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Nasce “Futura”: 300 doti educative per le giovani donne di Napoli, Roma e Venezia

Nato dall’alleanza tra Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk™, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il progetto pilota ha l'obiettivo di contrastare la povertà educativa. Prevista una presa in carico integrata di 100 donne in ciascuno dei tre territori: tra loro anche 50 giovani madri

di Redazione

Presentato oggi a Roma il progetto pilota Futura, che Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk™, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, hanno avviato insieme per contribuire concretamente a rimuovere gli ostacoli che impediscono a ragazze e giovani donne che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico di far fiorire talenti e aspirazioni nei percorsi scolastici, in quelli lavorativi e di conciliare, in alcuni casi, il percorso professionale con la maternità.

In Italia, più di 2 milioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa, e sono esposti al rischio di scontare questo svantaggio anche nel loro percorso educativo verso l’età adulta e l’autonomia, e di trovarsi senza le risorse necessarie per spezzare il circuito vizioso tra povertà economica e povertà educativa.

Guardando la serie storica di alcuni indicatori che caratterizzano la povertà educativa – l’accesso ai servizi socioeducativi per la prima infanzia e alle opportunità educative e culturali del proprio territorio e l’offerta educativa scolastica, per esempio – il quadro non sembra particolarmente mutato negli ultimi dieci anni: nonostante l’interesse da parte di istituzioni e società civile al fenomeno, le politiche messe in campo non sembrano essere state sufficientemente efficaci a contrastare il contraccolpo delle crisi che hanno investito il Paese, non riuscendo a ridurre i divari sociali e territoriali presenti nel Paese.

Divari che si intrecciano anche con il divario di genere, come dimostrano le 870mila ragazze e giovani donne tra i 15 e i 29 anni, più di 1 su 5 (20,5%), che si ritrovano sospese nel limbo dei Neet (né studio, né formazione, né lavoro), in una proporzione maggiore rispetto agli uomini della stessa età (17,7%). Una disparità nell’inserimento lavorativo e nel raggiungimento dell’autonomia che si conferma anche negli anni successivi. Il 23,2% delle giovani donne tra 25 e 34 anni risulta infatti inattiva, e tra le giovani madri meno di una su due è occupata (il 45%), in un’età in cui la partecipazione al mercato del lavoro e alla vita attiva dovrebbe, al contrario, essere massima.

Il loro accesso all’occupazione mostra una relazione diretta con il livello del titolo di studio conseguito, e con la presenza dei figli. Solo un terzo delle 25-34enni con al massimo la licenza media è occupato (si scende al 27% se ci sono figli), mentre il diploma superiore apre le porte del lavoro in più della metà dei casi (56% che scende al 47% con figli), e si raggiunge il 71,3% tra le giovani laureate, con una percentuale ancora maggiore in presenza di figli (72,6%).

Tutto questo avviene anche se nel percorso scolastico le ragazze conseguono risultati finali più brillanti nei diversi step, laureandosi anche in percentuale maggiore (il 33,3% delle giovani 30-34enni sono laureate rispetto al 20,4% dei giovani). Va però notato che le ragazze costituiscono la maggior parte degli iscritti ai licei (60,5%, contro il 39,5% di maschi), mentre sono in minoranza negli istituti tecnici (30%) o professionali (42,8%), e solo 1 laureata su 6 ha conseguito il titolo in una delle cosiddette aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che afferiscono a settori con maggior richiesta di profili qualificati, contro una percentuale doppia nel caso dei laureati (1 su 3).

È questa la sfida che il progetto Futura intende raccogliere, come è stato sottolineato oggi nell’evento di presentazione, al quale hanno preso parte Luca Cordero di Montezemolo, Carlo Messina – Consigliere Delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, Claudio Tesauro – Presidente di Save the Children Italia, Andrea Morniroli – Co-coordinatore nazionale Forum Disuguaglianze e Diversità, Clementina Cordero di Montezemolo – Presidente Yolk™ e Linda Laura Sabbadini – Direttrice Dirm-Istat e membro del Comitato Scientifico progetto Futura, con la moderazione dalla giornalista Marianna Aprile.

Il progetto pilota, che avrà la durata di due anni, è realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e co-finanziato da Save the Children Italia, è stato avviato in tre territori caratterizzati da svantaggio socio-economico nelle città di Napoli, Roma e Venezia, e prevede una presa in carico integrata, in collaborazione con le famiglie, la scuola, i servizi sociali e le associazioni attive sul territorio, di un totale di 300 ragazze e giovani donne (100 per ciascuno dei 3 territori individuati), tra cui 50 giovani madri.

