Comitato editoriale

Servizio civile: «Giovani protagonisti del bene»

Al via in Fondazione Don Gnocchi l'anno di servizio civile per 46 giovani di tutta Italia. Età media 24 anni. Lavoreranno in 23 progetti, al servizio delle persone più fragili

di Redazione

Hanno preso servizio oggi i 46 giovani in servizio civile nei Centri della Fondazione Don Gnocchi, accanto a persone con disabilità e anziani. Si tratta di 34 ragazze e 12 ragazzi, con un’età media di 24 anni. Il via ufficiale ai progetti è avvenuto questa mattina, con il benvenuto di Monica Malchiodi, responsabile del Volontariato e Servizio civile della Fondazione: «L’esperienza che prende il via oggi rappresenta il frutto di una scelta importante: dedicare un anno della vostra vita agli altri, al servizio delle persone più fragili. L’esperienza di chi vi ha preceduto evidenzia che è stato effettivamente così, mettendo in luce anche una crescita dal punto di vista umano e di valori. Ci auguriamo che anche per voi possa essere lo stesso. Vogliamo che l’esperienza che oggi iniziate nelle nostre strutture possa davvero rivelarsi un momento formativo di partecipazione e coinvolgimento, nel quale voi possiate essere autentici protagonisti del bene».

I progetti della Fondazione Don Gnocchi approvati e finanziati per il 2022 dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Nazionale sono 23 (21 in Italia e 2 all’estero, in Bolivia ed Ecuador, con i giovani che in questo caso prenderanno servizio a fine giugno). Le sedi vanno da Milano a Torino, da Parma a Roma, da Salerno a Tricarico.

Palpabile la commozione dei ragazzi che hanno invece concluso il loro anno di servizio. «Don Carlo ci ha insegnato che la cura è prima di tutto relazione» ha detto ai ragazzi il presidente della “Don Gnocchi”, don Vincenzo Barbante. «Anch’io ho imparato in Fondazione quanto sia prezioso accettare la sfida di essere se stessi, ciascuno con i propri talenti e le proprie fragilità, condividendo con chi cammina accanto a noi il tempo che ci è dato. Siamo contenti e ammirati per l’apporto che avete dato. Nella semplicità dei modi avete testimoniato ogni giorno dedizione, gratuità, entusiasmo, freschezza… Il vostro contributo è stato prezioso, avete fatto tanto bene, sappiatelo!».

Ilaria ha parlato di una «bellissima esperienza, che mi ha arricchito molto dal punto di vista professionale e personale. Un’esperienza che consiglierei davvero a tutti! Ho intrapreso questo percorso come la naturale continuazione del mio tirocinio post lauream in psicologia, grazie al quale per la prima volta sono entrata in contatto con persone affette da Gravi Cerebrolesioni Acquisite e con postumi di eventi cerebrali acuti. In questo contesto ho svolto diverse attività che avevano come scopo quello di diminuire il senso di disorientamento e di solitudine provato dai pazienti ricoverati e molto importante è stato anche il compito di mantenere le relazioni con i familiari esterni».

«Nonostante sia stato un anno molto difficile, a causa della pandemia e delle restrizioni», sottolinea invece Lorenzo, «mi sono stati insegnati valori importanti ed ho vissuto emozioni forti. Porterò nel cuore i numerosi gesti belli e sinceri da parte delle persone più fragili con le quali sono stato in contatto. Chissà se sono stato capace anch’io di lasciare un segno nei loro cuori, come loro l’hanno lasciato a me…».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.