Mondo

Un allarme sanitario. Sos Palestina

Tragica la situazione nei campi di Jenin e Balata. a rischio i più deboli: dializzati, malati di cancro e neonati. La denuncia di Medici del mondo, un’ong francese

di Paolo Manzo

Emergenza sanitaria nei territori palestinesi. La denuncia è stata fatta su Le Monde da Marcel-Francis Kahn, illustre professore di medicina, e da Philippe Luxereau, cardiologo. Due transalpini, entrambi membri dell?ong Medici del mondo, che hanno voluto lanciare un vero grido d?allarme sanitario: la popolazione palestinese di Gaza e della Cisgiordania non ha quasi più accesso ai farmaci. Compresi i salvavita. E il blocco imposto alla gente, stretta tra checkpoint sempre più numerosi, ha trasformato i palestinesi in veri e propri «ostaggi sanitari nelle mani di Sharon, costretti a vivere in un?emergenza sanitaria assolutamente drammatica». Questa la denuncia di Kahn, che da pochi giorni è tornato da una missione in Medio Oriente. Assieme al cardiologo Luxereau, Kahn ha anche denunciato l?esercito israeliano di «violazioni gravi e ripetute» della convenzione di Ginevra sul diritto alla protezione delle popolazioni civili. «Nei campi profughi di Balata e Jenin, i feriti delle bombe non possono essere evacuati a causa dei blocchi imposti da Tel Aviv», denunciano al ministero della Sanità palestinese. Ma i problemi non riguardano esclusivamente le vittime delle ?bombe intelligenti? israeliane. Dializzati, malati di cancro, cardiopatici, neonati che hanno bisogno di assistenza, sono tutte vittime indirette della nuova crisi mediorientale: per la Croce rossa internazionale, infatti, il 70 per cento delle ambulanze palestinesi è stato danneggiato dalle truppe israeliane. Ed è accaduto spesso che le code ai posti di blocco abbiano fatto arrivare con molto, troppo ritardo le donne partorienti al più vicino ospedale. Risultato? La morte del neonato. E l?aumento dei parti domestici, con tutti i rischi che ne conseguono. «Ai posti di blocco israeliani, è morta anche la pietà», denunciano i cooperanti di Medici nel mondo. E se a ciò si aggiunge che gli aiuti sanitari internazionali sono spesso bloccati dagli uffici di controllo della dogana israeliana, e che le medicine, prima d?entrare nei territori palestinesi, sono sottoposte a dazi altissimi, il quadro è completo. O quasi. «Non bisogna, infatti, dimenticare gli effetti deleteri che i bombardamenti avranno sulla psiche e sulla crescita dei bambini», spiega il dottor Luxereau, «né la mancanza d?istruzione, cui sono per forza di cose costretti». Perché le bombe distruggono anche le aule, impedendo regolari lezioni, mentre l?unica scuola che rischia di restare in piedi è quella dell?odio. D?altronde «siamo in guerra», come ha più volte detto Sharon, il solo che potrebbe risolvere l?emergenza sanitaria palestinese. Ma che, per ora, non pare intenzionato. Desolante.

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