Politica

Pdl Rufa e 5 per mille: gli emendamenti per limitare i danni

Allargare il 5 per mille al sostegno delle Forze dell'ordine e dei familiari di chi è deceduto in servizio? Scadeva oggi il termine per la presentazione degli emendamenti alla pdl Rufa: Italia Viva ambisce alla soppressione, Partito Democratico e Forza Italia ad aumentare le coperture per il 5 per mille, così da garantire lo storico a prescindere dall'introduzione della nuova finalità

di Sara De Carli

Scadevano oggi pomeriggio i termini per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge Rufa, all’esame della Commissione Bilancio della Camera. Qualcosa si muove per tentare di fermare o quantomeno ridurre i danni che la legge causerebbe all’intero mondo non profit. Gli emendamenti potrebbero essere discussi e votati già settimana prossima: per questo è urgente farsi sentire. Ecco i primi emendamenti di cui si ha notizia.

Il Pd ha presentato due emendamenti. Il primo, quello che il gruppo vorrebbe portare a casa, prevede un incremento di 25 milioni delle risorse stanziate a copertura del 5 per mille, destinando «fino a 25 milioni» a copertura della nuova destinazione, ossia il finanziamento del fondo di assistenza per il personale in servizio delle Forze dell’ordine e le famiglie di quanti, appartenenti agli stessi corpi, sono deceduti in servizio. L’emendamento – che porta le firme di Ubaldo Pagano, Marianna Madia e Stefano Lepri – in sostanza garantisce la spesa storica attuale per il 5 per mille destinato alla ricerca scientifica e al non profit. «Ci batteremo per questa soluzione», afferma Stefano Lepri, responsabile Terzo settore del Partito Democratico. Un secondo emendamento, in subordine, punta alla riduzione del danno: se non si riuscisse ad aumentare la coperture e si introducesse la nuova finalità a risorse invariate, l’emendamento fissa una quota massima del 5% delle risorse stanziate a copertura del 5 per mille la cifra che potrebbe andare al sostegno delle Forze dell’ordine.

Italia Viva ha presentato invece un emendamento soppressivo, che vede Mauro Del Barba come primo firmatario. «Occupandomi del tema da anni, non posso che ribadire la contrarietà a un testo che snatura l'impianto e le finalità dell'istituto del 5 per mille», sottolinea Maria Chiara Gadda, responsabile Terzo settore di Italia Viva.

Anche Forza Italia ha presentato emendamenti che spostano in là i termini di entrata in vigore della legge: un atto dovuto in quanto quelli previsti dal testo approvato dal Senato sono ampiamente scaduti ed è ovviamente impossibile a questo punto prevedere che la proposta venga attuata già per le dichiarazioni dei redditi del 2022. «Ho presentato emendamenti soppressivi, per far ragionare sul fatto che la norma originaria era pensata per un uso sussidiario delle tasse a favore del Terzo settore e della ricerca scientifica e che le nostre tasse già sono impiegate per le finalità previste dalla norma», commenta Antonio Palmieri, responsabile Terzo settore di Forza Italia. «Se proprio si vuole procedere nella direzione dell'ampliamento alle forze dell'ordine, ho proposto di incrementare il fondo per il 5 per mille di ulteriori 50 milioni».

Ricordiamo infatti che già allo stato attuale dell’arte, le firme dei contribuenti italiani destinano più risorse di quelle stanziate a copertura del 5 per mille: anche senza introdurre nuove fantasiose finalità, lo Stato negli anni fra il 2017 e il 2021 ha versato al Terzo settore 48 milioni di euro in meno rispetto a quanto gli italiani avevano destinato con il 5 per mille, mentre fra il 2010 e il 2013 lo scippo fu di ben 310 milioni di euro. Di questo passo il 5 per mille rischia di essere in verità un 4 per mille.

In foto, tiratore scelto della Polizia durante le operazioni di controllo, bonifica e sicurezza in occasione del G20 – Foto © Polizia di Stato/Sintesi

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