Sostenibilità

Stop Ue alle auto a benzina e diesel. Legambiente: «Segnale positivo»

Fissato in Europa dal Parlamento l'obiettivo di azzerare le emissioni di auto e furgoni a benzina e diesel, con la finalità di andare verso una completa sostituzione con le auto elettriche entro il 2035 con obiettivi intermedi al 2030. Ciafani, Legambiente: «Il voto è un primo segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto»

di Luca Cereda

È arrivato alla fine il via libera definitivo del Parlamento europeo all'accordo, raggiunto a livello di Unione europea lo scorso novembre, sullo stop ai veicoli inquinanti di nuova immatricolazione (a benzina e diesel) a partire dal 2035. L'ok definitivo dell’Eurocamera è stato sancito con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. Il testo approvato dagli eurodeputati fissa l'obiettivo di azzerare le emissioni di auto nuove e furgoni. I veicoli a benzina o diesel andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come le auto elettriche, vero obiettivo delle politiche energetiche e ambientali dell’Unione. Il voto, arrivato dopo mesi di trattative, è un segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il provvedimento, infatti, fa parte del pacchetto “Fit for 55” per il dimezzamento delle emissioni inquinanti nell'Ue entro il 2030. L'accordo, raggiunto con il Consiglio nel dicembre 2022, include anche obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 (55% per le auto e 50% per i furgoni), nonché una nuova metodologia – da introdurre entro il 2025 – per la valutazione delle emissioni di CO2 durante l'intero ciclo di vita di un veicolo. La metodologia sarà accompagnata, se opportuno, da proposte legislative.

Inoltre, entro il dicembre 2026, la Commissione monitorerà il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante ed energia, presentando una metodologia per l'adeguamento delle emissioni di CO2 specifiche per i costruttori. Prevista poi un'esenzione totale per chi produce meno di mille nuovi veicoli l'anno. I costruttori con un volume annuo di produzione limitato (da mille a 10mila nuove autovetture o da mille a 22mila nuovi furgoni) possono avvalersi di una deroga fino alla fine del 2035.

L'attuale meccanismo di incentivazione di veicoli a zero e a basse emissioni sarà adattato per rispondere all'andamento previsto delle vendite: ci saranno obiettivi più bassi di riduzione per quei costruttori che vendono un maggior numero di veicoli con emissioni da zero a 50g CO2/km, quali i veicoli elettrici e veicoli elettrici ibridi efficienti. Dal 2025 al 2029, il fattore di riferimento è stato fissato al 25% per le vendite di nuove autovetture e al 17% per i nuovi furgoni. A partire dal 2030, l'incentivo sarà rimosso. Con cadenza biennale, a partire dalla fine del 2025, la Commissione pubblicherà una relazione per valutare i progressi compiuti nell'ambito della mobilità a zero emissioni nel trasporto su strada.


Secondo il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani è «Positivo il “semaforo verde” del Parlamento, che ha approvato definitivamente la misura che prevede, dal 2035, il divieto in Europa di vendere i veicoli a motore termico che andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come l’auto elettrica. Il voto è un primo segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Abbiamo di fronte a noi dodici anni per riconvertire la filiera automotive e per arrivare pronti a questa nuova scadenza europea in cui la mobilità elettrica diventerà centrale. Non si perda tempo in sterili polemiche e non si perda l’occasione di rendere le nostre città più vivibili, sostenibili e anche meno inquinate, con un cambio di passo, puntando sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, pubblica e condivisa».

La guida di Legambiente ricorda che «l’emergenza smog nelle città italiane è un problema ambientale e sanitario sempre più pressante. In Europa è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali* e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. Secondo l’ultimo report dell’associazione ambientalista “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: fuorilegge il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2».

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