Politica

Child Guarantee, sull’infanzia non si può temporeggiare

Andrea Orlando e Elena Bonetti, da ministri del governo Draghi avevano nominato la senatrice Anna Maria Serafini come coordinatrice italiana per la Child Guarantee. Oggi sono politicamente distanti ma commentano insieme la notizia delle sue dimissioni e sollecitano il Governo ad agire, per non disperdere le risorse europee destinate al contrasto della povertà minorile

di Elena Bonetti* e Andrea Orlando

Siamo grati alla senatrice Anna Serafini, che ha svolto con grande competenza e passione il ruolo, per cui l’avevamo insieme nominata, di coordinatrice del Piano nazionale per la Garanzia Infanzia europea, sia nella fase di elaborazione del piano stesso che nelle prime fasi di attuazione. Abbiamo appreso con dispiacere delle sue dimissioni, ben comprensibili quando a mancare è il necessario sostegno politico del governo alla prosecuzione dei progetti.
Il Piano permetterebbe al Paese di attuare in Italia politiche necessarie per la promozione dei diritti delle bambine e dei bambini, con particolare riferimento al contrasto alla povertà minorile. Su quel piano il governo Draghi aveva ottenuto un finanziamento di 635 milioni, risorse che non possiamo permetterci di perdere. Così come non ci possiamo permettere che vada dispersa la visione integrata del Piano Garanzia Infanzia europeo con il Piano nazionale per l’infanzia e adolescenza. Dispiace che il governo non abbia dato seguito alle azioni di impegno che erano state previste, frutto di un lavoro di coprogettazione con tutte le associazioni del Terzo settore e tutti i livelli istituzionali coinvolti. Speriamo che il segnale forte rappresentato delle dimissioni della senatrice Serafini porti consapevolezza che sui temi dell’infanzia non si può temporeggiare né tentennare: bisogna investire e agire.

*Elena Bonetti, onorevole IV, già ministra per la Famiglia e le Pari opportunità
**Andrea Orlando, deputato Pd, già ministro del Lavoro e Politiche sociali

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