Welfare

Zimbabwe fuori dal Commonwealth

L'annuncio pochi minuti fa

di Gabriella Meroni

Scattano le misure contro lo Zimbabwe, dove il presidente Robert Mugabe, al potere da 22 anni, si e’ assicurato la settimana scorsa un quinto mandato dopo elezioni viziate da violenze e intimidazioni ed uno scrutinio segnato da accuse di brogli e gravi irregolarita’. Il paese, contro il quale erano gia’ in vigore sanzioni decretate dalla Unione europea, e’ stato oggi sospeso per un anno dal Commonwealth, l’organizzazione che raggruppa le ex colonie britanniche, mentre la Svizzera ha disposto il congelamento dei depositi bancari di rappresentanti del governo di Harare. La presidenza di turno del Commonwealth, costituita dai capi di stato sudafricano Thabo Mbeki e nigeriano Olusegun Obasanjo e dal primo ministro australiano John Howard, dopo aver valutato un rapporto degli osservatori internazionali sulla rielezione di Mugabe, ha concluso che la consultazione, svoltasi il 9, 10 e 11 marzo, e’ stata ”segnata da un alto livello di violenza politica”, che ”non ha consentito la libera espressione dei desideri dell’elettorato”. La decisione – ha detto il premier australiano nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della riunione – sara’ rivista fra dodici mesi. Intanto il paese e’ stato messo sotto osservazione. La troika ha infatti dato mandato al segretario generale del Commonwealth, Don McKinnon, di avviare un confronto con il governo dello Zimbabwe per assicurarsi che siano applicate le raccomandazioni degli osservatori internazionali, con particolare riferimento allo svolgimento di future elezioni. ”Il comitato ha espresso la sua determinazione a promuovere la riconciliazione tra i principali partiti politici dello Zimbabwe”, ha spiegato Howard, sottolineando che l’iniziativa avviata in tal senso dai presidenti nigeriano e sudafricano ha riscosso un forte sostegno. La decisione della troika e’ stata accolta con soddisfazione dal primo ministro britannico Tony Blair, secondo il quale si e’ trattato della ‘scelta giusta’. Anche le sanzioni decretate dalla Svizzera sono state motivate come reazione ”alla manipolazione delle elezioni e alle costanti violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe”. La vittoria di Mugabe, 78 anni, al potere dal 1980, era stata subito contestata dalla comunita’ internazionale, che si e’ schierata con il leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai, nel definire ”illegittimi” i risultati elettorali. Il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, aveva condannato ”la sistematica campagna di violenze tesa a raggiungere un solo obbiettivo, il potere”, mentre il segretario di stato americano, Colin Powell, aveva sottolineato che Mugabe non poteva invocare alcuna ”legittimita’ democratica”. Dure critiche erano venute anche dalla Francia e dall’Unione Europea, che per bocca del diplomatico svedese Pierre Schori, capo degli osservatori dell’Ue – espulso dallo Zimbabwe perche’ sgradito a Mugabe – ha definito le elezioni ”una violenza” nei confronti degli elettori.


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