Famiglia
Save the Children, parte oggi “Impossibile 2022”
4 giorni di confronto sulle condizioni dei bambini che sono la risorsa più preziosa e trascurata dalle priorità degli adulti. Dal 2015 ad oggi 468 milioni di bambini a 10 anni senza alfabetizzazione di base, saranno 1 miliardo nel 2030. L’Italia tra i paesi più “ingiusti” in Europa con i bambini che hanno il triplo delle possibilità di trovarsi in povertà assoluta rispetto agli over65
di Redazione
Si apre oggi a Roma, presso l’Acquario Romano, ‘IMPOSSIBILE 2022’, un fitto programma di confronto e lavoro dal 19 al 22 maggio per produrre proposte e azioni concrete creando nuove alleanze tra giovani, esperti, istituzioni, mondo della cultura, dell’accademia e dell’impresa, organizzazioni del terzo settore e persone che operano quotidianamente sul campo. Prevista la partecipazione di 900 persone da tutta Italia tra ospiti, operatori dell’infanzia e dell’adolescenza, giovani e volontari.
Anche se negli ultimi decenni le condizioni di vita dei bambini e delle bambine nel mondo hanno segnato progressi, se pur troppo lenti, l’effetto combinato di conflitti, crisi climatica e pandemia ha interrotto il trend positivo, e sta allargando il solco delle disuguaglianze. Per questo, nei paesi più fragili, ma non solo, decine di milioni di bambini stanno perdendo la casa, la scuola, il cibo necessario, la salute fisica e mentale, mentre la comunità internazionale sta orientando le risorse su priorità che non li riguardano direttamente, e che non proteggeranno il loro futuro e quello del pianeta.
La velocità con cui il conflitto in Ucraina ha cancellato l’infanzia di un bambino ogni secondo dall’inizio dell’escalation, costretti a lasciare tutto e fuggire sotto le bombe, è la stessa con cui le crisi del grano e dell’energia, prodotte da questa guerra, stanno ampliando la più grave emergenza fame del 21° secolo. Un dramma che registrava già nel 2021, in sole 23 aree di crisi alimentare su 35 nel mondo, quasi 26 milioni di bambini sotto i 5 anni colpiti dal deperimento, e oltre 5 milioni a rischio di morte.
L’Ucraina non è l’unica guerra sui bambini, perché i combattimenti nelle aree di conflitto più pericolose al mondo riguardavano già quasi 200 milioni di bambini, il numero più alto mai raggiunto in un decennio. La violenza sempre maggiore delle armi sui civili moltiplica anche il numero dei bambini sfollati, che è oggi il più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma non bisogna dimenticare che è la crisi climatica, che minaccia oggi oltre 1 miliardo di bambine e bambini nel mondo secondo le stime, a produrre gli sfollamenti maggiori, tre volte più numerosi rispetto alle guerre, e sono fughe di massa che riguardano per ben un terzo i bambini, secondo i dati nel 2020.
Anche se da un punto di vista sanitario non ha fatto distinzioni, il Covid ha fortemente aggravato, con i suoi effetti, le disuguaglianze. Nel mondo, 117 milioni di bambini sono ancora senza scuola a causa della pandemia (il 7,5% circa della popolazione scolastica), e nei paesi più poveri si sono persi il 66% di giorni di scuola in più rispetto ai paesi ricchi, mentre 1 bambino su 5 rischia di abbandonare definitivamente gli studi esponendosi a sfruttamento, violenze e matrimoni precoci. La pandemia, però, non deve confondere la prospettiva, perché erano già 260 milioni i bambini che non frequentavano le lezioni anche prima della diffusione del virus, e il trend delle disuguaglianze educative è strutturalmente negativo. Infatti, da quando i leader mondiali, nel 2015, hanno adottato gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i mancati investimenti sull’istruzione hanno lasciato che più di 468 milioni di bambini compissero 10 anni senza aver acquisito le competenze di alfabetizzazione di base, perdendo così il loro potenziale più prezioso, e se non ci saranno azioni efficaci, nel 2030 questi bambini senza chance per il futuro saranno stati più di 1 miliardo.
In Italia, la dispersione scolastica implicita, cioè il mancato raggiungimento del livello minimo di competenze a 15 anni, riguarda quasi la metà degli studenti (45% in italiano, 51% in matematica), anche a causa del tracollo sugli apprendimenti conseguente alla pandemia, ma anche 876 mila bambini della scuola dell’infanzia hanno sofferto della discontinuità e frammentazione nei primi passi del loro percorso educativo. E se il deficit educativo può compromettere il futuro di bambini e adolescenti nel nostro paese, già nel presente il Covid ha spinto nella povertà assoluta altri 200.000 bambini, per un totale di quasi 1milione 400mila minori. Ma l’Italia è anche tra i paesi europei più “ingiusti” nei confronti delle nuove generazioni, visto che la povertà assoluta colpisce il 14,2% della popolazione sotto i 17 anni, rispetto al 9,1% tra i 35 e i 64 anni, e al 5,3% tra i 65enni e oltre, ed è una forbice tra le più ampie tra i paesi europei. In Italia, ogni bambino ha il triplo delle possibilità di trovarsi in condizioni di povertà assoluta rispetto agli over 65, e il doppio delle probabilità rispetto a tutto il resto della popolazione.
È questa l’istantanea di un futuro dei bambini che sembra impossibile, e che è il punto di partenza di “IMPOSSIBILE 2022 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, uno spazio straordinario di lavoro e confronto che prende il via oggi a Roma, promosso da Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini in pericolo e per garantire loro un futuro -, con un fitto programma di incontri, workshop e momenti di mobilitazione che si concluderà domenica 22 maggio. L’obiettivo è quello di mettere al centro dell’attenzione proposte e azioni concrete che possano fare la differenza in positivo per i diritti delle bambine e dei bambini, grazie all’impegno congiunto delle istituzioni, del mondo della ricerca e della comunicazione, del terzo settore, delle professioni, del mondo privato e, in primis, dei diretti protagonisti del cambiamento, i ragazzi e le ragazze.
