Mondo
Non profit Usa: boom di utili da attività commerciali
Un trend che non tende ad invertirsi e che il New York Times ha sottolineato in prima pagina
di Paolo Manzo
In vent’anni il mondo del non profit a stelle e strisce è cambiato radicalmente. E’ quanto risulta da un’indagine della Lester M. Salamon “America’s Nonprofit sector”.
Nel 1980 gli utili del non profit Usa erano così composti: il 48% da donazioni governative, il 16% da donazioni private ed il 36% da attività commerciali.
Circa vent’anni dopo negli Usa (un Paese che spesso anticipa i trend e di cui le economie europee, volenti o nolenti, sono dei follower) sono crollate di oltre 12 punti percentuali le donazioni statali. Quasi dimezzate quelle private ed aumentati di ben 20 punti percentuali gli introiti da attività commerciali.
Per esempio il fulcro dei guadagni della Croce Rossa Usa non deriva affatto dalle donazioni ma dalle sue attività connesse alle operazioni di vendita e distribuzione di sangue ad ospedali ed altri utenti.
Il passaggio ad un’attività più commerciale delle non profit Usa è spiegato da Dwight F. Burlingame: “Il motivo principale del trend in atto è il ritiro del governo da molti fondi di ong. L’unica alternativa per raccogliere fondi era il commerciale”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.