Sostenibilità

Ambiente: rispettare Kyoto costa troppo?

Ma perché sottolienare proprio ora le spese per il rispetto dell'ambiente? Non è che si vuole rilanciare l'energia nucleare?

di Gabriella Meroni

Sullo scenario energetico nazionale pesa la variabile Kyoto. Il rispetto degli impegni presi di riduzione delle emissioni di CO2, comportera’ infatti per l’Italia una spesa annua che l’Unione petrolifera stima tra i 930 e i 2.600 milioni di euro. “Una tassa sulla produzione”, come l’ha definita il presidente dell’Unione petrolifera Pasquale De Vita presentando lo studio sulle previsioni al 2015. La domanda energetica italiana crescera’ dal 2001 al 2015 del 7,6%, da 185,8 milioni di tonnellate equivalente di petrolio (Tep) e circa 200 milioni di Tep. E se il gas naturale dovrebbe divenire la principale fonte energetica italiana (78 mln di Tep) superando il petrolio (75,2 mln di Tep) e le fonti rinnovabili si preannunciano in forte ascesa (da 13 a 20 mln di Tep), “il punto focale della politica energetica italiana risulta il fattore ambientale”, ha evidenziato De Vita. Ma come mai solo ora vengono diffusi questi dati di spesa? Alcuni osservatori mettono in relazione la “mossa” con le recenti dichiarazioni di alcuni commissari europei, che hanno rilanciato l’idea del nucleare per rispettare gli impegni ambientali e produrre energia pulita con minori spese. Ma a quale prezzo?


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