Mondo
Il bisogno di un pensiero collettivo sulla pace
L'instant book che raccoglie articoli e contributi sulla pace pubblicati in questi mesi da Vita. Da Erri De Luca a Stefano Zamagni, da Luigi Manconi a Stefano Allievi, da Maurizio Maggiani a Massimo Borghesi, da Elena Granata a Marianella Sclavi, da Angelo Moretti a Riccardo Bonacina e tanti altri. Diciotto voci su pace e pacifismo
di Redazione
È una colomba arruffata e smarrita, che tiene in bocca un ramoscello di ulivo quasi spoglio. L’immagine disegnata da Gianluca Costantini per la copertina di Vita magazine di aprile che riprendiamo come cover di questa raccolta di interventi è l’icona di un movimento pacifista spiazzato di fronte all’invasione russa dell’Ucraina. Un popolo per la pace che si trova costretto a rivedere le proprie modalità di pensiero e quindi di azione. Una sfida epocale.
Una sfida che necessita di idee e di confronto. In queste settimane e in questi mesi, le piattaforme di Vita, quella digitale e quella cartacea sono state (e continueranno a essere) il teatro di questo dibattito. Abbiamo ospitato posizioni anche differenti, chiedendo a tutti di argomentare i propri ragionamenti e di affrontare i nodi che ci sono sul tavolo, senza infingimenti e scorciatoie. Lo abbiamo fatto senza rinunciare al nostro punto di vista e alla nostra volontà e capacità di azione. Come nel caso dell’adesione al progetto Mean-Movimento europeo di azione non violenta. Un network composto da 35 sigle della società civile italiana che negli scorsi giorni, come abbiamo documentato su vita.it, è stato in Ucraina per costruire ponti con gli esponenti più attivi della società civile locale. Un’iniziativa aperta, plurale e transnazionale che ha un punto di atterraggio molto concreto e definito: tenere viva la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non solo idealmente attraverso una mobilitazione di massa di migliaia di civili europei in Ucraina. Mobilitazione, e non potrebbe essere altrimenti, concordata e richiesta dalle associazioni ucraine vittime della guerra scatenata da Putin.
La lettura degli autori che trovate in queste pagine vuole essere un contributo a uscire da un paradosso che fin dall’inizio della guerra sta schiacciando il dibattito, in particolare su grandi giornali e tv mainstreaming, sulle strategie e azioni belliche, e sull’analisi degli schieramenti geopolitici. E invece, oggi come non mai, c’è bisogno che a parlare non siano solo le armi o le analisi geopoliche e militari, è vitale e urgente costruire un pensiero collettivo su come fare della pace il collante delle nostre società e un obiettivo politico largo e condiviso in Italia, in Europa e oltre. Per rinnovare quelle istituzioni, a partire dall’Unione Europea, dalla Nato e dall’Onu, che oggi paiono del tutto inadeguate ai tempi che viviamo.
Il professor Stefano Zamagni (lo potete rileggere in queste pagine) per primo proprio dalle colonne di Vita magazine ha parlato della necessità del salto da “pacifisti” a “pacificatori”. Un passaggio di paradigma essenziale, che ha ispirato il titolo di questo book curato da Riccardo Bonacina. Ripartiamo da qui. Buona lettura
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