Famiglia
Adolescenti & anziani, idee e progetti per una Rete sicura
Fondazione mondo digitale, Google.org, Polizia di Stato, Altroconsumo, Anteas e Fondazione Don Gnocchi insieme per incoraggiare una fruizione consapevole e sicura di Internet, nei minori e soggetti fragili, sostenendo i principi della cittadinanza e della sicurezza online
Per il 93% degli adolescenti lo smartphone è la tecnologia più utilizzata per stare online e relazionarsi agli altri, secondo l’ultima indagine di Telefono azzurro & Doxa kids. Una parte significativa della vita dei ragazzi è sulla rete e così come aumenta il tempo di permanenza online, aumentano esponenzialmente anche i rischi a cui i minori vanno incontro se sprovvisti di un’adeguata educazione digitale.
L’utilizzo informato della rete è protagonista del Safer Internet Day di oggi, 7 febbraio, così come della seconda edizione di "Vivi Internet, al meglio" (Viam), programma formativo di Fondazione mondo digitale che, insieme a Google.org, Polizia di Stato, Altroconsumo e Anteas, intende incoraggiare una fruizione consapevole e sicura di Internet, in particolar modo nei minori e soggetti fragili, sostenendo i principi della cittadinanza digitale e della sicurezza online.
Rispetto alle edizioni precedenti, quest’anno focus del progetto sono il valore della diversità e la sfida dell'inclusione, grazie alle collaborazioni con la Fondazione Don Gnocchi e con l’Unità operativa di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
«Il benessere dei bambini in rete e la cybersicurezza sono temi prioritari soprattutto nell’istruzione, che ci coinvolge direttamente dal momento che con i nostri progetti raccogliamo oltre 15mila docenti, 9mila genitori e più di 39mila studenti d’età compresa 8-13 anni, senza contare gli alunni con disagio socioeconomico, linguistico e sociale che rappresentano l’8% degli studenti in Italia», racconta Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione mondo digitale, «Il nostro lavoro parte dall'idea di rendere i benefici della digitalizzazione a vantaggio di tutti, senza esclusioni. Per raggiungere questo obiettivo elaboriamo strumenti e programmi modulati sui destinatari diversi, anche in condizione di fragilità o con bisogni speciali, per garantire la massima qualità degli apprendimenti e la migliore inclusione».
L’educazione interattiva per non inciampare nella rete
Viam si rivolge a bambini, ragazzi, genitori e insegnanti aiutandoli ad abitare la rete in modo responsabile e contribuendo anche a ridurre l’isolamento sociale dei minori affetti da disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento, le cui difficoltà riguardano in particolar modo un deficit nel linguaggio e bisogni educativi speciali.
«Con Google.org, la fondazione filantropica di Google, vorremmo che la tecnologia colmasse i divari, che fosse inclusiva e utile per tutti nell’affrontare le principali sfide della nostra epoca», ci spiega Martina Colasante, Government affairs & public policy manager di Google Italia, «La missione di Google.org è incrociare in particolare il mondo dell’innovazione con quello non profit, che sicuramente conosce meglio le comunità e realtà locali più capaci nell’affrontare le esigenze specifiche di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali».
Google.org e Fondazione mondo digitale collaborano per Viam fin dalla prima edizione del 2018, ma insieme hanno realizzato diversi progetti, come la Palestra dell’Innovazione e, durante il lockdown, progetti sull’apprendimento e sulla didattica a distanza. «Vivi internet, al meglio si impegna ad aiutare bambini e ragazzi ad apprendere i principi della cittadinanza digitale e acquisire conoscenze e strumenti per navigare online in modo positivo e consapevole», conclude Colasante.
