Economia

Asvis, il decalogo sulla finanza per lo sviluppo sostenibile

Un documento redatto assieme alla fondazione Oibr mette in fila i punti chiave per rafforzare il legame tra i futuri investimenti e obiettivi sociali e ambientali quali la parità di genere e la giusta transizione ecologica

di Nicola Varcasia

Quale sarà il futuro degli investimenti finanziari sostenibili? È la domanda a cui cerca di dare una risposta la pubblicazione Finanza per lo sviluppo sostenibilerealizzata da Asvis, l’alleanza per lo sviluppo sostenibile e presentato con la Fondazione Oibr, l’organismo italiano per il business reporting.

Partendo da una introduzione che definisce cos’è la finanza per lo sviluppo sostenibile, il documento analizza la sua evoluzione all’interno del quadro normativo dell’Unione europea, dalla tassonomia verde fino alla nuova Direttiva sul Corporate sustainability reporting, passando anche dalla regolamentazione bancaria in materia di rischi Esg (environmental, sustainability, governance).

Tra gli altri temi affrontati: le strategie d’investimento sostenibile e responsabile, il futuro della rendicontazione di sostenibilità e della finanza a impatto, la finanza retail e il legame tra la finanza sostenibile e la promozione di politiche per la parità di genere.



Nella sua parte finale, Asvis fa emergere in modo sintetico le informazioni contenute nel documento, sotto forma di raccomandazioni. La prima chiede di finanziare la transizione giusta, attraverso il sostegno intenso, calibrato e adeguato di risorse e di tempi certi per la realizzazione rapida ed efficace degli obiettivi della transizione. La seconda di favorire davvero la finanza d’impatto e gli investimenti sostenibili, rafforzando l’insieme degli strumenti di regolazione, la trasparenza e la raccolta dei dati.

La terza e la quarta sono focalizzate sulla necessità da un lato di adottare le tecniche della finanza di impatto, dando impulso alla tassonomia per gli obiettivi sociali, associando questi ultimi agli obiettivi finanziari e, dall’altro, di modificare i modelli di business degli operatori finanziari, rafforzando i processi di identificazione dei rischi Esg e proponendo prodotti finanziari che supportano un consumo e una produzione sostenibili.

Altre raccomandazioni toccano il tema del consolidamento degli strumenti di finanza pubblica europea per la sostenibilità; dell’utilizzo delle risorse del Pnrr per sviluppare capacità di programmazione nelle pubbliche amministrazioni e della promozione di azioni per sostenere la finanza per il consumo sostenibile, anche tramite la trasparenza e l’informazione.

Gli ultimi due punti del “decalogo” chiedono di utilizzare strumenti di regolazione e promuovere l’azione del mercato per rafforzare l’orientamento sostenibile dei consumi non ché di utilizzare la finanza per raggiungere l’obiettivo della parità di genere tramite strumenti di valutazione delle politiche e strumenti finanziari operativi, come le risorse per promuovere l’imprenditorialità femminile.

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