Come sosteneva provocatoriamente un secolo fa Eglantyne Jebb, la fondatrice di Save the Children, “Non c’è nessuna insita impossibilità nel salvare i bambini del mondo. È impossibile solo se ci rifiutiamo di farlo”, ma, come sottolineava lei stessa con chiarezza, per salvare i bambini sono necessarie tre cose, conoscenze, risorse e volontà, tre condizioni operative indispensabili per raggiungere l’obiettivo.
“Oggi il monito di Eglantyne Jebb è più che mai attuale. Abbiamo bisogno di più risorse e soprattutto dobbiamo spenderle bene e investire sull’infanzia. Abbiamo dati e conoscenze, ma non li mettiamo in rete e non li utilizziamo adeguatamente per interpretare e agire su quello che accade. Questo è frutto di un’enorme indifferenza e di una distrazione collettiva nei confronti delle urgenze chiare e forti dei bambini. È di cruciale importanza, ad esempio, essere certi che in Italia i fondi del PNRR e della Child Guarantee siano impiegati al meglio per eliminare la disparità di servizi essenziali per l’infanzia nei vari territori, privilegiando quelli più svantaggiati. Così come occorre agire subito a livello internazionale affinché le risposte ad alcune crisi in corso, come quella climatica e alimentare, non siano più solo interventi di mitigazione del danno. Al contrario, bisogna fare in modo di analizzare e mappare i fenomeni e le aree dove maggiori sono i bisogni e predisporre azioni di prevenzione, monitorando i progressi fatti. Ma tutto questo può essere realizzato, solo se alla base c’è una reale volontà politica di investire sull’infanzia, invertire la rotta rispetto al passato e creare nuove alleanze che coinvolgano, con un approccio creativo, pubblico, privato e non profit”, ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.
I lavori di IMPOSSIBILE 2022 che iniziano oggi, prenderanno spunto da alcune prime proposte emerse dai “cantieri” di preparazione attivati nei mesi scorsi dall’Organizzazione con il coinvolgimento di esperti, giovani, rappresentanti delle istituzioni, del mondo della cultura e dell’accademia, organizzazioni del terzo settore e persone che operano quotidianamente sul campo, che hanno lavorato su cinque grandi temi: i conflitti e la crisi climatica; le migrazioni; il diritto all’educazione e la lotta alla povertà; la rigenerazione dei territori della crescita dei bambini; la valorizzazione dei talenti.
Tra le proposte relative all’Italia si segnalano: il raddoppio dell’investimento sul piano nazionale della Child Guarantee che preveda lo stanziamento di almeno il 10% di tutte le risorse della nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo Plus (pari a circa 1milardo e 300milioni), e mense scolastiche come “livello essenziale di prestazione” per assicurare, tra l’altro, a tutti i bambini e le bambine delle scuole primarie in condizioni di disagio economico il servizio di mensa gratuito; la formazione di 30mila nuove educatrici ed educatori, a partire dalle regioni più carenti, indispensabili per assicurare l’attivazione di 264mila nuovi posti nei servizi di asilo nido e poli zero-sei e non vanificare l’investimento nella costruzione delle strutture; il riconoscimento di incentivi economici e accesso a opportunità formative per dirigenti scolastici e docenti che assicurano continuità di insegnamento nei territori a più alto tasso di povertà educativa e, negli stessi territori, piani di rigenerazione territoriale (sul modello dei Pinqua) per assicurare ai minori il miglior ambiente di crescita con standard educativi da garantire in ogni territorio (per fruire del diritto allo sport, al gioco, all’ambiente, alla mobilità sostenibile, alla cultura, alla socialità); porsi l’obiettivo di dimezzare il numero dei NEET nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni e raggiungere così la media europea, con misure straordinarie per reinserire nel mondo della formazione e del lavoro almeno un milione di giovani entro il 2026, e investire, nel frattempo, nelle scuole per la prevenzione del fenomeno, attraverso la didattica dell’orientamento sin dalle scuole secondarie di primo grado.
Tra le proposte di respiro internazionale si segnalano: la richiesta di schierare esperti di protezione dell'infanzia nelle missioni internazionali ONU, UE, NATO per prevenire e sanzionare le gravi violazioni dei diritti dei bambini nei conflitti; la richiesta alla comunità internazionale di aumentare i finanziamenti per la crisi climatica oltre l'impegno finora disatteso di almeno 100 miliardi di dollari all'anno, con il 50% almeno destinato a misure di adattamento, resilienza, protezione sociale e riduzione del rischio, e la creazione di un nuovo meccanismo di finanza climatica per far fronte a “perdite e danni” entro il 2023, oltre che l’istituzione permanente dello Youth4Climate alle conferenze COP e il monitoraggio dell’effettiva partecipazione giovanile; la richiesta all’Italia di un incremento delle risorse per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo per raggiungere l’obiettivo dello 0.7% del PIL entro il 2030, e la reintegrazione dei fondi utilizzati per il sostegno ai rifugiati e per l’assistenza umanitaria in Ucraina; sulla scorta dell’esempio italiano con la legge 47/2017, l’adozione di un atto europeo omogeneo per la protezione dei minori migranti in base al loro “superiore interesse”, assicurando protezione, percorsi di migrazione legale e di rapido ricongiungimento familiare, anche come rete di protezione davanti ad eventuali deterioramenti legislativi nella UE e argine di tutela rispetto alle peggiori prassi.
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