Welfare
Il gender gap fra i consulenti del Terzo settore
EUconsult Italia presenta la prima indagine nazionale sui compensi dei consulenti del Terzo Settore. Il profilo parla in prevalenza di donne, fra i 35 e i 46 anni, con alta professionalità ed esperienza. Ma nei redditi balza all'occhio la differenze di genere: ci sono solo uomini all'interno del 2% dei consulenti che guadagna più di 75mila euro l’anno. Nella fascia sotto, solo un terzo è donna
di Redazione
Donna, di età tra i 35 e i 46 anni, certamemnte laureata ma sovente anche con un master o un’altra specializzazione: è il profilo del consulente per il Terzo Settore. Un terzo del campione ha avuto tra i 21 e i 50 clienti, di dimensioni prevalentemente medio piccole. La maggior parte – quasi uno su due, il 45% – ha un reddito annuo tra i 28mila e 55mila euro e un altro 43% è sotto i 28mila. Solo il 2% dei consulenti guadagna più di 75mila euro l’anno e sono tutti uomini.
In estrema sintesi è questo il quadro della prima indagine nazionale sui compensi dei consulenti del Terzo Settore, promossa da EUconsult Italia, associazione che riunisce i professionisti di alto profilo del Terzo Settore. «Dopo molti mesi di lavoro, finalmente possiamo pubblicare i dati della nostra rilevazione», dichiara il presidente Raffaele Picilli. «È una ricerca che mancava ed estremamente interessante. Una ricerca necessaria per capire quale sia la situazione in Italia rispetto ai compensi dei tanti professionisti che lavorano nel Terzo Settore ma anche con gli Enti Pubblici».
L’indagine si è basata sulla compilazione volontaria di un questionario attraverso i canali social dell’associazione. Sono state raccolto le risposte di 100 consulenti. L’obiettivo era quello di delineare un quadro circa la retribuzione dei consulenti del Terzo Settore in Italia, il riconoscimento della loro professionalità e il grado di omogeneità del loro trattamento.
Il campione vede una leggera prevalenza femminile (56%) e una distribuzione in fatto di età piuttosto omogenea, con la fascia prevalente di rispondenti tra i 36 e i 45 anni (il 28%). Laurea e master sono i titoli di studio prevalenti. L’esperienza professionale per circa un terzo del campione è tra i 6 ei 14 anni. Sempre un terzo del campione ha avuto tra i 21 e i 50 clienti, di dimensioni prevalentemente medio piccole. Uno su tre ha prodotto pubblicazioni e la stessa percentuale tiene lezioni universitarie.
Per quanto riguarda i redditi, il 43% dei rispondenti resta sotto i 28mila euro all’anno. Il 45% tra i 28mila e 55mila euro. Il 9,5% tra i 55mila e i 75mila all’anno. Solo il 2% ha un reddito annuo che supera i 75 mila euro e fra loro ci sono soltanto uomini. Non molto diversa la situazione se guardiamo all’interno del 9,5% di consulenti che ha redditi tra i 55 e i 75mila euro: fra loro, solo un terzo è donna.
Dai dati non emerge una chiara correlazione del reddito con gli anni di esperienza, il numero di clienti, di pubblicazioni o delle attività di ricerca. Sembra invece emergere una correlazione con il titolo di studio.
Le tariffe nell’insieme sono assimilabili a quelle di altre categorie di professionisti, ma emerge una notevole varianza e risulta piuttosto difficile individuare tendenze chiare rispetto a tariffe minime e massime. Molte tariffe, soprattutto per singole campagne di comunicazione e raccolta fondi, restano sotto i 30 euro all’ora. Non si individua una netta prevalenza circa l’applicazione di tariffe orarie piuttosto che forfettarie, se non nel caso delle consulenze di tipo legale, amministrativo e fiscale, dove è più frequente riscontrare l’applicazione di tariffe forfettarie su base annuale.
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