Famiglia

Monterrey: Moore (Wto), abbattere barriere commerciali

Abbattere le barriere commerciali che strangolano i Paesi poveri per combattere la povertà e la fame nel mondo e per offrire nuove occasioni di crescita economica. Ne è convinto il direttore generale

di Redazione

Abbattere le barriere commerciali che strangolano i Paesi in via di sviluppo per combattere la povertà e la fame nel mondo e per offrire nuove occasioni di crescita economica. Ne è convinto il direttore generale del Wto, Mike Moore, che, da Monterrey, rilancia la proposta di una maggiore apertura dei mercati internazionali. Dopo Doha è, infatti, in questi giorni a Monterrey, nel Messico settentrionale, che si discute della necessità di aprire maggiormente i mercati dei Paesi industrializzati ai prodotti dei Pvs. L’occasione è offerta dalla Conferenza Onu sul finanziamento per lo sviluppo che, iniziata lunedì scorso con la partecipazione di 300 ministri provenienti da 157 Paesi del mondo, ieri ha registrato il dibattito tra 58 capi di Stato presente, fra gli altri, lo spagnolo Aznar in rappresentanza dell’Unione Europea, il presidente francese Chirac e il presidente americano Bush. Proprio a Monterrey Moore, che si è trovato d’accordo con il responsabile del programma Onu per lo sviluppo Mark Malloch, è tornato a ripetere che i Paesi ricchi destinano, a discapito degli aiuti internazionali, sempre maggiori risorse sotto forma di sussidi all’agricoltura nazionale, riducendo le importazioni di prodotti alimentari dei Paesi poveri. Migliaia di dollari che vanno in fumo per proteggere la produzione agricola nazionale dei Paesi ricchi, come dimostra lo scambio d?accuse tra Usa ed Ue, mentre basterebbe abbattere le barriere commerciali per combattere la fame nel mondo. Dopo la gara innescata in questi giorni, proprio tra Usa ed Ue, sugli aiuti internazionali ai Paesi in via di sviluppo strangolati sempre più dai debiti, Monterrey potrebbe segnare una svolta epocale nella lotta alla fame nel mondo se non nella liberalizzazione dei commerci. L’Ue ha, infatti, fatto sapere che gli aumenti allo sviluppo annunciati dai Quindici si tradurranno in 20 miliardi di dollari da oggi al 2006 e, successivamente, in 7 miliardi di dollari all’anno in più. La dichiarazione finale, che si conoscera’ solo oggi pomeriggio, dovrebbe articolarsi in sei punti: la mobilitazione di risorse finanziarie nazionali per lo sviluppo; gli investimenti stranieri diretti e altri flussi finanziari privati; l’apertura del commercio multilaterale senza discriminazioni; il potenziamento della cooperazione finanziaria e tecnica internazionale; l’alleggerimento del debito estero dei Paesi poveri oggi indebitati fino al collo; un maggior coordinamento dei sistemi monetari, finanziari e commerciali a sostegno dello sviluppo.


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