Salute

Strage di Uvalde, Cancrini: “Io penso anche a Salvador, il carnefice”

Lo psichiatra e psicoterapeuta, direttore scientifico di Fondazione Domus de Luna, interviene sulla sua pagina Facebook, ricordando anche la vita travagliata del giovane killer e lo stato di crescente abbandono in cui si è trovato coi suoi disturbi antisociali, conclamati da tempo. E di come, malgrado ciò, abbia legalmente acquistato due fucili mitragliatori. "Follie che possono e debbono essere prevenute"

di Giampaolo Cerri

Sulla tragica vicenda di Uvalde, dove l'altro ieri il 18enne Salvador Ramos ha ucciso a colpi di fucile automatico 19 bambini fra i nove e i 10 anni, oltre a due insegnanti, interviene lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, direttore scientifico della Fondazione Domus de Luna che, a Cagliari, si occupa di donne e minori in difficoltà.

Lo fa con un intervento sulla sua pagina Facebook che, per un attimo sposta l'attenzione dalle vittime al giovanissimo carnefice.

"Com'è più che giusto", scrive Cancrini, "quelli che vengono pianti oggi sono i bambini innocenti e le loro maestre. Sommessamente vorrei spendere qualche parola in più però anche per il ragazzo che li ha uccisi. Un ragazzo che di anni in più di loro non ne aveva molti, con una storia di quelle che chi fa un lavoro come il mio ha incontrato tante volte. Figlio di una donna persa nella sua tossicodipendenza, affidato distrattamente da servizi incompetenti a dei nonni che non lo volevano, messo in difficoltà e poi rifiutato dalla scuola, violentato psicologicamente dalla mancanza di strutture capaci di farsi carico della sua salute mentale. Di cui è facile dire oggi che soffrisse di un disturbo antisociale di personalità e di cui è facile dire oggi, seguendo l’insegnamento di Winnicott, che e’ stato trascurato e ignorato prima in famiglia e poi da tutti gli adulti che avrebbero potuto/dovuto occuparsi di lui. Folle naturalmente", prosegue Cancrini, "che un ragazzo cosi evidentemente e pericolosamente ammalato, abbia potuto comprare e usare delle armi da guerra ma folle ugualmente che esistano, in un paese cosi ricco e cosi apparentemente civile, situazioni in cui un bambino è stato abbandonato a se stesso in questo modo. L’odio contro tutto e tutti, l’invidia per i bambini che potevano permettersi di godere l’infanzia che lui non aveva avuto non sarebbero mai cresciuti fino a questo punto se qualcuno si fosse accorto e occupato di lui".

Lo psichiatra, nella sua chiusa, richiama l'attenzione di tutti alla diffusa trascuratezza del disagio sociale.

"Dicono alcuni", sottolinea Cancrini, "che la psicologia sia una scienza debole. Questo rapporto fra incuria e antisocialità, però, è qualcosa di più di una ipotesi di ricerca. Follie come quella che tanto ci impressiona oggi possono e debbono essere prevenute. Anche se pochi ancora oggi sono i politici, i giornalisti e gli uomini di cultura in grado di ammetterlo".

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