Famiglia
Famiglia: curare la fragilità contaminando la normalità
Il Centro per le Famiglie di Macherio compie 15 anni: è precursore di quella infrastrutturazione sociale per cui la cura delle fragilità non si fa creando un luogo targettizzato, fatto per chi ha fatiche specifiche, ma contaminando la normalità. Ora lo attende una nuova sfida: Casa Frida, progetto di housing dedicato a persone e famiglie in temporanea difficoltà abitativa
C’è un micronido, accanto a un servizio educativo a cui si accede su richiesta dei servizi sociali o di tutela. C’è l’équipe che accompagna ragazzi e giovani con disabilità in progetti di avvio all’autonomia e il centro specialistico che garantisce consulenza psicologica e psicoterapia, valutazioni e tutoring per i disturbi specifici dell’apprendimento diagnosi, mediazione familiare. Nello stesso luogo bambini e famiglie si ritrovano per una semplice merenda o laboratori ludici. Il cuore del Centro per le Famiglie di Macherio, in provincia di Monza Brianza, è questo: aver cura della fragilità contaminando la normalità. Il Centro – fiore all’occhiello della cooperativa sociale La Grande Casa – ha appena festeggiato i suoi primi 15 anni e si appresta a compiere un altro salto: grazie ai finanziamenti del bando di Regione Lombardia amplierà l’offerta di housing sociale per accogliere famiglie e giovani con difficoltà, un obiettivo per cui ha avviato anche una campagna di fundraising che punta a raccogliere 200mila euro entro il 2024. Attraverso la cura e le attenzioni dei suoi quasi 100 lavoratori – educatori, pedagogisti, psicologi e psicoterapeuti, specializzati in prima infanzia, adolescenza, disturbi dell’apprendimento, relazioni familiari, genitorialità, disabilità, inclusione – nel 2021 sono state più di 2mila le persone che hanno avuto accesso al CPF e alle sue attività.
I Centri per le famiglie vengono menzionati 22 volte nelle 76 pagine del Piano nazionale per la famiglia approvato nell’estate 2022, prevedendone il rafforzamento. Il Piano nazionale per l’attuazione della Child Guarantee li indica come il luogo privilegiato per garantire affiancamento e supporto a famiglie vulnerabili. Regione Lombardia a febbraio 2022 ha stanziato 1,7 milioni di euro per sperimentarli in tutto il territorio regionale, secondo le linee guida della DGR 5955/2022. I “nuovi” Centri per le famiglie di cui tutti oggi parlano sono una sorta di evoluzione dei consultori familiari, nuovi luoghi e – soprattutto nuovi approcci – per promuovere e supportare la genitorialità, per stare accanto alle famiglie nei differenti momenti della loro storia, per accrescere le opportunità di accesso ai servizi, per rafforzando le competenze di tutto il nucleo familiare in funzione preventiva. L’idea, sviluppatasi nell’ultimo decennio, è quella che i servizi non possano più “stare ad aspettare” che le famiglie bussino alle loro porte, portando un bisogno complesso su cui i servizi possono agire solo in ottica riparativa, ma dando opportunità di accompagnamento a tutte le famiglie, garantendo da un lato il rafforzamento delle reti sociali e l’attivazione delle risorse informali, dall’altro permettendo ai servizi di cogliere precocemente segnali di difficoltà e disagio.
Il Centro per le famiglie di Macherio è stato un precursore di tutto questo. «Nel 2007 questi concetti non erano così diffusi, l’approccio era tutt’altro. Siamo stati precursori e ancora oggi questo è uno dei servizi più innovativi della cooperativa», sottolinea Liviana Marelli, presidente di La Grande Casa. «Lo abbiamo fortemente voluto e lo abbiamo visto crescere come luogo di integrazione: è questo il punto su cui ci giochiamo tutto. Quindici anni fa l’amministrazione ha indicato la volontà di avere un luogo per la famiglia, ma i contenuti sono stati individuati in coprogettazione con la cooperativa, partendo dai bisogni dei cittadini», le fa eco la sindaca Maria Rosa Redaelli. «È un mix tra servizi di risposta ai bisogni delle famiglie con fragilità e risposte ai bisogni naturali delle famiglie, dal micronido al centro estivo», aggiunge Simona Bianchi, che è qui dal 2007 ed è la responsabile dell’Area territoriale di Carate Brianza di La Grande Casa.
«Siamo partiti dando corpo a un assunto pedagogico: la cura delle fragilità non si fa creando un luogo targettizzato, fatto per quelli che hanno fatiche, ma contaminando la normalità. Questo è un luogo che tiene insieme il rigore professionale, l’ascolto empatico e l’attenzione alla comunità locale, favorendo la partecipazione: quella comunità educante e infrastrutturazione dei territori di cui oggi si parla tanto», prosegue Marelli. «Non ci sono servizi target ma servizi che riescono a sostenere la fragilità in un contesto aperto, che favorisce la relazione, in linea con le più recenti indicazioni regionali e nazionali». Tre sono gli elementi da sottolineare: la tenuta nel tempo, al di là dei bandi e delle progettualità; la capacità di evolversi, rifacendosi prossimi ai bisogni espressi di volta in volta dal territorio; la partecipazione concreta della comunità locale. Un esperimento di welfare society, dove si accompagnano le fragilità in una dimensione di normalità.
Anche la campagna di raccolta fondi va in questa direzione: «Comunicare non è “altro” dal lavoro sociale, ma è creare una sensibilità esterna perché ci sia empatia», spiega Elisabetta Casali, responsabile comunicazione di La Grande Casa. La campagna non per nulla si chiama “Tiremm insema” che nel dialetto locale è sia un’esortazione a contribuire tutti insieme alla costruzione del bene comune (tiriamo insieme, tutti dalla stessa parte) sia un invito a passare dalle analisi all’azione, dalle parole ai fatti, concretamente. Nei prossimi mesi saranno inaugurati nuovi servizi e attività: il doposcuola potenziato, dedicato ad aiutare i ragazzi DSA nello studio, uno sportello di ascolto e orientamento aperto a tutte le famiglie del territorio, uno spazio dedicato agli adolescenti e ai giovani e Casa Frida, progetto di housing dedicato a persone e famiglie in temporanea difficoltà abitativa. Questo ambito territoriale per esempio è l'unico in Italia a sperimentare il sistegno dei giovani careleavers in uscita dalle comunità educative su quattro coorti di anni. L’obiettivo è quello di raccogliere entro il 2024 circa 200mila euro, per ristrutturare gli spazi del CFP di Macherio e offrire nuovi servizi.
La proposta per le aziende che si impegneranno in una partnership pluriennale, nell’ottica del welfare aziendale prevede una collaborazione per cui La Grande Casa offre percorsi ad hoc per i dipendenti per esempio su parità di genere, relazione con i figli adolescenti, neo-genitorialità; sconti ai dipendenti sui servizi di supporto per le difficoltà di apprendimento di bambini e ragazzi e pricing convenzionato per i centri estivi del Centro; lezioni di italiano per i dipendenti stranieri; presenza di un operatore in azienda per la compilazione di domande per servizi/agevolazioni a favore di disabili, anziani, famiglie (dote scuola, 104, conciliazione, etc.). Un pacchetto innovativo anche da questo punto di vista.
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