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Decreto flussi, Migrantes: «Segnale positivo ma insufficiente»

«Il Decreto flussi 2023», dice monsignore Pierpaolo Felicolo, direttore generale fondazione Migrantes, «fissa una quota massima di 82.705 lavoratori non comunitari che nei prossimi mesi potranno fare ingresso legalmente in Italia per lavorare. Ma mentre da un lato si continuano a limitare oltre il necessario le opportunità di ingresso legali in Italia, dall’altro, in base al memorandum Italia-Libia, sono state respinte 100mila persone dal 2017 ad oggi. Oltre all'evidente tragedia umana, si tratta di risorse umane preziose»

di Redazione

«Il Decreto flussi 2023 approvato recentemente dal Governo Italiano, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio, fissa una quota massima di 82.705 lavoratori non comunitari che nei prossimi mesi potranno fare ingresso legalmente in Italia per lavorare», scrive il monsignore Pierpaolo Felicolo, direttore generale fondazione Migrantes. «Si tratta di un segnale positivo, ma ancora non sufficiente. Da più parti, infatti, e soprattutto fra le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali, da tempo si domanda di incrementare le quote di ingresso legali riservate ai lavoratori non comunitari. Si tratta di confrontarsi realisticamente con la grave mancanza di addetti in alcuni settori specifici, in particolare nell’agricoltura, nel turismo e nell'industria».

«Già il Decreto flussi 2022», continua, «prevedeva una quota massima di 69.700 lavoratori non comunitari subordinati, stagionali e non stagionali, e di lavoratori autonomi. Una cifra ben più significativa rispetto alle poche migliaia degli anni precedenti. In questa occasione si impone, però, un'ulteriore riflessione. Mentre da un lato si continuano a limitare oltre il necessario le opportunità di ingresso legali in Italia, dall’altro, in base al memorandum Italia-Libia, sono state respinte 100mila persone dal 2017 ad oggi. Oltre all'evidente tragedia umana, si tratta di risorse umane preziose che rischiano di essere sprecate, che, unitamente alle decine di migliaia di lavoratori immigrati irregolari presenti sul territorio nazionale, con opportune misure di regolarizzazione (protezione sociale, incontro fra domanda e offerta, sanatoria…) crediamo potrebbero essere più e meglio valorizzate per costruire insieme il futuro sociale ed economico del Paese».

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