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Verso la Turchia il convoglio umanitario di Progetto Arca
Partiti da Milano nella mattina di venerdì 10 febbraio un tir e un furgone di aiuti umanitari. Le destinazioni sono Gazientep e Antiochia dove Fondazione Progetto Arca allestirà una cucina mobile e un ambulatorio di prima assistenza. «I volontari di Remar, nostri partner per le emergenze internazionali sono partiti dall’Ucraina», sottolinea Alberto Sinigallia, presidente della fondazione che sabato sarà in loco per organizzare i campi per i terremotati
Ha già un appuntamento con il sindaco di Antiochia per organizzare gli aiuti in loco Alberto Sinigallia che nella mattina di venerdì 10 febbraio ha assistito alla partenza di un Tir e un furgone di aiuti umanitari di Fondazione Progetto Arca destinati a Gazientep e Antiochia per portare beni di prima necessità ai sopravvissuti al terremoto che ha colpito Siria e Turchia.
La partenza del convoglio da via Sammartini 110, a pochi metri dall’hub di accoglienza Sammartini 126. «I volontari di Remar, i nostri partner per le emergenze internazionali, sono partiti dall’Ucraina l’altro giorno», racconta Sinigallia. «Abbiamo deciso di portare in Turchia la cucina mobile che avevamo allestito nei primi mesi e che ora non serve più in Ucraina avendo aperto la mensa. Allestiremo anche un ambulatorio di prima assistenza». Due i campi che Progetto Arca allestirà in Turchia: uno a Gazientep «lì abbiamo una nostra amica con una ventina di volontari italiani che erano già sul posto prima del terremoto, con cui collaboreremo per il campo», continua Sinigallia. La seconda destinazione è Antiochia che è più vicina alla Siria.
Sabato 11 febbraio il presidente di Progetto Arca sarà in Turchia «resterò lì solo per organizzare l’avvio del campo e vedere cosa effettivamente serve, poi tornerò a Milano per organizzare la raccolta di quello che serve» sottolinea Sinigallia che annuncia la partenza di nuovi Tir con materiali necessari all’allestimento del campo e per aiutare la popolazione «grazie alla collaborazione con la Fondazione Fiera di Milano che si è mossa subito anche per la sensibilità del suo presidente Enrico Pazzali che ha già collaborato con noi per gli aiuti umanitari all’Ucraina. Adesso compreremo sul posto i prodotti alimentari, finché sarà possibile. Il nostro primo aiuto sarà soprattutto materiale, lì la situazione è davvero drammatica, manca tutto. Servirà poi una parte psicologica perché i traumi sono anche peggiori di quelli di una guerra: dopo un terremoto si perde tutto, parenti, casa, amici…».
Tutte le foto sono di Daniele Lazzaretto
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