Famiglia

Ip Ip Urrà, che il gioco abbia inizio

A Lamezia Terme un’altra delle tappe del progetto "Ip Ip Urrà" che, grazie al sostegno dell’Impresa Sociale “Con i Bambini”, riconosce il gioco come un “diritto” inviolabile e insindacabile di ogni bambino

di Gilda Sciortino

Un pomeriggio di festa per celebrare il gioco quale diritto dei bambini, diritto a spazi e tempo ludici da condividere ma nei quali relazionarsi e socializzare imparando anche le regole e il rispetto per gli altri. Pure l’associazione “Comunità Progetto Suddi Lamezia Terme ha celebrato la Giornata Mondiale del Gioco, celebrata ufficialmente il 28 maggio – mettendo al centro l’infanzia così come hanno fatto nei giorni scorsi le altre nove realtà della Rete “IP IP URRÀ”, progetto selezionato dall’Impresa Sociale “CON I BAMBINI” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Dopo Messina, Napoli, Genova, Lecce, Pioltello (Mi), Bergamo, Roma, Moncaleri (TO) e Firenze, anche Lamezia Terme si è vestita a festa e, nel cortile del Plesso Augruso dell’ IC “Manzoni -Augruso” di Via Calabria, ha dato modo a grandi e piccini di partecipare ad attività motorie e giochi di gruppo. A seguirli le maestre Cinzia Cagnetta e Romina De Sensi.

«Un pomeriggio di spazi conquistati per il gioco. La presenza dei genitori e dei fratelli e sorelle maggiori – commenta Claudia Donato, operatrice della Comunità Progetto Sud per questo progetto – ci ha consentito di far passare il messaggio importante di questa giornata, fatto di tempi e spazi educativi per l' infanzia e non solo. Il diritto al gioco è il diritto dei bambini ma sono gli adulti a doverli garantire. Trovando e costruendo gli spazi adatti. è proprio attraverso il gioco che si imparano le regole e si rafforzano le competenze cognitive e emozionali. È ancora attraverso le attività ludiche che si apprende come fare gruppo e lo scambio tra pari».

A riconoscere il gioco come un “diritto” inviolabile e insindacabile di ogni bambino è stato l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con la Risoluzione 44/25 del 20 novembre 1989. Importante traguardo che avrebbe dovuto segnare il passo di un cambiamento epocale rispetto ai diritti dell’infanzia.

«Nonostante quanto professato – dice Barbara Pierro, presidente dell’associazione “Chi rom e chi no…”, capofila del progetto – siamo ben lontani da una concreta attuazione. A tutti i bambini e le bambine politiche specifiche e mirate devono garantire opportunità di crescita comune, occasioni di gioco quotidiani e accessibili a tutti e tutte. Attraverso il gioco ogni bambino e bambina ha occasione di significare il mondo, imparare a relazionarsi con gli altri, superare difficoltà e costruire spazi di socialità».

Un progetto, quello della Rete" Ip Ip Urrà – Metodi e Strategie Informali per Mettere l’Infanzia Prima", che “festeggia”- la famiglia e la comunità come primi e fondamentali fattori protettivi per il benessere dei bambini, in particolare quelli più piccoli e fragili. Non dimenticando di coinvolgere quanti, adulti e bambini parimenti, non sono raggiunti dai servizi e dai circuiti educativi, perché chiusi nei rioni e nelle periferie delle nostre città, senza la possibiilità di utilizzare strumenti semplici e inediti, come il gioco nei luoghi informali, e la cultura dello stare insieme.

A fare parte della rete sono anche la Cooperativa Sociale "Il Cantiere", Cooperativa "L’Abbaino", Consorzio Mestieri Toscana, Coop. Soc. Mignanego, Associazione "Fermenti lattici", EcoS-Medcoop. soc, La Kumpania, Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali, Associazione 21 luglio, Coop. Soc. Educazione Progetto, Fondazione Zancan, Università Federico II centro Sinapsi.

Le numerose scuole coinvolte in ogni territorio, poi, rendono applicabile e praticabile il senso di una partnership che vuole incidere realmente e concretamente nei diversi contesti di riferimento.

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