Welfare
Uscire dal carcere grazie al lavoro
Un nuovo percorso di inserimento lavorativo dei detenuti nato dalla collaborazione di cooperative sociali e organismi produttivi, con la "benedizione" del governo.
di Redazione
Un nuovo percorso di inserimento lavorativo dei detenuti nato dalla collaborazione di cooperative sociali e organismi produttivi, con la “benedizione” del governo. Questo in sintesi il risultato del convegno “Giustizia e lavoro” che si è tenuto alla fine di novembre a cura della cooperativa Giotto nel carcere di massima sicurezza Due Palazzi di Padova. A sancire l’accordo, i sottosegretari Franco Corleone (Giustizia) e Bianca Maria Fiorillo (Lavoro), il presidente nazionale di Unioncamere Danilo Longhi e lo stato maggiore del sistema carcerario triveneto, in testa il Provveditore alle Carceri Orazio Faramo. In più, un ospite a sorpresa come l’indimenticato pm degli anni di piombo, Pietro Calogero, oggi procuratore capo di Padova, a citare le risoluzioni dell’Onu e le lettere pastorali di Carlo Maria Martini in difesa della dignità dei detenuti. Il convegno si è concluso con l’inaugurazione di un nuovo spazio verde, l’area colloqui con i famigliari, realizzato dai detenuti che hanno seguito i corsi di giardinaggio della cooperativa Giotto. Ora la palla passa al legislatore: una volta approvato il disegno di legge Smuraglia – Fumagalli Carulli – Manconi, a Padova sono pronti a inaugurare il nuovo sistema, in cui le cooperative sociali formeranno e testeranno per alcuni mesi i detenuti inserendoli al proprio interno e preparando così il passaggio definitivo ad altre aziende.
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