Non profit
Festival Fundraising, lo storydoing meglio dello storytelling
Nella giornata della aziende, Nestlè spiega che intende la Csr come il racconto delle cose buone che si fanno, anziché la classica comunicazione narrativa. E specialisti del fare sono certo quelli di Enel Cuore, la onlus del gruppo energetico che, ai fundraiser di Riccione, hanno presentato il bilancio di 18 anni: 100 milioni erogati a 900 progetti. Il responsabile del progetto Marte della Nasa, invece, ha spiegato alla platea quanto sia importante saper affrontare le sconfitte. Domani premio a Contucci (Airc), fundraiser dell'anno, e riconoscimento alla carriera per Beatrice Lentati, dello studio omonimo
È stata la giornata delle aziende al Festival del Fundraising, la giornata della Corporate social responsibility-Csr. Una giornata nella quale si sono succedute le testimonianze delle aziende: Nestlé, Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale, Ferrovie dello Stato, Enel Cuore onlus, Lavazza, H&M, Dorelan. Hanno cominciato Valeria Norreri e Daniela Mazzucchelli di Nestlé: «Pensiamo che la distanza tra profit e non profit vada ridotta» hanno detto. «Noi comunque siamo convinti che lo storydoing venga prima dello storytelling. Lavoriamo per fare le cose, ad esempio la sostenibilità dell’intera filiera. Poi pensiamo a come comunicarle».
Francesca Magliulo, direttrice di Eos, ha illustrato il programma 2022-2024 della Fondazione, incentrato sul contrasto alla povertà educativa e sociale degli adolescenti. In particolare, il progetto Traiettorie urbane, condotto in collaborazione con numerose organizzazioni non profit nei quartieri periferici di Palermo. Paola Longobardo, responsabile People Care del gruppo FS: “I nostri progetti”, ha spiegato, “si muovono su due grandi direttrici: da una parte la solidarietà verso le persone più fragili che frequentano le stazioni, attraverso una rete costituita da 18 Help Center e 5 Centri d’accoglienza in tutta Italia, dall’altra la valorizzazione della comunità, destinando parte del proprio patrimonio immobiliare delle stazioni non più strumentali all’esercizio ferroviario al mondo dell’associazionismo per ospitare attività sociali a beneficio dei territori e delle comunità”. Una straordinaria rassegna di buone pratiche. Proseguita con l’intervento di Angelica Carnelos, segretario generale di Enel Cuore onlus, che ha ripercorso i 18 anni di attività, nei quali sono stati lanciati 900 progetti ed erogati finanziamenti per oltre cento milioni, all’insegna dello slogan Aiutiamo chi aiuta. Mario Cerutti, responsabile relazioni istituzionali e sostenibilità di Lavazza, si è invece concentrato sugli interventi portati avanti nei paesi di coltivazione del caffè, di cui hanno beneficiato fino a oggi 136 mila agricoltori. In chiusura, le esperienze di H&M. Rita Angela Lutzoni, sustainability manager, ha illustrato il progetto che la multinazionale sta realizzando con Fondazione Progetto Arca e l’Abbazia di Mirasole. H&M dona abiti di vecchie collezioni che vengono debrandizzati e destinati al centro di accoglienza di via Aldini a Milano: un nuovo modo di fare community investment. Per concludere Tullio Ruben, brand & partnership manager di Dorelan, che ha spiegato come progettare in partnership sia un requisito fondamentale per raggiungere l’obiettivo di un consumo sostenibile.
Il fundraising su Marte
Jordan Evans, ingegnere aerospaziale, responsabile dell’esplorazione su Marte, ha spiegato invece la filosofia che ispira la Nasa. Da lui, però, è partito anche un preciso invito a tutti gli ospiti del Festival del Fundraising di Riccione: “Mai avere paura dei fallimenti”. Perché solo dai grandi sogni arriva il cambiamento.
Evans è stato tra i protagonisti di Talk&Dream, l’appuntamento clou della seconda giornata del Festival. Quattro personaggi così lontani e allo stesso tempo così vicini si sono alternati sul palco. Dopo Evans è stata la volta di Arianna Ortelli, 26enne startupper di Torino, che ha fondato Novis e inventato la prima piattaforma di gaming utilizzabile anche dagli ipo e dai non vedenti. A seguire Eleonora Mazzoni. L’attrice e scrittrice ha invitato a fare le cose con “duende”, parola cara a Garcìa Lorca, cioè «con quel potere misterioso che tutti sentono e che i filosofi non riescono a spiegare», potere che si trasforma in forza. A chiudere, Cathy La Torre, avvocata e attivista del movimento LGBT, che ha ricordato gli omosessuali che hanno fatto la Storia, quella con la S maiuscola: Alan Turing, Sylvia Rivera, Karl Heinrich Ulrichs, Harvey Milk, fino alla bolognese Marcella Di Folco.
Ma quella di oggi è stata una seconda giornata ricchissima di eventi, fanno sapere dal Festival. “Per esempio, l’incontro Ragione e sentimento, ovvero l’eterno conflitto tra dati ed emozioni. Gianluca Diegoli, esperto di marketing, e Donata Columbro, giornalista e attenta osservatrice del mondo non profit, hanno ribaltato i luoghi comuni, spiegando che l’uso dei dati può persino aumentare l’empatia tra chi comunica e chi ascolta”.
E domani si ricomincia. Una mattinata ricca di appuntamenti. A partire dall’incontro (ore 8,30) con Bill Toliver, guru dell’analisi strategica e della comunicazione, già intervistato da VITA (cerca l’intervista fra i link sottostanti, ndr). La sua si preannuncia come una vera sfida lanciata al mondo non profit: bisogna essere innovatori, avere idee, saper sognare. Ci vuole un progetto per il futuro, pensando solo a far quadrare i conti non si cambia la storia.
Da non perdere, poi, l’Italian Fundraising Award (ore 11): Niccolò Contucci di Airc è il fundraiser dell’anno. A Beatrice Lentati, punto di riferimento per tutto il mondo del non profit, va il premio alla carriera. Da ultimo il gran finale affidato a Mario Calabresi, giornalista e scrittore, e Roberto Olivi, direttore relazioni istituzionali e comunicazione di Bmw Italia. Parleranno dell’importanza dello storytelling per prendersi cura di chi non ha voce.
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