui controlli delle sementi importate, mette a rischio la semina Ogm free per soia e mais ed il rispetto delle rigorose norme adottate in Italia per garantire la tolleranza zero nei confronti delle contaminazioni. A lanciare l’allarme è la Coldiretti in seguito alla circolare dell’Agenzia delle Dogane inoltrata agli uffici dei porti nella quale il dicastero si impegna a realizzare controlli di campionamento e diagnostica solo sul 15% dei carichi allo sbarco nei porti italiani, demandando così la restante quota agli uffici di sanità marittima ed agli uffici di fitopatologia presenti nei porti. ”Alla circolare – afferma ancora la Coldiretti – è poi seguita una nota trasmessa dal Ministero della Salute agli Uffici della Sanità Marittima, dove si riscontra che le materie prime vegetali destinate alla semina non rientrano fra le attribuzioni della direzione, mentre gli uffici portuali di fitopatologia non dispongono ad oggi di strumenti tecnici adeguati per fronteggiare le competenze loro assegnate”. ”La situazione e’ inaccettabile – dichiara il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni – perché provoca lo scarico di responsabilità sulle imprese agricole nella fase finale di controllo in campo dopo le semine. La mancanza di chiarezza nei comportamenti della pubblica amministrazione minaccia il rispetto della normativa vigente e lascia privi di ogni tutela le imprese agricole”. Le insufficienze strutturali del sistema dei controlli, secondo l’associazione agricola, potrebbe tradursi in un via libera di fatto all’entrata del seme biotech ed in un implicito boicottaggio alle scelte di valorizzazione qualitativa del sistema produttivo nazionale fatte a garanzia degli imprenditori agricoli e dei consumatori. ”Bisogna attivare – continua la Coldiretti – tutte le sinergie disponibili, fra gli enti e gli istituti competenti, per assicurare la capillarità dei controlli ed evitare che vuoti di potere lascino spazio ad una situazione di ambiguità e di confusione con il rischio di un inconsapevole uso di sementi contaminate da parte degli imprenditori agricoli”. ”Da parte nostra – conclude la Coldiretti – continueremo e rafforzeremo la campagna semina sicura, con il coinvolgimento di tutti gli imprenditori agricoli per la richiesta di adeguate certificazioni ai fornitori e la conservazione dei cartellini delle sementi impiegate al fine di far valere eventuali responsabilità. Si tratta di un’operazione di trasparenza che coinvolge centinaia di migliaia di imprenditori a garanzia del rispetto delle norme vigenti che vietano, in Italia, le coltivazioni ogm e non prevedono una soglia di tolleranza per la presenza accidentale di materiale geneticamente modificato in sementi tradizionali”. Ecco di seguito una tabella in cui è riportato il fabbisogno sementiero di soia e mais in Italia nel 2002 (quantità ed import sono espressi in tonnellate).
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