Famiglia

Trovar rifugio nella casa di sant’Ignazio

Là dove abitava il santo di Loyola oggi ha sede una lavanderia-stireria in cui lavorano 10 extracomunitari in fuga dai loro Paesi.

di Paolo Giovannelli

Ad un passo da Piazza Venezia, nel cuore di Roma, c’è via degli Astalli. Al numero 14, dove dimorò per lungo tempo lo stesso Sant?Ignazio di Loyola, i Padri gesuiti gestiscono una lavanderia-stireria che utilizza macchinari professionali. La particolarità è che il personale che vi opera, una decina di persone, sono in maggioranza rifugiati politici, fuggiti in Italia poiché la loro vita era a rischio nei Paesi di provenienza, a volte minacciata direttamente dagli stessi governi. Tomor viene dall?Albania: «Sono qui da due anni e mezzo, accolto con la mia famiglia e aiutato dai Padri gesuiti del centro Astalli. Prima ho fatto pratica presso una lavanderia di Ciampino, di media grandezza, dove il mio apprendistato è durato circa un mese, poi ho iniziato a lavorare per la cooperativa sociale dei Gesuiti. Questa», conclude, «è davvero una nuova esperienza per me e per i miei compagni rifugiati. Abbiamo iniziato a lavare, stirare e a consegnare la biancheria da quasi otto mesi. In Albania, invece, ero un militare». Ednan, curdo, è partito da una regione che si trova fra la Siria e la Turchia. È molto soddisfatto delle attrezzature elettriche con cui lavora e sorride: «Lavoro spesso insieme con Tomor», e il suo italiano si ferma qui. «Anch’io sto imparando la lingua», aggiunge Hawa, etiope, da quasi un anno in Italia, che si occupa dell?amministrazione della lavanderia. «Il servizio », spiega il direttore del Centro Astalli, padre Francesco De Luccia, «è coordinato dal presidente della cooperativa sociale ?Il Tassello? Mario Ferraro, che essendo un medico, lavora da volontario anche in ambulatorio. Questa lavanderia fa parte dell?attività che noi Padri gesuiti svolgiamo a favore dei rifugiati. Lo scopo è la creazione di un?attività produttrice di reddito che permetta l?inserimento lavorativo di questi stranieri. La nostra assistenza», continua, «è iniziata nel 1981: ora gestiamo una mensa serale che distribuisce 250-390 pasti ogni giorno, un rifugio con 120 posti letto, un ambulatorio medico, una scuola di lingua italiana, un centro di ascolto e tre centri di accoglienza notturna, di cui uno finanziato dal Progetto Shelter? della Commissione europea». Lo scorso anno, il Centro Astalli ha distribuito un totale di 40.741 pasti, servendo 65 diverse nazionalità con una media di 5 pasti al mese per persona; nell?ambulatorio venticinque medici e dieci assistenti vi hanno visitato 4.537 persone, di cui 2.929 uomini e 1.608 donne. «La lavanderia-stireria», conclude padre De Luccia, «è fra i servizi che aiutano l?integrazione di persone con tutti i documenti in regola, attività che ha preso il posto di un precedente laboratorio per la lavorazione del cuoio, esperienza che non si era rivelata troppo esaltante». «La nostra cooperativa è composta da 6 rifugiati e 3 cittadini italiani», aggiunge il presidente Ferraro, «ed effettua il lavaggio e il noleggio di biancheria, asciugamani e tovaglie per alcuni istituti religiosi, per dei centri d?accoglienza per immigrati e rifugiati e per diversi alberghi e ristoranti di Roma, anche del centro. Attualmente ci lavorano quattro rifugiati, più un soggetto svantaggiato di nazionalità italiana. Ma quando tutto funzionerà a regime, dovrebbero esservi impiegate almeno nove o dieci persone». I prezzi praticati? Estremamente competitivi. Ecco qualche esempio: per il lavaggio e noleggio di un lenzuolo si va dalle 800 alle 1300 lire, per una federa dalle 400 alle 600, per un telo bagno dalle 600 alle 850. Tariffe che possono stare sul mercato, considerato inoltre che per grandi quantitativi di biancheria lavata e noleggiata vengono praticati forti sconti. Insomma, alla ?lavanderia-stireria dei rifugiati?, così come è ormai nota in tutto il quartiere, il buon servizio è garantito, anche sotto il profilo economico. Info: Centro Astalli, via degli Astalli 14a, 00186 Roma. Tel. 06/6781246; fax: 06/6796783.mailto:astalli@jesref.org . Per non dimenticare il Kosovo La Confederazione nazionale delle Misericordie e l?Associazione nazionale delle Pubbliche Assistenze (Anpas) rafforzano il loro impegno per l?infanzia del Kosovo. Nasce infatti ?Operazione Friend? (il cui slogan è ?Devono continuare a sorridere?), una nuova campagna di adozioni a distanza che consentirà a molti bambini kosovari di ricevere un?educazione e ritrovare una vita normale. Per aderire all?iniziativa è sufficiente donare ogni mese 60 mila lire, per 12 mesi consecutivi. Con questa somma, le organizzazioni sosterranno direttamente la famiglia del bambino adottato. «Sarò a Vustri , nei pressi di Kosovska Mitrovica nei prossimi giorni», racconta Antonio Paccaloni, responsabile Anpas del progetto, «per controllare lo stato di avanzamento dei lavori di costruzione di una scuola e di un poliambulatorio per l?infanzia, che abbiamo in parte finanziato con il 20% di ogni singola quota delle nostre 100 adozioni a distanza». Per sostenere ?Operazione Friend? si può usare il c/c postale 21468509 o il c/c bancario 50000.30 presso il Monte dei Paschi di Siena (Abi 1030, Cab 2800) intestato alle Misericordie d?Italia. Info.: 055/413830.


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