Sostenibilità

L’isola della buona sanità.

Premiati i progetti e le esperienze migliori attuati dalle aziende ospedaliere e Asl. Ecco la mappa delle ottime cure.

di Redazione

La buona sanità non è un miraggio, sebbene non si possa ancora dire che sia una realtà concreta e compiuta in ogni angolo del Paese. Ma la visione d?insieme tracciata dal Tribunale per i diritti del malato risulta confortante, e invita a spazzar gran parte dei luoghi comuni sull?inefficienza cronica delle strutture ospedaliere e la freddezza quasi inumana delle corsie. Anche quest?anno, il Tribunale ha individuato in tutta Italia numerose esperienze utili in ambito sanitario, progetti innovativi e soprattutto precise tendenze che sembrano inaugurare una più diffusa cultura dell?attenzione al malato. Le iniziative più interessanti sono stete presentate e incoraggiate nell?ambito del premio Andrea Alesini, alla sua terza edizione, che ha visto in campo 417 progetti elaborati per lo più da aziende ospedaliere e Asl (il 92% dei soggetti proponenti), ma anche da privati riuniti nelle organizzazioni della cittadinanza attiva. E i progetti di quest?anno, se sommati a quelli presentati nelle due precedenti edizioni del premio, diventano circa un migliaio, un variegato e immenso potenziale di miglioramento per la Sanità italiana. È la sfera dell?assistenza sanitaria a stimolare di più la fantasia degli innovatori, che in quest?ambito hanno presentato ben 109 progetti. Ma la novità di rilievo è l?attenzione sempre più capillare prestata a particolari soggetti deboli, come i bambinbi, i malati di mente e i malati di cancro, destinatari dei progetti che alla fine si sono aggiudicati il premio. Sarà stato il caso Di Bella a suscitare violenti dubbi e amletici interrogativi, fatto sta che nell?area delle malattie oncologiche la volontà di innovazione ha indotto quasi a triplicare i progetti: dai 14 del 1998 ai 34 del ?99. Per quanto riguarda le malattie, poi, in un anno le proposte le proposte sono raddoppiate, passando da 13 a 26, e finalmente emerge un modello di assistenza psichiatrica integrato, volto al reinserimento sociale dei pazienti. Ancche la pediatria, infine, ha vissuto un rassicurante aumento di attenzione: da 16 a 25 progetti in un anno, senza contare quelli pur sempre indirizzati ai bambini ma raccolti sotto la categoria dell?assistenza sociale. Numerose anche le iniziative ironicamente fantasiose volte a sensibilizzare i cittadini su tematiche relative alla salute. Come la trovata dei medici di famiglia di Treviso, che si sono alleati con panificatori e produttori di latte per lanciare la campagna ?Sei protetto contro il tetano??, il sui slogan entra in tutte le case proprio perché stampato sui sacchetti del pane e i cartoni del latte. O come il progetto della Asl 9 di Grosseto, che ha distribuito ai camerieri di ristoranti e pizzerie t-shirt con la scritta ?Niente fumo, solo arrosto?, con il chiaro intento di far passare, magari per sempre, la voglia di sigaretta dopo pranzo. O, infine, come ?Il mondo di Cook?, un?articolata iniziativa bolognese tutta dedicata a informare sulla corretta alimentazione. Dichiara dunque il suo ottimismo Teresa Petrangolini, segretario nazionale del Tribunale per i diritti del malato, innanzitutto perché «l?impegno a umanizzare le degenze comincia a diventare una positiva routine. Si moltiplicano le attività ludiche e ricreative come gli spettacoli teatrali e cinematografici, i clown in corsia, le attività di lettura e nascono nuove figure professionali». E poi perché l?ospedale comincia a aprirsi al territorio e a integrarsi con le altre forme di assistenza sanitaria, come varie attività di educazione alla salute, forme alternative al ricovero e, proprio grazie alla collaborazione con altri soggetti, la continuità assistenziale dopo il ricovero.


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