Cultura

Robero Benigni: meglio di mille girotondi

Il commento di Lucio Brunelli sull'intervento di Roberto Benigni a Sanremo

di Lucio Brunelli

È proprio vero, bisogna proteggerli i comici. Perché sono come i santi, un regalo del cielo. Viviamo in una società che non riesce più a sorridere, al massimo sa sghignazzare. E allora c?è davvero da essere grati quando il cielo ci dona il sorriso per il tramite di un nostro simile. Quando poi, oltre al sorriso, c?è l?emozione per la bellezza non si può chiedere regalo più grande. Roberto Benigni a Sanremo avrà pure riciclato interi numeri del suo vecchio repertorio. Ma i venti milioni di italiani attaccati alla tv non hanno avuto l?impressione di un ?già visto?. La stragrande maggioranza ha riso di cuore per le sue battute e ha assistito con una gamma di sentimenti varianti dalla curiosità alla commozione alla imprevista lettura dei versi di Dante. Quella preghiera a Maria Vergine, «figlia di tuo figlio», che solo la follia di un giullare di Dio poteva ardire di mettere al centro dello spettacolo di un comico, in un palcoscenico dove tutto era immaginabile andasse in scena tranne la ?scandalosa bellezza? di quei versi antichi. Il bello è che l?omaggio alla poesia e alla Madonna non sono stati percepiti dal pubblico, e non lo erano nelle intenzioni del Robertaccio, come una stonatura rispetto al resto della esilarante esibizione, incluso l?omaggio alle vallette con la tentata? incursione sotto le gonne. A sinistra c?è chi è rimasto deluso. Perché si aspettava battute più corrosive all?indirizzo di Berlusconi e forse non ha gradito quella sul girotondo dei bambini morettiani. Non sappiamo se e quanto Benigni si sia coscientemente imposto una prudenza politica. Ma bisogna dire che appare tristissima una sinistra incapace di godere sic et sempliciter dell?allegra ed eversiva poesia del comico toscano. Le idee uliviste di Benigni sono note e nel corso dell?ultima campagna elettorale le ha espresse a suo modo, in modo plateale, sempre in tv, da Biagi. Ma c?è nel personaggio un ?dono? che ormai eccede, e di molto, il gioco della politica. Una maturità, una creatività cresciute negli anni e di cui il film La vita è bella (e certamente il prossimo Pinocchio) sono il segno più evidente. E c?è anche un amore, sì, ingenuamente un amore che sfugge a ogni schema. Amore che non è buonismo, ma «la mano di Dio sulla spalla dell?uomo». Solo una sinistra ideologica e disperata, che ha perso i suoi veri argomenti, può assistere a uno show come quello andato in onda sabato scorso con l?unica ansiosa attesa del ko umoristico al presidente del Consiglio. «Se i politici fanno i comici e i comici fanno i politici è la rovina», ha detto a Sanremo. Farebbero meglio tanti tristi girondini, tanti severi cultori del triplice borrelliano ?resistere? a lasciarsi contagiare almeno un po? dal sorriso e dall??amore? del nostro toscanaccio. Sarebbe un bene per loro e per tutta la sinistra, e forse persino Berlusconi li temerebbe di più.


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