Mondo
Rapporto 2021 della Fondazione Migrantes, crescono i profughi diminuisce l’accoglienza
In tutto il 2020, l’Italia e l’Europa hanno rappresentato un’eccezione in controtendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). Nei primi undici mesi del 2021 sono morte nel Mediterraneo 1559 persone
di Redazione
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La Fondazione Migrantes ha presentato oggi il suo quinto rapporto sul mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate. Intitolato “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”, il rapporto denuncia la crescita delle detenzioni arbitrarie in Libia e la scarsità di domande di asilo registrate dai paesi dell’Unione Europea, a fronte di una crescita del fenomeno migratorio. Inoltre pone l’accento sul diaframma che la pandemia da Covid ha creato tra la fetta di popolazione mondiale in grado di curarsi e la parte che invece non ha accesso alle cure.
“Nei giorni in cui viene chiuso questo rapporto la tentazione di farsi prendere da un forte sconforto e senso di impotenza è davvero alta. La vecchia Europa sembra sempre più chiusa in se stessa e pochi sono gli spiragli di speranza, sia che si guardi ai singoli Stati, sia che si considerino le politiche dell’Unione. Entrare in Europa sarà sempre più difficile, costoso e pericoloso. Il tema della solidarietà rimane quasi solo una questione di principio, sia a livello globale, sia europeo che italiano”. Sono queste le conclusioni del Rapporto 2021 della Fondazione Migrantes, dedicato al tema del diritto d’asilo.
“Non è però possibile arrendersi supinamente a questo scenario. Si può reagire – aggiungono nel Rapporto – a partire dal livello ‘locale’ italiano, guardando ai pochi ma significativi aspetti positivi che si affacciano timidamente alla ribalta e che hanno bisogno di fiducia e tenacia per poter prosperare: l’introduzione della nuova protezione speciale, le vie sperimentali per l’accesso legale e sicuro nel nostro Paese di minori attraverso i visti per studio, e il protagonismo dei rifugiati che iniziano a prendere pubblicamente parola nel dibattito pubblico e scientifico. Possono forse sembrare piccoli lumi in un panorama fosco e disperante, ma dimostrano anche che il cambiamento è sempre possibile e che va costruito giorno per giorno, mettendo insieme risorse e volontà plurali e trasversali”.
La pandemia di COVID-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola, il COVID-19 ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele. Ma almeno in tutto il 2020, l’Italia e l’Europa hanno rappresentato un’eccezione in controtendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). Nel 2020 il totale dei richiedenti asilo è stato di 417mila persone, prima della pandemia, invece, nel 2019 a vedersi registrare la domanda erano stati in 631mila. Di queste 417 domande del 2020, solo 281 sono state accolte dai paesi dell’ Unione europea. Mentre delle 631 del 2019 a ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria o di quella umanitaria erano stati 296 mila persone.
La Commissione Europea a guida von Der Leyen – scrive ancora il rapporto – ha presentato nell’autunno 2020 la sua proposta di riforma del sistema europeo d’asilo. “Approccio globale” e “nuovo meccanismo di solidarietà” sono le parole chiave per comprendere l’impostazione del Patto. Ma scavando appena sotto la superficie si scopre come le sue proposte concrete mescolino e sovrappongano ambiti che dovrebbero rimanere distinti. E, soprattutto, se ne deduce che l’obiettivo principale è quello di gestire con un unico approccio qualsiasi pressione migratoria sugli Stati membri. In questa nuova ottica la nozione di solidarietà assume un significato non più legato a una condivisione delle responsabilità nella gestione di un sistema d’asilo comune regolato da precise normative, ma piuttosto le sembianze di iniziative politiche imprecisate e però ben finalizzate a ostacolare o impedire l’accesso dei rifugiati in Europa. La proposta della Commissione stravolge, ridicolizzandola, la nozione di solidarietà, e dà forza a coloro che non vogliono alcuna effettiva equa ripartizione delle responsabilità. Una non riforma, dunque, non solo inutile ma oltremodo pericolosa.
Fino all’estate 2021 – ha evidenziato il rapporto – i livelli della “domanda di asilo” nei confini dell’Ue non aveva ancora raggiunto quelli del pre-pandemia». Le persone che hanno potuto accedere alla richiesta di asilo (ma non anche all’accoglimento della loro domanda) sono state nei primi sei mesi del 2021 circa 200mila, più o meno lo stesso numero del primo semestre del 2020, investito dal fenomeno pandemico. Da marzo a giugno 2021, infatti, i richiedenti asilo registrati sono stati 103mila. Il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando la prima ondata di Covid-19 aveva paralizzato il sistema dell’accettazione delle richieste e i migranti che avevano potuto ottenere una registrazione della propria domanda erano stati 48mila. Nei tre mesi precedenti (gennaio-marzo 2020) le registrazioni erano state 150 mila, cioè il triplo.
Il Mediterraneo, anche quest’anno, è un immenso cimitero per centinaia e centinaia di migranti in fuga che cercano di raggiungere terra: nel 2021, primi undici mesi dell’anno, 1559 persone sono morte, recuperate o disperse per sempre in acqua. Un numero più alto rispetto al bilancio dello scorso anno, quando le vittime erano state 1448. Nel 2021, precisamente fino al 6 novembre, la Guardia costiera libica ha intercettato poi in mare – e riportato in territorio libico – 28.600 profughi.