Il contributo aggiunto della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus da quest’anno arricchisce il progetto con nuovi approcci d’intervento a misura di bambino. È grazie alla Fondazione Don Gnocchi che il progetto Viam si avvale quest’anno del gioco Interland4All, che si ispira al video gioco online Interland [g.co/interland] sviluppato da Google per aiutare i bambini a imparare, attraverso il viaggio in quattro diverse esperienze-regni, le lezioni fondamentali sulla sicurezza nel web.
Il team di esperti di Fondazione mondo digitale e Fondazione Don Gnocchi, con il supporto e la collaborazione dell’Unità di neuropsichiatria infantile dell’Irccs Don Gnocchi di Milano e la Direzione sviluppo innovazione, hanno realizzato una versione firtuale (fisica e virtuale) del gioco adatta ai bambini con bisogni educativi speciali. In Interland4All si uniscono così scenari di realtà aumentata, fruibili da smartphone, a un kit concreto, con plancia, pedine e carte-domanda. Il risultato permette di estendere le finalità didattiche del gioco, rendendolo accessibile alle diverse abilità.
«È importante sfatare l’utilizzo che sempre più spesso facciamo della parola inclusione: ha nella sua radice la clausura, in questo modo però dimentichiamo che qualcun altro rimane fuori dalla società», sostiene Don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi onlus, «diverso è il significato che diamo a integrazione, se ci immaginiamo come una ruota a cui manca uno spicchio: quello spicchio siamo noi, che senza gli altri non possiamo andare avanti e non possiamo allo stesso modo far andare avanti gli altri. Oltre 3 milioni e mezzo di disabili in Italia sono nel sistema educativo scolastico e spesso internet favorisce la loro integrazione multimediale, ma incentiva anche l’isolamento. La nostra missione è allora rispondere ai bisogni concreti, non limitandoci a calare modelli ideologici: il primo passo è sempre nell’ascolto e nel confronto».
La comunicazione gentile per instaurare connessioni inclusive
Mentre la Fondazione Don Gnocchi ha messo a punto Interland4All, gioco in realtà aumentata usabile anche da chi ha fragilità cognitive, l’Unità operativa di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha collaborato alla stesura di materiali formativi sull’autismo.
Il risultato di questo lavoro sono i moduli formativi sul “benessere digitale”, che insegnano a trovare un equilibrio tra vita offline e online (caregiver e ragazzi con disabilità), e sulla “comunicazione gentile” per prevenire e contrastare il fenomeno del cyberbullismo e del linguaggio ostile online.
Possono sembrare informazioni scontate, ma l’autismo rientra nei disturbi della comunicazione e delle relazioni e anche la più minima incomprensione tra neurotipici (n.d.r. persone non nello spettro autistico) e autistici può incrinare rapporti significativi. Le differenze relazionali riguardano soprattutto la reciprocità sociale, non solo nell’intraprendere ma anche nel mantenere i rapporti. Fenomeni come il cyberbullismo o il ghosting possono essere molto stressanti per gli autistici, come spiega Silvia Guerrera, neuropsichiatra infantile dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. «Sappiamo che cambiare ritmi e routine per una persona autistica vuol dire alterare la sua quotidianità ed è un fattore altamente gravoso. Le inferenze emotive del parlarsi faccia a faccia possono creare difficoltà a questi ragazzi, d’altra parte dobbiamo tutelarli dall’utilizzo di contenuti non adeguati, che possono rappresentare un rischio per quasi il 35% di loro». I moduli formativi a cui ha lavorato l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù sono rivolti ai bambini e agli adolescenti con disturbo dello spettro autistico, per fornire strategie di comunicazione volte al benessere digitale, ma anche ai caregivers in qualità di genitori, insegnanti e terapisti perché acquisiscano familiarità con gli strumenti, perché possano ricevere suggerimenti e consigli pratici per prevenire e affrontare problemi online oltre ad imparare quando è il momento di intervenire nella tutela dei minori. «Dobbiamo fornire strategie pratiche di comunicazione per ridurre i problemi legati alla sicurezza online attraverso una comunicazione gentile», conclude Guerrera.
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