Salute

Malati di aids in carcere:la libertà può attendere

Il decreto sull’ incompatibilità, varato il 12 luglio scorso, è ancora bloccato. Così 500 detenuti sono ancora privi di cure e assistenza. Nonostante le promesse di Diliberto

di Cristina Giudici

A proposito di tutela della salute e diritto di cura per i carcerati, la sapete l?ultima? I detenuti malati di Aids sono ancora tutti in carcere perché la legge approvata il 12 luglio del 1999 non è mai stata applicata. Manca la ratifica della Corte dei conti : così i carcerati in Aids conclamato che per legge potrebbero usufruire delle misure alternative degli arresti domiciliari, sono ancora nelle loro celle. Isolati nei centri clinici penitenziari di Opera o Secondigliano, dove non hanno alcuna possibilità di curarsi con i cocktail terapeutici che rallentano l?avanzata dell?infezione, oppure, anche se non si dice, abbandonati a se stessi nelle case circondariali, dove, a causa del sovraffollamento e le promiscuità, sono continuamente a rischio di malattie per loro mortali. Secondo il ministero di Giustizia sono circa 118, ma secondo le stime delle associazioni la cifra reale è di circa 500 ammalati ed è destinata ad aumentare. Ora l?associazione Antigone lancia un nuovo appello. «Il 2 settembre avrebbe dovuto essere pubblicato il decreto interministeriale Sanità e Giustizia con i parametri relativi all?applicazione delle misure alternative per i malati di AidS», denuncia Stefano Anastasia presidente dell?associazione di volontariato romana che si occupa dei diritti e garanzie nel sistema penale. «Ma solo il 22 ottobre i ministri competenti lo hanno sottoscritto. Da allora il decreto ha stazionato al Ministero della Sanità in attesa di essere inviato alla Corte dei Conti per il visto di legittimità sugli atti del Governo. Facciamo appello al governo affinché il decreto venga ratificato senza indugi. Ci sono persone che stanno morendo. Aiutiamole ad avere una legge che difenda il loro diritto di cura». Quando l?estate scorsa è stata approvata le legge che stabilisce l?incompatibilità fra detenzione e Aids ( dopo la mobilitazione di parlamentari, volontari e di questo giornale) il ministro Diliberto ha affermato: «Con il provvedimento approvato si volta pagina. È stato compiuto un altro passo irreversibile verso la riforma del pianeta carcere. La nuova legge lancia un segnale di grande civiltà: tutela la salute dei detenuti affetti da Aids, ma contemporaneamente non dimentica le esigenza di sicurezza dei cittadini». Non è che ci stanno prendendo in giro? C. G.


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