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PNRR, finanza locale, Città Metropolitane e Terzo settore

Ecco una buona notizia: il Terzo settore è espressamente menzionato del decreto del Ministero dell’Interno che fa riferimento alla Missione 5 Capitolo 2 del piano che individua gli interventi finanziabili per investimenti in progetti relativi a Piani Urbani Integrati

di Marco Marcocci

Con decreto del Ministero dell’Interno del 6 dicembre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.295 del 13 dicembre 2021, è stato approvato il modello con il quale le Città Metropolitane, in attuazione della linea progettuale «Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2» nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, individuano gli interventi finanziabili per investimenti in progetti relativi a Piani Urbani Integrati, nel limite massimo delle risorse assegnate dall’Allegato 1 dell’articolo 21, comma 3, D.L. 6 novembre 2021, n.152, pubblicato nella G.U. n.265 del 6 novembre 2021.

Interventi a partire da 50 milioni di euro

Il decreto prevede che il modello può essere proposto dalle Città Metropolitane per interventi del valore non inferiore a 50 milioni di euro e la domanda dovrà essere inoltrata al Ministero dell’interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali, Direzione Centrale della Finanza Locale, secondo le modalità indicate dal decreto stesso.

L’articolo 2 del decreto specifica le tipologie dei progetti oggetto di finanziamento che dovranno prevedere investimenti volti al miglioramento di ampie aree urbane degradate.

Città intelligenti e sostenibili

In pratica, così facendo, si otterrà la trasformazione di territori vulnerabili in città intelligenti e sostenibili grazie alla rigenerazione e rivitalizzazione economica delle aree degradate, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi alla persona e alla riqualificazione dell'accessibilità e delle infrastrutture. Nello specifico, gli interventi previsti si concentreranno su:

  • la manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico;
  • il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante la ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive;
  • interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico, volti al miglioramento della qualità ambientale e del profilo digitale delle aree urbane mediante il sostegno alle tecnologie digitali e alle tecnologie con minori emissioni di CO2.

Co-progettazione con il Terzo settore

Le Città Metropolitane, potranno portare avanti il progetto oggetto del finanziamento con la partecipazione dei privati attraverso il “Fondo ripresa resilienza Italia” (nel limite massimo del 25% del costo totale dell’intervento); potranno avvalersi della presenza di start-up di servizi pubblici nella proposta progettuale ed è prevista anche la co-progettazione con il Terzo settore.

La Missione 5 Capitolo 2 (M5C2) del PNRR si intitola “Infrastrutture sociali, famiglie comunità e Terzo settore” ed il concetto di co-progettazione (e co-programmazione) da parte della Pubblica Amministrazione con il Terzo settore trova fondamento anche nell’articolo 55 del Codice del Terzo settore.

Una cosa che emerge dal decreto è che il Terzo settore viene considerato non come mero esecutore di servizi, ma protagonista insieme alla PA grazie alla comune vocazione all’interesse generale anche ricorrendo ai nuovi strumenti collaborativi della co-programmazione e co-progettazione.

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