Welfare
Risorse per il Dopo di noi, radiografia di un flop
L'analisi della Corte dei Conti: su 390 milioni di euro stanziati per il periodo 2016-2021 soltanto 240 milioni sono stati trasferiti ai territori. Tra le cause il fatto che non tutte le Regioni hanno sempre provveduto a trasmettere la rendicontazione al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L’altra faccia dei ritardi e delle inadempienze è il numero ridotto dei beneficiari effettivi delle prestazioni erogate: meno del 10% della platea dei potenziali destinatari
Regioni in forte ritardo nell’utilizzo delle risorse del Fondo per il “Dopo di noi”. Su 390 milioni di euro stanziati per il periodo 2016-2021 soltanto 240 milioni sono stati trasferiti ai territori. La metà, in pratica.
Il dato preoccupante emerge dall’analisi condotta dalla Corte dei conti sull’attuazione della legge n. 112/2016 che ha introdotto misure di assistenza, di cura e di protezione delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare anche in vista del venir meno del sostegno stesso. La normativa, come è noto, favorisce infatti la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l’esistenza in vita dei genitori.
Secondo i magistrati contabili, il ritardo diffuso nell’uso delle risorse rispetto alle annualità nelle quali sono state assegnate è legato al sistema di trasferimento che subordina la possibilità di incassare le risorse alla dimostrazione, da parte delle Regioni, dell’avvenuto impiego di quelle ricevute. Il punto è che non tutte le Regioni hanno sempre provveduto a trasmettere la rendicontazione al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Un inadempimento che ha determinato l’erogazione parziale delle risorse.
La Relazione (in allegato a fondo pagina) fa luce inoltre su come avvenga la quantificazione delle somme a disposizione per il Fondo (466 milioni complessivi se si comprendono anche le somme previste, ma non ancora assegnate, per l’anno 2022). Il calcolo è basato solo sul numero potenziale di destinatari, individuati con metodo indiretto e parziale (percezione di pensione di invalidità con indennità di accompagnamento) e senza prendere in considerazione i bisogni da soddisfare.
In concreto, scrive la Corte dei conti, i bisogni da soddisfare «sono stati individuati sulla base degli stanziamenti di bilancio, secondo un processo contrario a quello proprio di un corretto processo di programmazione». Ma c’è un’altra faccia dei ritardi e delle inadempienze. È il numero ridotto dei beneficiari effettivi delle prestazioni erogate. Soltanto 8.424 soggetti. Nemmeno il 10% della soglia minima della platea potenziale dei destinatari, stimata tra i 100 e i 150mila soggetti nella relazione tecnica alla legge n. 112/2016. Un dato che secondo la Corte evidenzia come «solo in minima parte siano state soddisfatte le esigenze di cui la stessa legge si era fatta carico».
La relazione denuncia inoltre il flop delle agevolazioni fiscali introdotte sempre dalla disciplina sul “Dopo di noi” e che avrebbero dovuto facilitare l’uso di polizze assicurative e di altri strumenti civilistici. Il riferimento è alla costituzione di trust, ai vincoli di destinazione e ai fondi speciali disciplinati con contratti di affidamento fiduciario. Tutti strumenti finalizzati ad assicurare una vita indipendente alle persone con disabilità grave. Anche in questo caso, fanno notare i giudici contabili, dall’analisi dei dati emerge «un notevole scostamento delle entrate accertate rispetto alle previsioni». La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato – che richiama l’attenzione (se mai ce ne fosse ancora bisogno) sulla necessità che siano individuati i Livelli essenziali delle prestazioni – nelle raccomandazioni conclusive invita a: porre in essere tutte le iniziative necessarie a individuare la platea dei possibili beneficiari dei progetti del “Dopo di noi” e a definire i bisogni che si intendono soddisfare, in modo da poter ancorare la programmazione delle risorse destinate a finanziare i progetti alle esigenze concrete delle persone con disabilità grave; a procedere alla predisposizione della relazione sullo stato di attuazione della legge da presentare al Parlamento; a stimolare infine il popolamento della banca dati Sioss con le informazioni rilevanti. Last but not least, a mettere finalmente in campo opportune campagne informative.
In apertura la sede centrale della Corte dei conti, foto di Carlo Dani, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
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