Sostenibilità
Ambiente, non solo Ultima generazione
Dalle azioni di disobbedienza civile alle scelte individuali: l'attivismo ambientale in Italia assume le forme più diverse. Solo alcune raggiungono le prime pagine dei giornali, ma non sono quelle maggioritarie. I temi sono diversi: l'attenzione per la crisi climatica, la conservazione della natura, la difesa del paesaggio, dei beni architettonici e culturali, etc. Con questo articolo inizia un viaggio tra movimenti, associazioni, gruppi, persone che hanno a cuore il futuro di noi umani sul pianeta
Fanno parlare di sé, conquistando spesso l'attenzione dei principali media nazionali, ma rappresentano una minoranza rumorosa, nel panorama variegato dell'attivismo ambientale: Ultima generazione ha scelto la strada della provocazione per lanciare l'allarme sulla crisi climatica. Proprio in questi giorni, la Procura di Padova ha contestato per 12 studenti addirittura il reato di associazione a delinquere finalizzata a interruzione di pubblico servizio, ostacolo della libera circolazione, deturpamento di beni culturali e imbrattamento di luoghi.
Azioni di disobbedienza civile vengono portate avanti anche da XR – Extintion Rebellion Italia, movimento nato nel Regno da cui ha avuto origine Ultima generazione. All'alba del 31 marzo scorso, una ventina di attivisti ha scaricato letame e lo ha ricoperto di bouquet di fiori, all'ingresso del Grattacielo della Regione Piemonte, appendendo uno striscione con scritto "Dalla Regione non nasce niente, dal letame nascono i fior" e sono stati denunciati.
Si legge nel comunicato stampa di XR: «Il nostro messaggio voleva sottolineare come la crisi climatica stia già colpendo duramente il territorio italiano, con una siccità drammatica che dura ormai da più di un anno e che ha provocato miliardi di perdite nel settore agricolo nazionale e regionale». La risposta del presidente Alberto Cirio, però, ha prevedibilmente spostato l'attenzione sul gesto degli attivisti: «Ringraziamo Extinction Rebellion per la cortese e utile fornitura di terriccio da concime che abbiamo già provveduto a destinare al giardino interno del Grattacielo Piemonte e alle aiuole del quartiere, a beneficio della comunità».
Momenti della protesta di XR alla Regione Piemonte – foto ©Emmanuele Calautti
Sono le forme più recenti ed eclatanti dell'attivismo ambientale, partite dalle grandi proteste studentesche dei Fridays for Future di Greta Thunberg del 2019. Un anno dopo, nel pieno della pandemia, quando tutti erano chiusi forzatamente in casa, Papa Francesco aveva lanciato un monito, in occasione della Giornata dell'Ambiente: «Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato. Le ferite causate alla nostra madre terra sono ferite che sanguinano anche in noi». Tra gli ambientalisti, anche i non credenti, quella frase aveva lasciato sperare in un nuovo inizio, diverso, alla fine dell'emergenza sanitaria. Cosa che non è accaduta, anche perché la guerra in Ucraina ha cambiato l'agenda delle priorità degli Stati, come se la crisi climatica stesse ad aspettare.
Ci sono in Italia tantissime associazioni, gruppi, comitati che si impegnano per l'ambiente in vari modi: tutti insieme, sono molti di più di coloro che fanno azioni di disobbedienza civile. Sono la maggioranza, presente sul territorio, nel dialogo con le istituzioni, la società civile, la cittadinanza. Ottanta associazioni di protezione ambientale sono riconosciute dal ministero dell'Ambiente, ai sensi dell'articolo 13 della legge 349 del 1986, che istituiva lo stesso dicastero. Le più note sono il Club alpino italiano – Cai, il Fondo per l'ambiente italiano – Fai, Federazione italiana ambiente e bicicletta – Fiab, Greenpeace, Italia nostra, Legambiente, Lega italiana protezione uccelli – Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Touring club italiano, Wwf Italia (qui l'elenco completo).
Alcune si occupano di ambiente a trecentosessanta gradi, altre sono specializzate nella protezione della montagna o del mare, nella conservazione delle specie animali e della natura, nella tutela del paesaggio, dei beni architettonici e culturali, nella promozione dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile, etc.
Non bastasse, esiste un'infinità di altre realtà più piccole, sia a livello nazionale sia, soprattutto, territoriale, presenti a scala regionale, comunale e anche di quartiere, che contribuisce a formare una galassia diversificata e variopinta, capace di tenere insieme la dimensione globale e quella locale, impegnata in singole battaglie a difesa di corsi d'acqua, boschi, prati, ma anche architetture di pregio. Sono sentinelle del territorio che segnalano e denunciano illeciti ambientali, fanno manutenzione di sentieri, puliscono dai rifiuti parchi e quartieri, coltivano orti di comunità, si occupando di educazione ambientale nelle scuole e in contesti informali.
C'è un dialogo continuo tra associazioni, che hanno imparato a fare fronte comune, per far sentire più forte la loro voce. È successo con l'appello congiunto di dodici realtà nazionali (Cipra Italia, Cirf, Deafal, Dislivelli, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi, Free Rivers Italia, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness e Wwf Italia) perché, nell'affrontare la siccità il governo metta in campo «un’azione politica che vada oltre l’emergenza, verso un approccio integrato e una forte diversificazione delle azioni, ricorrendo ove possibile a soluzioni basate sulla natura».
Il mondo della scienza si schiera molte volte accanto agli ambientalisti. Non si contano gli appelli firmati da scienziati e ricercatori, che chiedono agli Stati un cambio di rotta, per evitare l'acuirsi della crisi climatica. Ma c'è anche un'altra forma di alleanza con i cittadini, che si mettono a disposizione, come volontari, per la raccolta di dati finalizzati al monitoraggio ambientale con azioni di citizen science, cioè "scienza partecipata".
È nata a febbraio 2023 l'Associazione nazionale Citizen Science Italia, con sede presso il Museo di Storia naturale della Maremma a Grosseto. Semplici cittadini e scienziati vengono coinvolti in attività di ricerca collaborativa, con l'obiettivo di generare nuova conoscenza, unendo il valore scientifico dell'iniziativa con quello sociale, educativo e di indirizzo delle politiche ambientali.
C'è infine, nell'attivismo, una dimensione molto personale, fatta di scelte individuali, come smettere di mangiare carne e prodotti di derivazione animale (gli allevamenti intensivi sono infatti tra le principali fonti di emissione di gas serra), fare la spesa a chilometro zero, muoversi con i mezzi pubblici, rinunciare a prendere l'aereo, compensare le proprie emissioni sostenendo progetti di riforestazione e rinaturalizzazione, decidere di convertire la propria attività economica in funzione dell'ambiente.
Tutte queste dimensioni si intrecciano e chi si impegna, spesso, lo fa a diversi livelli, secondo l'antico slogan, ancora attuale: "Agire localmente, pensare globalmente".
In apertura un momento della protesta di Extintion Rebellion Italia al grattacielo della Regione Piemonte – foto ©Emmanuele Calautti
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