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A bordo della Sea Eye: «Stiamo entrando il zona Sar, dobbiamo tenerci pronti»
La corrispondenza della giornalista e fotografa Martina Morini che si è unita all'equipaggio della nave umanitaria: «L'entrata nella zona Search And Rescue significa soprattutto la possibilità di incontrare barche in pericolo non segnalate e per questo a gruppi di due, a partire dalle sei del mattino ci arrampichiamo nella parte più alta della nave, il Monkey Deck, con il binocolo e scrutiamo l'orizzonte in turni di due ore»
A bordo si sale solo con lo stretto necessario, zaini piccoli, nessun surplus. Lo spazio in cabina è molto ristretto, si dorme in tre in un container di due metri e mezzo per tre e mezzo; gli armadi sono solo due, stretti e alti fino al soffitto, più un grosso cassettone. Lenzuola e asciugamani sono disponibili sottocoperta, disposti in fila, tutti con lo stesso odore e lo stesso colore. Per la missione servono vestiti da lavoro da poter distruggere perché poco di quello che indossiamo potrà essere utilizzato ancora una volta tornati a terra, il cambio per una settimana è più che sufficiente. Prima di partire c'è sempre quella fase in cui ci si domanda cosa sia davvero fondamentale oltre ai vestiti. A cosa non posso proprio rinunciare? In questa fase emerge quasi sempre un oggetto non strettamente necessario che ognuno si porta per migliorare un aspetto della vita, per concedersi un piccolo lusso o semplicemente per sentirsi un po' a casa. Un “confort object”. Scoprire qual è quell'oggetto è un po’ come entrare nell'intimità e nella psiche di quella persona. Il mio è il sapone per la lavatrice ed oggi nonostante il mal di mare che ancora non mi abbandona, è giunto il momento di fare il bucato.
Le lavatrici sono allineate vicino alla porta per entrare sottocoperta e le asciugatrici vi stanno sopra. Sono solo tre e servono tutto l'equipaggio, compresi i canovacci della cucina, le lenzuola, le tute da lavoro. Ognuno è responsabile dei propri abiti mentre per le cose in comune c'è un turno di lavoro. Per non creare code e non ritrovare le tue cose appena lavate appoggiate in un angolo, è molto importante svuotare la lavatrice appena finisce il lavaggio e mettere tutto nell'asciugatrice. Le asciugatrici sono la prima causa di incendio sulle navi a causa di quel residuo secco e leggerissimo che viene prodotto dall'asciugatura. Pulirle prima di usarle è fondamentale.
Io sono estremamente sensibile agli odori, soprattutto a quello dei vestiti che porto addosso tutto il giorno e il mio piccolo lusso è sentire il profumo del mio bucato quando lavoro, la sera quando mi infilo nel letto stremata e la mattina quando mi infilo i vestiti per la giornata. Sono partita per un mese soltanto, ma cosa porterei se dovessi partire per un viaggio di cui non conosco la durata né l'esito, se la mia meta fosse in un continente di cui conosco pochissimo, se partissi per portare in salvo la mia vita?
La nave procede alla velocità media di 8 nodi orari. É sera e Pantelleria alla nostra destra è una nube sfocata di luci arancioni e una fila ben netta di luci chiare e allineate. Sulla sinistra la Sicilia è troppo lontana per essere avvistata. Ci siamo lasciati alle spalle il maestrale che agitava le acque e la marea si è calmata sia dentro che fuori da me.
La sala pranzo è vuota stasera. Sono rimasti solo cestini di frutta appoggiati su tovaglie blu chiamate elephant skin (pelle di elefante) che impediscono agli oggetti di scivolare quando la nave si muove troppo. A quest ora si trovano in giro solo i ragazzi che fanno il turno notturno sul ponte e nella sala macchine che entrano per una tazza di caffè o qualcosa da mangiare. Assieme a me, solo la cuoca legge un libro mentre dalla sala macchine salgono rumori che durane il giorno non si notano. La nave ondeggia ma lentamente. Sono solo le otto ma la maggior parte di dell'equipaggio è già andata a letto o sta cercando di sciacquarsi il sapone rimasto nei capelli quando l'acqua è finita mentre facevano la doccia. Negli ultimi due giorni la potenza del mare ha creato problemi per la distribuzione dell'acqua, ha interrotto la connessione internet e ha mandato in tilt la lavastoviglie rendendo tutto ancora più complicato e lento.
Manca solo un giorno di navigazione per entrare nella zona Sar (Search And Rescue) e questo significa che è giunto il momento di metter in pratica parte dei training a cui abbiamo partecipato durante questi giorni di navigazione, cambiano i turni e se ne aggiungono di nuovi, ai quali se ne aggiungeranno ancora altri quando e se, avremo naufraghi a bordo. L'entrata nella zona SAR significa soprattutto la possibilità di incontrare barche in pericolo non segnalate e per questo a gruppi di due, a partire dalle sei del mattino ci arrampichiamo nella parte più alta della nave, il Monkey Deck, con il binocolo e scrutiamo l'orizzonte in turni di due ore.
Domani sarò io insieme a Natasha l'aiuto cuoca, ad aprire il turno alle 6.
Le puntate precedenti:
Giorno zero. Pronti a ripartire per salvare vite nel Mediterraneo: il diario a bordo della Sea Eye
Giorno 1. «Il mal di mare e il senso di colpa di sentirsi inutile»
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