Le fasce di età di riferimento comprendono le adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, con focus relativo al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo, e le giovani tra i 18 e i 24 anni, in riferimento al percorso di professionalizzazione ed emancipazione.

Le giovani mamme, beneficeranno di un sostegno ad “alta intensità” di accompagnamento rispetto ai bisogni concreti collegati all’accesso al mondo del lavoro e alla cura dei figli, che include anche attività laboratoriali per rinforzare il grado di autonomia e percorsi mamma-bambino per favorire una genitorialità positiva.

I 300 Piani educativi personalizzati, sostenuti ciascuno da una dote educativa individuale assegnata, sono definiti a partire dai bisogni, inclinazioni e aspirazioni specifiche di ciascuna persona destinataria dell’intervento stesso, e prevedono la predisposizione e la fornitura di beni o servizi, come ad esempio: l’acquisto di libri, kit scolastici o strumentazione necessaria al percorso formativo; le spese di trasporto per raggiungere le sedi di studio; il pagamento delle rette scolastiche o dei corsi di formazione e di servizi di consulenza o supporto in ambito psicologico, medico, educativo, legale, di orientamento al lavoro, ma anche l’erogazione di voucher per l’acquisto di beni di prima necessità (generi alimentari, igiene, salute e altro).

Anche grazie al contributo di un Comitato Scientifico composto da esperti negli ambiti di azione del progetto, Futura attiverà un piano specifico di valutazione dell'impatto concreto degli interventi sul percorso educativo e di emancipazione delle ragazze e giovani coinvolte, rispetto alle competenze acquisite in contesto formale e informale con l’obiettivo di rendere la metodologia sperimentata nell’arco dei primi due anni, riproducibile e scalabile a livello nazionale.

L’obiettivo comune fortemente condiviso da Save the Children, dal Forum Disuguaglianze e Diversità e da Yolk™, è anche quello di sviluppare alleanze territoriali specifiche nelle tre aree di intervento, grazie all’attivazione di tavoli di lavoro permanenti che coinvolgano servizi pubblici e l’intera comunità educante (scuole, enti locali e terzo settore), per condividere le buone pratiche individuate nel corso del progetto e promuovere con le amministrazioni locali e nazionali servizi e opportunità integrative specifiche di contrasto alla povertà educativa in una prospettiva di genere. La parità di genere è una delle priorità trasversali individuate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in linea con il 5° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ma è necessario orientare gli interventi perché possano essere più efficaci proprio dove è maggiore l’impatto delle disuguaglianze territoriali e di genere nel nostro Paese.

«È indispensabile rafforzare l’impegno per contrastare la povertà educativa che rischia di bloccare sul nascere le aspirazioni dei ragazzi e, in particolare, delle ragazze che crescono nel nostro Paese. Per queste ragioni nasce FUTURA, con l’obiettivo ambizioso di sperimentare un modello di intervento che fa leva sulle risorse educative e sociali dei territori e sul protagonismo delle ragazze e delle giovani donne», ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.

«Oggi la complessità e la multifattorialità della povertà educativa sono tali che ci impongono risposte diversificate, sperimentali, flessibili. Futura è pensato come un progetto che sfida innanzitutto noi, soggetti che al progetto abbiamo dato vita insieme, nel trovare queste risposte che siano il più possibile adeguate ai bisogni e ai sogni delle ragazze che in questi due anni ci proponiamo di supportare. Ma sfida anche i territori in cui si realizza e le stesse persone beneficiarie. Si propone non solo come progetto concreto ma come spazio in cui dal fare e dallo sperimentare si vogliono trarre indicazioni di buona politica da offrire ai decisori, sia locali che nazionali», ha spiegato Andrea Morniroli, Co-coordinatore nazionale Forum Disuguaglianze e Diversità.

«I neet in Italia – not in education, employment or training – sono per il 56% donne, ragazze che non studiano e non lavorano. Con FUTURA abbiamo scelto di non lasciare indietro le ragazze che, pur vivendo in un contesto di povertà materiale, hanno un sogno in ambito professionale. Andiamo incontro alle giovani mamme affinché possano prendersi cura dei figli ma fare anche altro, aiutiamo le ragazze migranti che sappiamo spesso relegate dalla famiglia a ruoli predeterminati e rigidi e invece vogliono fortemente seguire le proprie inclinazioni personali. Con FUTURA sosteniamo lo YOLK, il cuore pulsante di 300 donne che ce la vogliono fare secondo i propri talenti ed aspirazioni», ha aggiunto Clementina Cordero di Montezemolo, Presidente Yolk™.

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