Welfare

Safiya: sentenza rinviata alla prossima settimana

La corte islamica d'appello ha ascoltato oggi la testimonianza di Safiya: "Questa triste vicenda è toccata a me perché sono una povera donna di un povero villaggio"

di Redazione

La corte islamica d’appello che ha ascoltato oggi la testimonianza di Safiya ha rinviato la sentenza d’appello alla settimana prossima, riportano fonti della provincia nigeriana di Sokoto. ”Questa triste vicenda è toccata a me perché sono una povera donna di un povero villaggio. Altri hanno commesso crimini ben peggiori, ma non sono stati puniti perché hanno conoscenze in alto”: cosi’ Safiya, la giovane donna nigeriana condannata nell’ottobre scorso alla lapidazione per aver concepito un figlio fuori dal matrimonio, spiega ai giornalisti le ragioni del suo stato. A Sokoto, nord della Nigeria, dove il processo d’appello apertosi stamane alla corte islamica è stato poche ore dopo rinviato al prossimo lunedì 25, oggi c’era la folla delle grandi occasioni. Decine di giornalisti e cineoperatori, avvocati, associazioni e gruppi per la difesa dei diritti umani e gente comune. Safiya – scrive la BBC online – è arrivata con il capo avvolto da un velo bianco e serrando in braccio Adama, il frutto del suo ‘peccato’ secondo gli assertori della legge islamica – la sharia – che l’hanno denunciata e portata in giudizio. La difesa ha cavalcato la tesi che il padre di Adama è l’ultimo marito di Safiya, e che dopo il concepimento questi ha abbandonato la donna. Se si avrà un riscontro su questo piano, se cioè il marito arriverà a testimoniare la sua paternità, o se le accuse della difesa risulteranno poco fondate – cosa che la corte d’appello si riserva di valutare in questa settimana di sospensione del processo – Safiya potrà essere salva.


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